2 giugno 2005
Il nostro Matrimonio 

   L'Altopiano dei Sette Comuni

   

L'altopiano dei Sette Comuni non rappresenta solo una convenzione geografica, ma un comprensorio accomunato dalla specificità della storia e della lingua: l'altopiano, infatti, è la terra dei Cimbri, antica popolazione di origine germanica, la cui lingua sopravvive ancora oggi nel comprensorio. Oggi l'altopiano offre numerose attrazioni sia per gli sport invernali, sia per le escursioni nella stagione estiva.

La grande guerra del '15-'18, in cui questa terra fu un confine conteso tra Italiani e Austriaci, ha lasciato numerose e drammatiche ferite che il tempo e l'uomo hanno rimarginato senza cancellare: l'altopiano conserva testimonianze di grande valore storico, quali le aree sacre che custodiscono la memoria dei Caduti di ambo le parti.

Asiago - il cui nome deriva dal cimbro Sieghe - è il centro più rappresentativo dell'altopiano. Asiago è raggiungibile da Lugo percorrendo la SP 68 fino a Caltrano (5 km) e da qui la SP 349 "del Còsto" per 23 km; da Velo di Lusiana, occorre seguire la SP 69 per 10 km e poi (in prossimità della frazione di Galgi) la SP 72 "Fratellanza" per circa 11 km. Si tratta di itinerari che non presentano particolari insidie meteorologiche nella stagione estiva.

Di assoluto rilievo la gastronomia: oltre al famoso formaggio di Asiago, prodotto in tre versioni - pressato fresco, mezzano e vecchio - con stagionatura di durata crescente, l'altopiano è rinomato per la produzione di miele, di salumi (tra cui lo speck e la soppressa) e di distillati.

La storia - Il territorio, le escursioni e i Sacrari - Link utili


La Storia

L'altopiano, ricco di selvaggina e di cave di selce, è stato abitato stagionalmente fin dalla preistoria; i primi insediamenti stabili risalgono all'età del ferro, come testimoniano numerosi reperti. A Lusiana ed Enego sono stati trovati anche manufatti dell'epoca romana.

L'Altopiano, territorio un tempo impraticabile e selvaggio, è stato luogo di rifugio per numerose tribù che negli inquieti secoli post-romani varcarono le Alpi: si verificarono immigrazioni germaniche e, subito dopo il Mille, di coloni bavaresi alla ricerca di terre da disboscare e bonificare. La parlata cimbra è da ricondurre a queste popolazioni.

I primi centri a formarsi furono Rotzo, ad ovest, ed Enego, ad est, in corrispondenza dell'avanzare della colonizzazione del territorio dai bordi verso il centro; sorsero nel tempo gli altri paesi - Gallio, Foza, Roana, Lusiana, Asiago - e divennero ben presto Comuni; l'altopiano seguì le vicissitudini dell'Alto Vicentino, passando dalla signoria degli Ezzelini a quella degli Scaligeri e, intorno al 1390, dei Visconti. Nel periodo medievale l'unione fra i Sette Comuni si rafforzò sino al patto della Reggenza, stipulato nel 1310, grazie al quale l'altopiano costituì una milizia comune e si diede una certa autonomia politica e  amministrativa. Nel 1404, la Federazione dei Sette Comuni si alleò volontariamente alla Repubblica di Venezia; la Serenissima garantì le esenzioni e i privilegi indispensabili alla Reggenza, richiedendo alla Federazione la salvaguardia dei confini settentrionali.

Caduto sotto il dominio Napoleonico all'inizio nel 1807, l'altopiano passò all'impero Austro-Ungarico nel 1815; l'Austria ridusse il comprensorio a una pura economia di sussistenza revocando i benefici fiscali risalenti ai Visconti, così da generare un importante flusso migratorio verso altre regioni d'Italia e d'oltremare. Già partecipe al Risorgimento dal 1848 con la Milizia Cimbrica, l'altopiano finalmente si unì al regno d'Italia nel 1866 con la terza guerra d'indipendenza.

La I guerra mondiale, che vide l'Altopiano zona di confine, fu l'evento più tragico e disastroso della sua storia sia per la distruzione degli abitati e del patrimonio forestale, sia per il nuovo esodo della popolazione. La rinascita dell'altopiano avvenne solo dopo la seconda guerra con l'intensificazione delle attività turistiche, con la ricostruzione dei centri e con la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e naturale.


Il territorio, le escursioni e i Sacrari

L'altopiano è formato da due plateau: il primo è alla quota di 1000 m, e vi si trovano i maggiori centri abitati; alle spalle di questo, verso Nord, si eleva il secondo gradone, una catena di montagne che raggiungono l'altezza di 2341 m (Cima Dodici). Durante la prima guerra mondiale furono costruite sull'altopiano numerose mulattiere (sotto), oggi percorribili a piedi o in bicicletta per godere del patrimonio boschivo, ricco della flora della e fauna tipiche delle alpi; dalle parti più alte del comprensorio si gode inoltre di una vista superba dalle Piccole Dolomiti alle alpi trentine e lombarde. Le escursioni di maggiore interesse sono indicate alla pagina Web http://www.altopiano-asiago.it/pagine/escursioni.htm

 

Per gli appassionati di storia ed escursionismo segnaliamo senz'altro la suggestiva area sacra del Monte Ortigara (2106 m, sotto a sinistra), avamposto italiano nel 1916 e teatro dell'olocausto delle truppe Alpine. L'Ortigara è raggiungibile da Gallio (3,5 km a est di Asiago sulla SP 76) percorrendo un tratto in auto di 15 km circa verso Nord fino alla cima Lozze (1920 m), dove è situata la chiesa che commemora i Caduti; la strada passa per Campomulo, punto di smistamento logistico nella grande guerra, e presenta tratti sterrati. Dal piazzale di Lozze si procede a piedi tra le mulattiere per superare il dislivello degli ultimi 350 m (pagina Web http://www.caiasiago.it/sentieri/840.htm); la salita a piedi richiede circa due ore e mezza. L'area dell'Ortigara conserva le tracce delle fortificazioni, delle teleferiche, delle trincee ed è di interesse naturalistico, oltre che storico: vi sono infatti presenti specie vegetali quali i pini mughi, i rododendri e le stelle alpine, ed esemplari di fauna quali il camoscio, l'ermellino, l'aquila reale e la lepre bianca. Data la notevole altitudine dei sentieri, è conveniente informarsi delle condizioni atmosferiche prima di intraprendere il cammino verso l'Ortigara.

 

La visita di Asiago propone il Sacrario Militare del Laiten, sul colle omonimo, divenuto il simbolo stesso della città; esso raccoglie le vittime italiane ed austro-ungariche della Prima Guerra Mondiale e fu progettato dall'architetto Orfeo Rossato negli anni '30. Il Palazzo Municipale (sopra a destra), sede della Reggenza della federazione, e il Duomo di San Matteo (il cui nucleo risale al XIV secolo) furono in gran parte distrutti durante la grande guerra; gli edifici vennero ricostruiti in stile alpino neoclassico negli anni '20 utilizzando i pregiati marmi della zona (bianco, rosa e rosso, caratterizzati da delicate venature).  


Altri Collegamenti

è http://www.altopiano-asiago.it (riporta indicazioni dettagliate su itinerari, escursioni, attività sportive nell'altipiano)

è http://www.comune.asiago.vi.it

è http://www.formaggioasiago.it (prodotti tipici e informazioni turistiche sull'altopiano)

è http://web.ascom.vi.it/asiago/ (sito dell'A.P.T. di Asiago)

è www.polentaeosei.it/ Rubriche/formaggiveneti.asp (gastronomia tipica)

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