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Lisa Moscatiello & Rosie Shipley – Well Kept Secrets Intervista di Alfredo De Pietra Ammiccanti allusioni? La cantante italo-americana ci svela in questa intervista esclusiva il simpatico “segreto ben mantenuto” cui fa riferimento il titolo dell’ultimo suo album in coppia con la brava fiddler Rosie Shipley. Due track sulla compilation di questo mese. Lo ammettiamo: quando, qualche mese fa, leggemmo su un thread di un forum dedicato alla musica celtica la notizia della pubblicazione dell’album Well Kept Secrets, la prima cosa che ci attirò fu il cognome dell’autrice, dalla sonorità così evidentemente italiana: Moscatiello… E a dire il vero il nome di Lisa Moscatiello (http://lisamoscatiello.com), per l’occasione insieme a quello di Rosie Shipley, ci giungeva abbastanza nuovo. Attirati dalle origini italiane dell’artista, ma anche incuriositi da quei “segreti ben mantenuti” cui il titolo dell’album faceva riferimento, ben presto siamo entrati in contatto con questa cantante italo-americana, che si è detta felice di condividere con i lettori della nostra testata un paio di brani tratti da questa sua ultima fatica discografica. Andando ad approfondire le notizie su Moscatiello, abbiamo scoperto che questa cantante-chitarrista, nata nel 1966 ad Arlington, è una delle vocalist più apprezzate negli States, al punto che il prestigioso periodico “Dirty Linen” non ha esitato a definire la sua voce come “una delle più belle oggi in America”. L’ascolto di Well Kept Secrets non ha fatto altro che confermarci quanto di buono avevamo letto su di lei: Lisa Moscatiello è una grande interprete, perfettamente a suo agio con il materiale “celtico” di questo album in coppia con la fiddler Rosie Shipley, ma ugualmente convincente quando decide di percorrere altre strade musicali (“Mon Cher Amant”, cantata in francese, è una vera gemma…) Il titolo dell’album, questi “segreti ben custoditi”, è abbastanza intrigante… “È stata un’idea di Rosie: guardando la foto che avevamo scelto per la copertina del disco, diceva che sembrava che stessimo ammiccando pensando a qualcosa di segreto. Se proprio volete saperlo…la realtà è che in quella foto io stavo in piedi su un mattone, per non sfigurare accanto a Rosie, che è molto più alta di me!” Cosa ci dice del suo cognome, italiano al 100%? “Beh, a dire il vero io sono italiana solo al 50%...i miei nonni paterni arrivarono in America negli anni Venti. Si incontrarono qui, anche se entrambi provenivano da due paesini a pochi chilometri di distanza, in provincia di Avellino: la nonna era di Cervinara e il nonno credo fosse originario di un paese chiamato Castella, ma non sono sicura del nome del posto. Tutti e due arrivarono a Ellis Island, come tanti altri emigranti, e si stabilirono a New York, nel quartiere di Brooklin. Mio padre crebbe lì. Tuttavia, come dicevo prima, non sono cresciuta in una tipica famiglia italo-americana. Mia madre infatti era protestante, e così anche io sono stata educata secondo i dettami di questa religione. E poi io sono cresciuta a Washington, una città dove non ci sono molti emigranti. Di certo però c’è una cosa che ho assorbito dai miei parenti italiani, ed è la passione per la musica, e in particolare per la musica con un forte senso della melodia.” E questa passione per la musica irlandese? “Ecco…questa è una delle cose che mi viene chiesta più di frequente, com’è possibile che una italo-americana si innamori della musica irlandese! Tornando a mio padre, era un appassionato di musica operistica, in particolar modo di Puccini: sono cresciuta ascoltando le splendide melodie della Tosca, della Boheme, della Madame Butterfly, e così ho imparato ad apprezzare il bel canto. Forse è per questo motivo che continuo ad amare le belle, tristi ballad che arrivano al cuore di chi ascolta. A questo dobbiamo aggiungere che la Washington della mia adolescenza, ovvero degli anni Ottanta, era piena di musica irlandese. Nonostante non sia una città con molti emigrati di origine irlandese, almeno in confronto a posti come Baltimora o New York, a quell’epoca vi era un notevole interesse nei confronti di questa musica, in gran parte per la presenza della Irish Tradition, una band proveniente da New York City che vedeva Billy McComiskey all’accordion, Brendan Mulvihill al fiddle e Andy O’Brien, voce e chitarra. Avevano veramente un successo notevole: erano molto carismatici, ed erano diventati quasi un oggetto di culto. E si badi bene, non da parte degli emigranti irlandesi, ma da parte degli hippies e dei seguaci delle culture alternative! I loro dischi di quegli anni erano molto belli, ma il loro successo non uscì dall’ambito locale. La loro musica era piena di ritmo, ma semplice, immediata, immune dal virtuosismo. A quell’epoca io ero una teen-ager e mi interessavo di folk music, ma non necessariamente di musica irlandese; solo, uno dei miei vicini di casa si occupava di Irish traditional e così, col tempo, questa cominciò a entrarmi nel sangue.” E la sua unione artistica con Rosie Shipley? “Risale a circa dieci anni fa. La incontrai che suonava al J.Patrick’s, un pub irlandese di Baltimora. All’epoca lei aveva poco più di quindici anni, mentre io ne avevo ventotto. Nonostante la giovanissima età, Rosie suonava con una grande maturità e con un gusto veramente notevole. E poi, nonostante la bravura, non è mai stata un tipo presuntuoso, e per me questo è molto importante: al contrario, suona sempre con grande ritegno. Ha imparato il fiddle da Brendan Mulvihill, e ha suonato anche con Billy McComiskey: insomma, fin da ragazzina ha avuto modo di assorbire le modalità esecutive della band Irish Tradition di cui le parlavo, e anch’io, cresciuta in quello stesso ambiente, non ho avuto alcuna difficoltà a “inserirmi” nella sua scia. Rosie e io iniziammo così a suonare in una band che si esibiva al J.Patrick’s, e dopo qualche tempo decidemmo di iniziare con qualche arrangiamento. Realizzammo un demo e iniziammo a provare a fare qualche concerto in duo. Il nostro demo ci è parso all’altezza di traformarsi in un album, e questo è stato l’inizio di Well Kept Secrets…” Presentiamo la bella voce da contralto di Lisa Moscatiello, e questo suo “segreto ben custodito” con “Here’s A Health To All True Lovers”, canzone d’amore “notturna” e con metafore soprannaturali appresa da Moscatiello da un disco della cantante scozzese Belle Stewart. L’abilità al fiddle di Rosie Shipley è invece in piena evidenza nel set di reel “Far From Home”, anch’esso sul nostro sampler di questo mese. |