Eilis Kennedy
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Éilís Kennedy – Time To Sail

 

L’Irlanda è terra di cantanti, lo sappiamo bene: sono molte le ugole femminili nate nell’isola di smeraldo, e se proprio si volesse andare a cercare il pelo nell’uovo si potrebbe sottolineare una certa omogeneità generale di queste voci femminili. Ad eccezione infatti di alcuni nomi dalla grande personalità (Mary Black, Triona e Maighread ni Dhomnaill, Dolores Keane, Maura O’Connell), il timbro e la sonorità della maggior parte di queste cantanti risultano spesso abbastanza simili, talvolta difficilmente distinguibili.

Con queste premesse lo sbocciare di un talento canoro eccezionale, caratterizzato per di più da una voce assolutamente personale e “diversa” dalle altre, è da salutare con vero entusiasmo. Stiamo parlando di Éilís Kennedy, il cui recente album di debutto, Time To Sail, è stato – giustamente e universalmente – salutato da critiche entusiastiche sia in patria che all’estero.

Diciamolo subito e chiaramente: Time To Sail è un disco imperdibile. Quando lo abbiamo ricevuto, sinceramente immaginavamo di trovarci di fronte all’ennesima riproposizione in serie di brani Irish trad., ma già una rapida occhiata ai titoli di copertina ci aveva lasciato abbastanza sorpresi: composizioni di Sandy Denny e di Richard Thompson, brani famosi come “Lord Franklin” e “Black Is The Colour”, e quanto ai tradizionali, almeno non erano tra i più conosciuti. Ma la sorpresa si è accentuata, in senso favorevole, già alle prime note della iniziale “Nead Na Lachan/The Rolling Waves”: ricordate la celebre “Foxhunter’s Jig”, di Chieftainsiana memoria? Bene, accorciatela, metteteci sopra un testo in gaelico e avrete una gustosissima filastrocca, arricchita da una tiratissima orchestrazione ritmica. Niente male, come inizio: un brano veramente gustoso, come del resto si conferma l’intero Time To Sail, dall’inizio alla fine.

A questo punto viene quindi naturale chiedersi da dove spunti fuori, così all’improvviso, un album di esordio tanto maturo e profondo, ed ecco quindi la storia di Éilís (si pronuncia “Áilish”) Kennedy, settima di otto fratelli, moglie del proprietario di uno dei migliori music bar di Dingle, nel Kerry, madre di tre figli ed insegnante di fisica e chimica (attualmente in aspettativa per il lancio di questo suo album di esordio).

Éilís canta praticamente da sempre, e se vi trovate a passare da Dingle, la potrete ascoltare tutti i mercoledì sera nella consueta session settimanale del “John Benny Moriarty’s Bar” (www.johnbennyspub.com), per lo più accompagnata alla chitarra da una vecchia conoscenza dei lettori di “Keltika”, quel Tommy O’Sullivan già ospite della nostra testata in occasione della presentazione degli ultimi album di Paddy Keenan e degli Sliabh Notes. Il repertorio della Kennedy è vastissimo, e comprende sia canzoni in gaelico che in inglese: la sua prima partecipazione ad un progetto discografico risale ad oltre dieci anni fa in coppia con un’altra cantante, Mazz O’Flaherty, in un gruppo chiamato The Melting Pot.

La storia di Time To Sail è innanzitutto la storia di un incoraggiamento, da parte di tanti musicisti, nei confronti della cantante irlandese: nel marzo del 2000 la Kennedy fu invitata a partecipare a un tour negli Stati Uniti, come parte di una band di sette elementi comprendente anche il chitarrista William Coulter e il violoncellista Barry Phillips. Il successo incondizionato della cantante tra gli addetti ai lavori, “rimbalzato” anche in Irlanda, , spinse la Kennedy a entrare in sala d’incisione nel settembre del 2000. Non si può certo dire che Time To Sail sia stato un album registrato in fretta, se è vero che la sua produzione ha richiesto oltre un anno di lavoro: è infatti stato pubblicato nel dicembre del 2001, e da allora è stato tutto un susseguirsi di recensioni positive. L’”Irish Times” ne parla come di “un debutto sensazionale, una magnifica raccolta di brani”; per “Hot Press” è “un entusiasmante mix di musica tradizionale e contemporanea”, e l’ “Irish Music Magazine” scommette sulla Kennedy parlandone come di “uno dei più importanti talenti vocali in assoluto”.

Quel che è certo è che questo album è un ottimo esempio di quella fusione – che ha sempre posto non pochi problemi di realizzazione, almeno sul versante Irish – tra musica irlandese e inglese. E anche per quel che riguarda l’orchestrazione e l’arrangiamento, c’è veramente da fare i complimenti alla Kennedy: attorniata da musicisti di grande valore, tra cui spiccano Máire Breathnach al fiddle, i già citati Phillips e Coulter, Virginia McKee al clarinetto e Bruce Abraham alla chitarra slide, la cantante di Dingle ha realizzato un disco dal sound assolutamente moderno e intrigante, pur nel rispetto della tradizione.

È sufficiente ascoltare uno dei due brani tratti da Time To Sail e presenti sulla nostra compilation di questo mese, “The Factory Girl”, per scoprire l’inventiva (e la filosofia) di questo album: all’inizio si ha la sensazione di una working song sottesa dall’intricato gioco percussivo di Gregg Sheean, che scivola verso un tappeto di chitarra slide e kalimba capace di conferire al pezzo un’atmosfera stranamente caraibica, per finire in un paio di tradizionalissime barn-dance…assolutamente geniale!

Per contrasto, abbiamo chiesto ad Éilís Kennedy anche un secondo brano da Time To Sail, quella “Crazy Man Michael”, composta da Richard Thompson e Dave Swarbrick che rimane, nella memoria dei più, legata indissolubilmente alla voce di Sandy Denny in Liege And Lief dei Fairport Convention: a prescindere dai paragoni, anche questa versione della Kennedy è assolutamente da brivido.

Time To Sail può essere acquistato al prezzo di €13 (+ €2 di spese di spedizione per l’Italia) telefonando alla Ion P.R.: +353-1-6707036. Ulteriori dettagli sull’attività musicale di Éilís Kennedy e sulle modalità di acquisto dell’album sono reperibili al sito web www.eiliskennedy.com

 

                                                                                              Testo di Alfredo De Pietra

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