Paul Brady
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Paul Brady: The Liberty Tapes

 

A very warm welcome to Paul Brady, please…Metti questo CD nel lettore, e come d’incanto ti ritrovi nella Dublino del 1978. Per l’esattezza nell’auditorium della Liberty Hall, una sera d’estate, per quello che sarebbe stato l’unico concerto di promozione del vinile di Paul Brady, Welcome Here Kind Stranger, all’epoca fresco di stampa, uno dei dischi di musica irlandese in assoluto più celebrati e venduti di tutti i tempi.

Ringraziamenti di rito, ed ecco la voce di Paul Brady che introduce Andy Irvine all’armonica e al mandolino: entrambi attaccano la celeberrima “Paddy’s Green Shamrock Shore”, e ti rendi conto che l’incantesimo è iniziato, e che grazie ad una serie fortuita di coincidenze sei testimone, sia pure a notevole distanza di tempo e di spazio, di un concerto che sarebbe passato alla storia per il repertorio e per la presenza contemporanea sul palco di musicisti che avrebbero fatto la storia della musica irlandese degli ultimi decenni: oltre a Paul Brady alla voce, alla chitarra, al mandolino ed al bouzouki, il già citato Andy Irvine, Donal Lunny al bouzouki ed alla chitarra, Liam O’Flynn alle uilleann pipes e al tin whistle, Paddy Glackin al fiddle, Matt Molloy al flauto, Noel Hill alla concertina…difficile anche solo immaginare una band composta da tanti elementi di tale prestigio.

La storia stessa di questi Liberty Tapes è veramente singolare, e bisogna dare atto a Paul Brady della lungimiranza a suo tempo dimostrata: lasciamo che sia lo stesso Paul a raccontarci, nelle note di copertina, la storia di queste registrazioni:

“Nella primavera del 1978 avevo realizzato Welcome Here Kind Stranger, il mio primo album solistico, ma anche il mio ultimo disco di musica legata esclusivamente alla tradizione irlandese. Il 21 luglio dello stesso anno il disco veniva lanciato con un concerto alla Liberty Hall di Dublino. (…) Avevo deciso per l’occasione di unire alla band che aveva partecipato alle registrazioni di Welcome Here anche musicisti come Paddy Glackin, Matt Molloy e Liam O’Flynn; con quest’ultimo avevo condiviso l’esperienza dei Planxty. Nonostante la bravura dei singoli musicisti, l’impresa di ricreare le atmosfere del mio disco era molto ambiziosa: c’era stato pochissimo tempo per le prove, dato che ognuno era impegnato con i propri progetti musicali. Inoltre la musica era molto complessa, con arrangiamenti veramente complicati. Sapevo che sarebbe stata la prima ed ultima volta che questa formazione avrebbe suonato insieme (…). Consapevole di ciò, poco prima dell’inizio del concerto decisi che sarebbe stato bello registrare il tutto. Il tecnico audio era quella sera Brian Masterson, che conosceva a perfezione la mia musica, essendo stato lui a registrare il disco, nei Lombard Sound Studios di Dublino. Venne usato un registratore a bobine che mi portai da casa per l’occasione. Anche il nastro, che comprai all’ultimo minuto, era di qualità amatoriale, per nulla adatto a registrazioni di tipo professionale.

Alla fine del concerto portai i nastri a casa, e lì…scomparvero. Quando li cercai, qualche mese dopo, erano introvabili. Anche in seguito, di tanto in tanto, mi capitò di cercarli, ma sempre senza risultato. Mi dimenticai completamente di queste registrazioni. Nel novembre del 2000, frugando nel solaio, ritrovai i nastri in questione in una scatola, sotto alcuni dischi. Decisi subito di trasferirli in un CD, ma non sapevo nemmeno se, a distanza di 23 anni, quei nastri fossero ancora ascoltabili. Ebbi una piacevole sorpresa: il sound era ottimo, e il bilanciamento voce-strumenti risultava eccellente. Risultato ancora più notevole, considerando che quella sera nessuno sul palco pensava al registratore in funzione: bravo Brian Masterson!”

Questa l’affascinante storia dei Liberty Tapes di Paul Brady. Si può solo aggiungere che le songs e i momenti magici che avevano già caratterizzato Welcome Here Kind Stranger ci sono tutti, da “Don’t Come Again” alla stupenda “Lakes Of Pontchartrain”, da “The Creel” a “Jackson And Jane” fino a “I’m A Youth That’s Inclined To Ramble”; ma il gioiello più bello, come molti di voi avranno già immaginato, arriva alla fine, con la splendida, struggente “Arthur McBride”: sette minuti di emozione pura, regalata dalla voce e dalla chitarra di Paul Brady, a farci chiedere ancora una volta cosa sarebbe successo se lo stesso Paul non avesse deciso in seguito di intraprendere strade musicali tanto differenti. Ma purtroppo è risaputo, la storia non si fa con i “se”…

Non ci resta quindi che chiudere gli occhi e fare con emozione questo lungo salto all’indietro nel tempo: Dublino, Liberty Hall, venerdì 21 luglio 1978…

                                                                                                          Alfredo De Pietra

Paul Brady: The Liberty Tapes – PeeBee Music– PBMCD001

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