Liz Carroll
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Liz Carroll – Lake Effect

Testo di Alfredo De Pietra

Tradizionalmente originale

Eccellente fiddler, ma ancor di più ottima compositrice, Liz Carroll si conferma con Lake Effect artista di assoluto livello. Un brano oscillante tra musica irlandese, jazz e classica nella compilation di questo mese.

Sin dall’età di diciotto anni, quando riuscì a imporsi all’attenzione della critica aggiudicandosi il Senior All-Ireland Championship (siamo nel 1975), Liz Carroll è uno dei personaggi più riveriti della musica tradizionale irlandese: le sue registrazioni e le sue apparizioni in concerto e in spettacoli radio-televisivi collocano oggi il suo fiddle ai vertici della musica celtica. E la cosa forse più degna di nota è che in un mondo musicale in cui il brano tradizionale la fa da padrona, Liz Carroll si è riuscita a conquistare questa fama sostanzialmente grazie alle proprie composizioni: oltre duecento i brani da lei composti, con i quali la violinista ha vinto nel 1994 un National Heritage Award della N.E.A. (National Endowment for the Arts), una delle più alte onorificenze americane per qualsiasi musicista; è stata nominata artista dell’anno dall’”Irish Echo”, e il suo disco Lost In The Loop ha vinto nel 2000 il premio come Celtic Album of the Year della Association for Independent Music.

Liz Carroll nasce a Chicago nel 1956 da genitori originari delle contee di Limerick e Offaly. Fu il padre a istradarla alla musica tradizionale irlandese già all’età di cinque anni, ma solo qualche anno dopo venne presa la decisione di iniziare lo studio del fiddle.

Certo, la foltissima comunità irlandese di Chicago fu fondamentale nello sviluppo artistico della giovanissima fiddler, che prese a frequentare la locale Irish Traditional Musician’s Association, ma che si rese ben presto conto della sua naturale predisposizione alla composizione: “Improvvisamente mi venne in mente una melodia che di sicuro non era mai esistita prima – ricorda Liz Carrol – e fu una sensazione del tutto particolare, diversa da quando imparavo una tune, o ne ascoltavo una per la prima volta.

Il talento di Liz Carroll venne ben presto notato nel giro discografico, tanto è vero che la prestigiosa Green Linnet (http://www.greenlinnet.com) la mise sotto contratto sin dal suo album di esordio, l’omonimo Liz Carroll (1988).

In parallelo a una produzione solistica, la violinista sviluppa naturalmente anche altri progetti: è tra le fondatrici delle Cherish The Ladies e del trio Trian (con il chitarrista degli Altan Daithi Sproule e l’accordionist Bill McComiskey), e suona anche con Mick Moloney (Green Fields of America); non mancano neanche le escursioni in campo “classica” (First American Congress con Yehudi Menuhin all’Università del Maryland, 1988) e rock (tour con Don Henley).

Il secondo album solistico di Liz Carroll, il già citato Lost In The Loop (2000), arriva a ben dodici anni dal disco precedente, periodo in cui la violinista è maggiormente impegnata sul “fronte familiare” nei ruoli di moglie e madre.

Arriviamo così al 2002, anno in cui Carroll pubblica, sempre per la Green Linnet, l’eccellente Lake Effect, distribuito in Italia da IRD (http://www.ird.it/), che presentiamo questo mese sul nostro sampler con “Catherine Kelly’s/Lake Effect”. Quello che colpisce maggiormente in questo disco è la capacità di Liz Carroll di comporre una musica che si direbbe veramente senza tempo. Quasi l’intero album è composto infatti da brani originali, ma è veramente incredibile come tutti questi suonino perfettamente “in linea” con la tradizione. A tratti si ha veramente la sensazione che potremmo ritrovarci ad ascoltare tra qualche anno qualcuno dei pezzi di Lake Effect in una raccolta di “classici irlandesi”! Certo, anche il line-up dell’album in questione è di assoluto livello: lo spumeggiante fiddle di Liz Carroll è accompagnato dal nostro vecchio amico Máirtín O’Connor all’accordion, dal chitarrista dei Solas John Doyle, da Michael Aharon al piano e al violoncello, Liz Knowles al fiddle e alla viola, Kieran O’Hare al low whistle. Chico Huff al basso e Emedin Rivera alle percussioni conferiscono al tutto un gradevole, moderato gusto “latin”.

Qualche parola in più merita proprio la track che abbiamo scelto a presentare Lake Effect ai lettori di Keltika: “Catherine Kelly’s/Lake Effect” è una medley composta da uno dei pochissimi tradizionali presenti sull’album (“Catherine Kelly’s”, una slip-jig) seguita dall’originale “Lake Effect”. Quello che rende veramente particolare questo brano è la sua strepitosa interpretazione, ad opera – in pratica – di un quintetto d’archi: assieme a Liz Carroll troviamo infatti il Turtle Island String Quartet, composto da Evan Price (violino), David Balakrishnan (violino baritono), Danny Seidenberg (viola), e Mark Summer (violoncello): una divertentissima escursione in quella “terra di nessuno” posizionata in un posto immaginario tra l’Irish traditional, la musica classica sperimentale e il jazz. Veramente notevole.