La radioastronomia è una delle branche dell'astrofisica attraverso la quale è possibile analizzare le emissioni radio emesse dai corpi celesti.

Le installazioni che permettono questo tipo di analisi si chiamano radiotelescopi, e sono costituiti da un'antenna e da un ricevitore ad alta sensibilità.
Le onde radio di origine cosmica possono essere analizzate in un intervallo di lunghezze d'onda che oscilla dai pochi millimetri a parecchie decine di metri.
Le antenne dei radiotelescopi sono costituite, quasi sempre, da riflettori parabolici, simili agli specchi riflettori astronomici ordinari.
Nel fuoco del paraboloide è posto un dispositivo focale che raccoglie la radiazione diretta, sullo stesso, dallo specchio.
Questo dispositivo trasmette l'energia raccolta all'ingresso di un ricevitore dove il segnale, dopo essere stato amplificato e rivelato, viene registrato da un apposito apparecchio che ne misura l'entità.

Il fatto curioso è che lo specchio di un radiotelescopio può non essere costruito in metallo, ma semplicemente fissando una rete metallica ad un'armatura che gli dia una forma più o meno parabolica.

Esistono grandi radiotelescopi sparsi per il Mondo, ma ve ne è uno, in particolare, che è degno di attenzione e curiosità ed è quello di Arecibo (a Portorico) che dispone di una antenna in metallo compatto del diametro di 300 metri... !!!
Questa antenna è collocata all'interno di una conca naturale ed è una antenna spettacolare a vedersi.
Ma esistono anche dei sistemi di radiotelescopi sistemati a schiera come quelli del VLA (Very Large Array) di Socorro nel New Mexico.

Il grado di "sensibilità" di questi apparecchi è dato dal grado di risoluzione che quanto più elevato è, più efficiente è il grado di funzionamento della installazione stessa.
Per raggiungere questi livelli, di solito la radioastronomia fa uso di una tecnica detta "Interferometria".

Essa consiste nel fatto che segnali provenienti da più radiotelescopi sono raccolti e combinati tra loro da un computer. Vale a dire che due o più radiotelescopi si comportano come fossero un'unico strumento con diametro pari alla distanza tra i telescopi stessi.

Quando la tecnica interferometrica si avvale dell'utilizzo di radiotelescopi posti a grande distanza, l'uno dall'altro, si parla allora di tecnica interferometrica a base molto larga (in inglese, Very Large Base Interferometry), ossia la tecnica VLBI.

Ci si potrebbe dilungare nel parlare di questa tecnica, ma credo che non sia questa la sede ideale e nè, tantomeno, sarei proprio all'altezza di entrare nel merito anche se, avendo studiato fisica e matematica negli anni di liceo e all'università (quando la frequentavo), potrei esserne capace.

Lascio questo compito agli eminenti studiosi e scienziati delle nostre università e centri di ricerca che si occupano di astrofisica, radioastronomia etc. etc. e che certamente sono a favore della divulgazione scientifica presso i giovani e non.

Da umile appassionato per le scienze e, in particolare l'astronomia e l'astrofisica, credo di aver contribuito un pochino nella divulgazione di tali scienze attraverso questa mia web-page.

Comunque per chi volesse saperne di più e documentarsi in merito, avrei da segnalare alcuni indirizzi utili attraverso i quali visitare le relative pagine web. Eccoli:

Istituto di Radioastronomia

Radioastronomia Amatoriale

UAI - Sezione di Ricerca Radioastronomica