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Llio Rhydderch: Enlli Pensi all’arpa nella musica celtica, e le prime associazioni mentali ti portano all’Irlanda di O’Carolan o alla Bretagna di Alan Stivell. E invece, naturalmente, c’è dell’altro: in quell’autentico scrigno nascosto che è la musica gallese c’è – tra l’altro – anche una tradizione arpistica di prim’ordine, che si trasmette in modo ininterrotto da un gran numero di secoli. Per tutto questo tempo, e fino ai nostri giorni, nel Galles l’arte di suonare l’arpa è stata tramandata ad orecchio dal maestro all’allievo, di generazione in generazione. L’arpista gallese Llio Rhydderch può essere perfettamente inserita all’interno di questa linea ininterrotta di grandi arpisti, essendo stata allieva della grande Nansi Richards (Telynores Maldwyn), universalmente riconosciuta come “la regina” della Welsh triple harp: Llio è, in altri termini, la discendente in linea diretta di una serie di arpisti gallesi che affonda le sue radici fin nel Galles del sesto secolo. Del resto, la stessa contea natale della Rhydderch, Anglesey, svolge un ruolo fondamentale all’interno di questa linea legata alla trasmissione orale dei segreti dell’arpa, e ciò è testimoniato da documenti risalenti addirittura alla metà del quattordicesimo secolo, e la Rhydderch stessa è ben orgogliosa di partecipare a questa specie di staffetta temporale, insegnando la propria antica, nobile arte ai suoi allievi, assicurando così il passaggio del testimone alla prossima generazione di musicisti. Trattandosi di una tradizione in movimento è evidente che la musica gallese per arpa sia notevolmente cambiata nel corso dei secoli, adattandosi alle diverse necessità e circostanze dei tempi; quel che è certo è che l’arpa si è trovata in Galles perfettamente a proprio agio sia nelle corti dei principi – dove, sin dal decimo secolo, raggiunse uno status di notevole importanza – sia nelle umili case dei contadini, dove abili mani di arpisti poveri e incolti riuscivano tuttavia ad assicurare il divertimento e l’interesse popolare nei confronti di questo difficile strumento. Tornando definitivamente al Galles del ventunesimo secolo, Llio Rhydderch è oggi universalmente riconosciuta come la più innovativa ed esperta interprete e compositrice di musica per la particolare Welsh triple harp (vedi riquadro). L’arpista gallese, oggi non più giovanissima, è giunta alla consacrazione artistica solo negli ultimi anni, e grande è oggi la stima dei suoi colleghi nei suoi confronti: solo per citare un paio di esempi, la Rhydderch è stata invitata da Donal Lunny a Dublino per le celebrazioni del RTE Millennium 2000, e John Cale (sì, proprio quello dei Velvet Underground…) ha scelto la musica dell’arpista per la colonna sonora del proprio film “Beautiful Mistake”. E la “bibbia” della musica tradizionale, il periodico inglese Folk Roots, ha detto di lei: “in Llio Rhydderch possiamo ammirare in tutto il suo splendore la tradizione vivente dei vecchi arpisti gallesi, in lei, abilissima, brillante e creativa esperta della triple harp”. Tra l’altro la collaborazione artistica con Donal Lunny continua tuttora: Llio può essere infatti ascoltata anche nel recente album del musicista irlandese Journey – The Best Of Donal Lunny. La casa discografica gallese Fflach:tradd, impegnata da anni nella valorizzazione dei tesori nascosti della musica del Galles, vede nella Rhydderch l’occasione di rinverdire, anche da un punto di vista discografico, i fasti della tradizione arpistica gallese, ed è proprio per questa etichetta che nel 1997 viene pubblicato il primo album solistico della Rhydderch, Telyn, che si rivela una sicura dimostrazione del fatto che la Welsh triple harp ha ancora oggi, in quella regione del Regno Unito, un enorme potenziale artistico da esprimere. Il secondo album dell’arpista di Anglesey vede la luce nel 2000: è Melangell, ed è anche il CD che riceve recensioni entusiastiche sia in patria che all’estero. Lo stesso British Council scopre Llio, e la nominerà ambasciatrice della cultura britannica all’estero: è ad esempio in questo contesto che la Rhydderch si esibisce anche a Roma, nel marzo del 2001, nel contesto della rassegna Celtic Connections. La grande competenza di Llio è testimoniata inoltre dalla redazione di “The Harpers Of Llannerch-y-Medd” (2000), un volume sulla storia dell’arpa e dei suoi solisti nella regione di Anglesey, nel corso dei secoli. Ovvio e quasi scontato ricordare infine che da molti anni la Rhydderch è ospite fissa dei principali harp festival mondiali, come l’Edinburgh Harp Festival e l’Auvergne Folk Festival. Di recentissima pubblicazione, Enlli è il terzo CD di Llio Rhydderch, e una delle sue track è presente nel sampler di Keltika di questo mese. A pubblicarlo e sempre l’etichetta Fflach:Tradd, e può essere ordinato direttamente presso la stessa casa discografica: www.fflach.co.uk , indirizzo di posta elettronica: info@fflach.co.uk L’isola di Bardsey, o Ynys Enlli in lingua gallese, è situata nei pressi nella costa settentrionale del Galles, alla fine della penisola di Llŷn. Quest’isoletta, cui l’arpista ha dedicato un’intera suite, che dà nome all’album, è stata un luogo di pellegrinaggio sin dalla fine del quinto secolo, quando l’abbate Cadfan vi costruì il proprio monastero. Stando alla leggenda i corpi di 20000 (ventimila!) santi sono tuttora sepolti nell’isola, che continua pertanto ad essere luogo di pellegrinaggio anche ai nostri giorni. La maggior parte dei brani del disco è stata composta dall’arpista di Anglesey con il cuore rivolto alla mistica isola di Enlli: così, ad esempio, “Clychau Clynnog” trae ispirazione dai pellegrini che vi si recavano, e che facevano sosta, sulla terraferma, nella chiesa di Clynnog Fawr prima di procedere verso l’isola. Il CD comprende anche un prezioso bonus, un DVD (orgogliosamente presentato come il primo DVD in assoluto che abbia a che vedere con la musica tradizionale gallese) che ci presenta l’aspra bellezza dell’isola di Ennli, ad opera del regista Meic Shoring: la splendida musica composta dalla Rhydderch è il perfetto complemento a commento sonoro di posti così suggestivi. “Llwyn Onn & Aber Lleiniog” è il brano tratto da Enlli che potrete ascoltare sulla compilation di questo mese, e consta in realtà di due distinte composizioni. Una cosa va precisata: non ci sentiamo di analizzare da un punto di vista critico la musica di questo prezioso album. Tale è la bellezza della melodia e la perfezione dell’esecuzione che le parole sembrano inadeguate a qualsiasi commento. Probabilmente la cosa migliore, ascoltando la musica di questo album, è chiudere gli occhi e immaginare di trovarsi su questa magica isoletta nei pressi delle coste del Galles…
Testo di Alfredo De Pietra Riquadro: La Welsh triple harp (1110 caratteri, spazi compresi)
Il ruolo principale nella storia della musica per arpa nel Galles è detenuto dalla triple harp, così denominata perché dotata di tre file di corde. Le due file esterne sono accordate secondo la scala diatonica, mentre i semitoni si trovano sulla fila centrale. L’origine di quest’arpa non è però autoctona: quella che poi diverrà la Welsh triple harp nasce infatti nel corso del XVI secolo in Italia, e le sue dimensioni originarie erano molto più piccole dello strumento attuale. È verso la fine del XVII secolo che quest’arpa giunge in Galles, e lì gli artigiani locali decidono di ingrandirla notevolmente, fino alle sue attuali dimensioni. La tipica sonorità della triple harp deriva in gran parte dalla sua struttura fisica, e particolari tecniche di esecuzione si rendono necessarie per una resa ottimale di questo difficile strumento. Probabilmente la più grande arpista di Welsh triple harp del XX secolo è stata Nansi Richards (Telynores Maldwyn), detta “la regina” della triple harp, a sua volta insegnante di Llio Rhydderch, sempre più proiettata verso la figura di “nuova regina” dell’arpa gallese. Testo di Alfredo De Pietra Copyright © New Sounds 2000 |