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MA CHI CREA I SIMBOLI?

La “via dei simboli”. Un percorso, una strada che ci sta portando ad una sintesi linguistica, ad un uso sempre maggiore della singola parola per definire un concetto.
Viviamo in un mondo di SEGNI, segnali di obbligo, di convincimento, di ammaliamento.
Come avviene la decodificazione, in che modo un SEGNO può diventare un SIGNIFICATO?
Il processo è lo stesso che trasforma il “dato” in “informazione”, ovvero l’attribuzione di una convenzione, che permette di creare quindi una oggettivizzazione. In questo modo il segno si trasforma in SIMBOLO.
Poniamoci anche un’altra domanda: come si creano le chiavi di interpretazione, le convenzioni?
I due soggetti principali di questo processo sono i “comunicatori” dei simboli ed i fruitori degli stessi.
I primi possono attingere dalla conoscenza comune oppure inventare dei nuovi simboli, dando vita spesso ad un nuovo processo di mini-stratificazione culturale.
I fruitori, a loro volta, non devono fare altro che attingere alle proprie conoscenze, dando un significato a volte anche non coerente con la volontà del “comunicatore”, oppure, nel caso di nuovi simboli, decidere come interpretarli e se accettarli o meno.
Mi vengono in mente a proposito due casi che appartengono alla storia dell’architettura.
Pensiamo alla distruzione degli edifici di Ledoux da parte dei rivoluzionari che avevano ad essi attribuito un simbolo di potere. Pensiamo a Bilbao e alla trasformazione di una città industriale in decadenza in una città in cui si vende “immagine”. Pensiamo al rifiuto della popolazione basca di una simbologia nella quale non si riconoscono, perché non fa parte della propria storia, della propria cultura.


Alessia Latini

 

COMMENTO ALL'ARTICOLO: "La via dei simboli" di A.Saggio
leggi l’articolo (http://architettura.supereva.it/coffeebreak/20001215/index.htm)


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