|
|
Alan & John Kelly – Fourmilehouse Se dovessimo indicare un disco che esemplificasse in modo semplice le caratteristiche della musica tradizionale irlandese, non avremmo difficoltà a indicare questo ottimo Fourmilehouse, opera prima dei fratelli Alan e John Kelly: dodici brani strumentali che riescono a coprire l’intero spettro di colori e sensazioni che solo questa musica può dare, a base di reel e jig eseguiti con gusto ed energia. Soprattutto con quella naturalezza e con quella semplicità che solo chi ha una lunga frequentazione di questa musica riesce a far trasparire dalla propria arte. E difatti questa musica scorre nel sangue della famiglia Kelly, originaria di Roscommon, da svariate generazioni. Un loro nonno suonava il fiddle; la nonna suonava la fisarmonica. Frank, padre dei fratelli Kelly, originario della località di Fourmilehouse, nel sud della contea di Roscommon (da qui il nome dell’album), era un apprezzato accordionist che si era aggiudicato lo All-Ireland Senior title per questo strumento nel 1964, mentre la madre, Mary Ryan, si cimentava con successo al piano e al sassofono (!): papà e mamma Kelly, tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, erano stati membri della Killina Céili Band, un gruppo che comprendeva anche il fiddler Paddy Ryan, cugino di Mary e uno dei primi maestri di musica per i due pargoli di casa Kelly. Racconta Alan Kelly: “Quando eravamo bambini, furono Paddy e mio padre a insegnarci i primi rudimenti della musica”. E aggiunge il fratello John: “E per molti dei brani che abbiamo inciso per questo nostro album di esordio siamo ricorsi proprio alla notazione musicale scritta a quei tempi da Paddy! Non avevamo suonato quei pezzi per anni, e quindi li abbiamo dovuti imparare di nuovo.” Mossi da una tale spinta a livello familiare, entrambi i fratelli iniziarono ben presto ad apprezzare la musica tradizionale e lo studio di uno strumento divenne una cosa naturale: Alan Kelly rimase ben presto colpito dalla maestria del grande Phil Cunningham, accordionist dei Silly Wizard: “Mi capitò di ascoltare Phil Cunningham alla radio, e non riuscivo a credere che una musica così bella e ricca potesse scaturire da quello strumento.” John invece iniziò ad appassionarsi al tin whistle e al flauto, citando tra le sue principali influenze artistiche Mary Bergin per il whistle, e i flautisti della propria regione Patsy Hanley, John Carlos e Frank Jordan per quanto riguarda il flauto. Fourmilehouse testimonia quanto lunga sia la strada percorsa dai due fratelli. È la prima esperienza solistica per John, peraltro già presente in alcune track dei due solo album del fratello Alan (Out Of The Blue del 1996 e Mosaic del 2000). A sua volta Alan, oltre ai sopra citati album, ha partecipato a diversi progetti discografici di altri autori, tra cui vanno ricordati Loosely Connected di Niamh Parson (1992), Morning Rory (1996) e Fused (2000) di Michael MCGoldrick, e l’anno scorso Seansongs di Seán Keane, presentato su uno degli ultimi numeri di “Keltika”. Il repertorio scelto da Alan e John Kelly per questo loro album di esordio è una serie ben calibrata di celebri standard, come ad esempio lo splendido “The Parting Glass/The Duke Of Leinster”, uno slow reel reso popolare dal grande fiddler di Sligo Michael Coleman nel 1927, alternati ad accattivanti composizioni dal sapore più moderno come “Diplodocus” di Liz Carroll, “Harp And Shamrock” di Pat Crowley e “Palm Tree” di Billy McComiskey. Ad accompagnare i due fratelli Kelly, in modo veramente esemplare, sono il grande chitarrista Arty McGlynn, il percussionista Jim Higgins, l’organista e pianista Rod McVey, il suonatore di bouzouki Cyril O’Donoghue, il pianista e banjoista Bian McGrath e infine il bodhránist John Moloney. Sulla compilation di questo mese Fourmilehouse ci viene presentato dalla sua opening track, la briosa ed energetica “Mrs Crehan’s/Quinn’s/The Boys Of Portaferry”, uno splendido set di reel. Fourmilehouse, pubblicato dalla Compass Records (www.compassrecords.com), può essere acquistato in Italia tramite la distribuzione della I.R.D. di Milano.
Testo di Alfredo De Pietra |