Jayah
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Jayah – First Egg 

Testo di Alfredo De Pietra

 Una band “a tutto campo”

 Un gruppo composto al 50% da irlandesi e al 50% da italo-americani riesce nel difficile compito di coniugare tradizione irlandese, pop, jazz ed elettronica. Una musica veramente differente.

 Ancora una volta qualcosa di veramente nuovo, nel campo della musica celtica, ci arriva dall’America. Per essere più precisi la band newyorkese Jayah è composta da musicisti irlandesi (ma con un pizzico di tricolore italico, come vedremo in seguito) trapiantati nella grande mela ormai da tempo.

La novità consiste nel gioco “a tutto campo” di questa band, che non esita a mescolare nella propria musica stili e influenze di ogni genere: lo spettro sonoro degli Jayah spazia infatti dalla tradizione irlandese al pop, con puntate fino al rock e al jazz. Alla base di tutto, melodie accattivanti e arrangiamenti creativi.

La figura centrale del gruppo è Steve Smallhorne, cantautore dublinese di nascita, che a un certo punto decide di tentare l’avventura americana. Qui le sue prime esperienze sono nel campo della musica teatrale, in cui si va progressivamente affermando come una delle figure più prolifiche e promettenti nel campo della composizione.

È proprio nel Bronx Irish Theatre che Smallhorne incontra la cantante Sheila O’Leary, a sua volta originaria della contea di Kerry. L’idea di lavorare insieme, in quello che costituirà in seguito il nucleo degli Jayah, nasce proprio in quell’occasione. Le indiscutibili qualità canore di O’Leary non sono tra l’altro passate inosservate nel giro dell’Irish music, tanto è vero che di recente la cantante è stata in tour con l’acclamato gruppo dei Solas.

Il resto della band si coagula intorno al duo Smallhorne/O’Leary nel corso di alcune session informali al An Beal Bocht Café di Riverdale: ai due si aggiungono infatti il chitarrista Seamus Daly, proveniente dalla contea di Meath, e il bassista italo-americano Dean Marchi, nativo del Bronx, ma di evidenti origini italiane. Marchi costituisce l’anima jazzistica degli Jayah, avendo alle spalle varie esperienze in big band e in jazz band.

Oggi addirittura la band newyorkese si potrebbe a ragione definire un gruppo italo-irlandese trapiantato negli States, dal momento che, come puntualmente comunicatoci dal dinamico e simpaticissimo manager degli Jayah, Patrick Gilheany (grande estimatore della cucina italiana, tra l’altro!), il posto del chitarrista Seamus Daly è stato preso dall’italo-americano Peter Carruchi.

Sarà anche per questo motivo, ma uno dei massimi desideri della band è proprio quello di fare al più presto un tour italiano!

Quello che colpisce della musica degli Jayah è l’estrema versatilità, il loro muoversi in totale naturalezza negli àmbiti musicali più disparati: non è mai facile saltare con tanta sicurezza da un genere all’altro, e il merito principale delle composizioni di Smallhorne sta proprio nella trasversalità, nella facilità con cui egli riesce a spaziare in modo credibile e onesto dalla tradizione al jazz, dal pop all’elettronica.

L’album di esordio degli Jayah si chiama emblematicamente First Egg: è il primo uovo, il primo pulcino, e come tale va coccolato in modo particolare. Con Patrick Gilheany abbiamo concordato di presentare questo interessante gruppo ai lettori della nostra testata con il brano più “Irish” di First Egg: si tratta della struggente “Erin Go Bragh”, un lamento di invocazione alla mitica madre degli irlandesi, Erin, che dalle sponde d’Irlanda spazzate dal vento richiama i propri figli a tornare in patria.

In realtà, ci narra sempre Gilheany, in origine si trattava di un semplice ritornello “…In Erin, in Erin, in Erin go bragh…” scritto da Steve Smallhorne per le scene finali della piéce teatrale “The Risen People”: questi versi venivano cantati da un coro composto da alcune delle figure più importanti della scena Irish newyorkese, tra cui alcuni membri dei Solas, dei Morning Star e delle Cherish The Ladies. Da notare come gradualmente il doloroso inno di “Erin Go Bragh”

si vada progressivamente sciogliendo in un contagioso motivo, ricco di swing…veramente notevole!

First Egg può essere ordinato presso il sito web www.cdbaby.com/jayah , e Patrick Gilheany ci conferma tra l’altro come imminente il secondo album degli Jayah: con le interessanti premesse di questo album di esordio, siamo realmente curiosi di ascoltarlo e vedere quali strade prenderà la loro musica.