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Broderick: Cortanze Castle
Per il gruppo anglo-irlandese dei Broderick, Cortanze Castle, il castello di Cortanze, è innanzitutto un luogo della fantasia, un castello in cui continuano a vivere i fantasmi di tutti i grandi della musica folk, lì riuniti per continuare a suonare per l’eternità le loro magiche e splendide melodie. Cortanze Castle è anche il titolo del secondo CD di questa band, ed evidentemente si tratta, con queste premesse, di un interessante album a tema: i Broderick si immaginano intenti a esplorare le varie stanze di questo magico castello, dove incontrano di volta in volta la musica irlandese, bretone, galiziana e finlandese. La produzione di questo disco ha richiesto oltre un anno di lavoro, con il coordinamento e la supervisione di un musicista esperto come Steafan Hannigan, per riuscire a dare ai tredici brani che compongono l’album l’aspetto di un’unica suite. Un progetto senza dubbio ambizioso quanto impegnativo; ma soprattutto un progetto riuscito, visti i risultati. I Broderick sono composti da musicisti di sicuro valore, ancorchè giovanissimi: all’accordion e voce troviamo Luke Daniels, strumentista con alle spalle esperienze importanti (ha suonato per un certo tempo con i De Dannan e nella formazione di Riverdance) e vincitore del BBC Young Tradition Award. Daniels, per inciso, deve essere un profondo estimatore della musica del sud Italia, visto che il suo unico album solistico – per la BBC uno dei migliori folk album dell’anno – si intitola Tarantella. Il fiddler Colm Murphy è irlandese di Castlemartyr, contea di Cork. Oltre al violino Murphy suona anche il bodhrán e il piano. L’elemento femminile dei Broderick è Clare Garrard, violinista e violista di origine classica. Il suono della sua viola contribuisce in buona parte al particolare impasto sonoro della musica dei Broderick. Alla chitarra troviamo Don Oeters: di lui è stato detto che “suona la chitarra come se fosse una batteria”, visto che le sue origini sono proprio quelle di percussionista e vibrafonista, con le più disparate esperienze musicali. Dal mondo del jazz proviene infine il contrabbassista Rick Foot, che ha suonato con alcuni dei più importanti jazzisti inglesi, da Evan Parker a Dick Heckstall-Smith. Questi curriculum vitae rendono facilmente conto dell’eclettismo musicale dei Broderick, una band che aspira in modo evidente a non farsi incasellare in una categoria ben precisa: certo, l’Irish traditional è alla base della loro musica, ma non mancano i brani che rimandano alle altre regioni della tradizione celtica e alle regioni finniche. I Broderick nascono a Southampton, in pub come O’Malleys e The Talking Heads, dove Murphy, Oeters e Garrard si incontrano per le periodiche session serali. Nella primavera del 2000 i tre vengono a sapere dell’apertura di un folk club a Oxford, e decidono di andarci a suonare. Ad ascoltare i tre di Southampton si trova casualmente Luke Daniels. Dopo alcune pinte e altrettante tune insieme, l’idea di formare una band prende corpo: è la nascita dei Broderick. In seguito alle prime prove in studio viene arruolato un altro musicista di Southampton, il bassista Rick Foot. Il gruppo inizia la consueta trafila dei festival estivi inglesi, cui seguono i primi concerti in America e anche da noi in Italia, e la pubblicazione del primo disco per l’etichetta Offspring Records dell’esperto Steafan Hannigan, intitolato Kissing Fishes (2001). Quest’album viene accolto con grande successo dal pubblico inglese, ma i Broderick commettono un errore: in molte delle track di Kissing Fishes è presente la splendida voce femminile di Airavata. Al momento di iniziare il loro tour di lancio del disco, però, Airavata decide di andare per la sua strada, e i Broderick non si preoccupano di rimpiazzarla con un’altra vocalist: come risultato, l’assenza della cantante presente nei brani di Kissing Fishes ai concerti della band lascia il pubblico deluso e disorientato dal brusco e imprevisto mutamento di rotta. I Broderick imparano la lezione, e in questo secondo, recentissimo Cortanze Castle, è l’esperto Luke Daniels a occuparsi anche delle parti canore. Il repertorio del gruppo si conferma nettamente orientato verso la musica tradizionale irlandese, con brani come “Johnny O’Halloran’s”, il set di jig “Christmas Eve” e un trio di slide originarie dello Sliabh Luachra, ribattezzato “Donaldo’s No. 9”. Ma a guardar bene tra i titoli di Cortanze Castle si trova veramente un po’ di tutto, da una “Swedish March” ad alcune “Finnish Polkas”, dal valzer “Indosesta”, originario della Galizia, a un an dro bretone. Ai Broderick piace cioè giocare a tutto campo, e va dato loro atto che i rischi di dispersività e disomogeneità, insiti in un’operazione di questo genere, sono abilmente evitati: Cortanze Castle è essenzialmente “un album dei Broderick”, che riescono a padroneggiare con disinvoltura un materiale sonoro spesso molto eterogeneo. Andando alle influenze della band, per qualsiasi gruppo folk inglese c’è, anche inconsapevolmente, da fare i conti con i due gruppi storici del passato, i Fairport Convention e gli Steeleye Span. Bene, i Broderick non sono riconducibili a nessuna di queste due esperienze, e se proprio dovessimo andare a cercare qualche analogia con i grandi del passato, sarebbe forse riscontrabile una qualche affinità con i Pentangle, pur nella diversità delle personalità e delle rispettive formazioni. Cortanze Castle è ospite della compilation di questo mese di Keltika con due brani: la famosissima “As I Roved Out” che viene qui rielaborata in modo assolutamente personale, e la gustosissima “Isle Of Lucy”. Quest’ultimo è un set composto da due gighe che come per incanto esitano, in modo assolutamente inatteso, in un an dro bretone! Per l’occasione si uniscono ai Broderick il fiddler Declan Folan e il produttore/percussionista Steafan Hannigan. Cortanze Castle può essere acquistato direttamente presso il sito web della Offspring Records: www.offspringrecords.co.uk
Testo di Alfredo De Pietra Copyright © New Sounds 2000 |