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23 marzo 2002

In concomitanza con la pubblicazione in Francia di Next, Alessandro Baricco partecipa al "Salon du Livre" di Parigi, che quest'anno ha scelto proprio l'Italia come ospite d'onore. 

Per Baricco, firma molto nota ed apprezzata oltralpe, è stata l'occasione per incontrare per la prima volta ha i suoi lettori francesi, i quali gli hanno posto domande su diversi aspetti relativi alla sua scrittura. Si va dalle influenze di autori come Calvino o Nietzsche, alla figura dello scrittore e alla possibilità di insegnare a narrare, sino alla figura di Novecento o alla prima concezione di Oceano Mare. 

Feltrinelli ha registrato integralmente l'intervento parigino (per una durata totale di ca. 60 minuti) che è possibile ascoltare direttamente dal suo sito in streaming audio cliccando qui (il file audio è in formato real media e richiede un player Real Audio). 

Baricco - Salon du Livre Paris 2002

A parte una breve introduzione di Baricco in francese, le risposte sono prevalentemente in lingua italiana mentre le domande sono in lingua francese e italiana.
Di seguito riportiamo una breve sintesi dell'incontro pubblicata sul sito Stradanove:


Salon du Livre - Paris 2002 : L'Italie à l'honneurI segreti di Novecento e City dalle parole dell'autore
di Davide Berselli
Data di pubblicazione: 27/03/02
Stradanove.net

La sala nella quale Alessandro Baricco parla è gremita  all'impossibile già 15 minuti prima dell’inizio dell’incontro. L’autore di “Seta” e “Novecento”, solo per citare i suoi due libri più venduti, è particolarmente amato in Francia per la sua prosa musicale, per l’intreccio fantastico delle sue narrazioni, per l’attenzione amanuense alla parola e al disegno della pagina, ma anche per la semplicità con cui descrive e provoca emozioni. E Baricco, bisogna ammetterlo, emoziona anche quando parla, vantando tra l’altro un’ottima padronanza della lingua francese; cattura l’ascoltatore col suo tono tranquillo e caldo facilmente così come riesce con la penna. 
Ma in fondo, come riconosce lui stesso, “mi sento più un narratore che uno scrittore”. Un narratore che sa raccontare bene le storie, anche se “City”, uscito nel 1999 per Rizzoli, sembra sconvolgere molti dei suoi lettori che non lo capiscono fino in fondo. E lui lo spiega così. “Seta racconta l’esperienza dell’amore coniugale e del tradimento, è una storia che è molto piaciuta, ma è troppo pulita per essere vera, dice cose vere in modo che sembrano non proprio false, ma quantomeno indolori. Non c’è fatica nel leggerlo. City nasce invece per creare difficoltà nel lettore, in modo tale che diventi una persona che si perde in una città che non conosce. Rende più deboli. Se cammini nel tuo quartiere, per le strade che conosci e ami, e senti una musica, forse non te ne accorgi nemmeno. Ma se ti perdi in una città, e senti la musica di una fisarmonica, ti giri e vedi il suonatore, allora sei contento perché ti sentivi solo. Volevo offrire questa sensazione, ed è certamente il libro che amo di più tra quelli che ho scritto”.

Novecento”, il monologo divenuto film ma nato per il teatro, ha riscosso ovunque il favore del pubblico. Non tutti però conoscono alcuni suoi segreti. “Lui, il pianista Novecento, non è mai esistito. Ma Jelly Roll Morton, l’inventore del jazz, il pianista del duello è esistito veramente. E anche il senatore americano che si fece tutto il viaggio, andata e ritorno, in terza classe perché si era innamorato di un italiano che suonava l’armonica. 
Novecento invece è nato da un attore di teatro che ha la faccia sgangherata, la faccia dell’amico di un tipo perfetto. All’inizio, devo confessare, c’erano due storie possibili con lo stesso personaggio; nell’altra il protagonista giocava a biliardo ed era angosciato dalla vita. Pian piano allora elimina tutti i suoi desideri, tranne uno solo, fare un colpo a sette sponde. L’attore che doveva rappresentare il personaggio, Eugenio Allegri, ha preferito il pianoforte”. 
Baricco è un artista fantasioso, narciso, “senza alcuna abitudine; amo scrivere negli alberghi di notte, soprattutto per i pezzi più difficili, allora abbandono città, famiglia, amici, e mi chiudo negli hotels. Dopo che scrivo quindici giorni di seguito non ce la faccio più, per questo che faccio altre cose, per non morire di noia”. 
Come ad esempio creare una scuola di narrazione, la Holden di Torino, perché “è possibile insegnare a narrare, ma anche a scrivere bene. Perché scrivere è come correre, se vuoi andare più veloce hai bisogno di un maestro”. 
L’importante è comunque per Baricco narrare una storia: “Quando hai una piccola storia anche mediocre e qualcuno a cui raccontarla, cosa ti manca nella vita?”, ed è poi per questo che non si preoccupa se il numero dei lettori cala in Italia: “Non c’è perdita di civiltà se qualcuno chiude un libro e va al cinema o legge un fumetto: è comunque narrazione. Quello che mi preoccupa semmai è la televisione: dieci milioni di persone che guardano lo stesso programma invece di scopare o andare a trovare i loro amici”. 
Della globalizzazione protagonista di “Next” è stato detto pochissimo, Baricco ha parlato soprattutto di storie. Perché ripetendoci, come ha scritto in “Novecento”, “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”. E per un po’ di tempo, siamo certi, non mancheranno né l’una né gli altri. 

 

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Ultimo Aggiornamento_Last Update: 30 Apr. 2002