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A fine aprile Baricco torna in libreria con una inedita sceneggiatura scritta nel 1987 a quattro mani con Lucia Moisio, ora docente di sceneggiatura alla Scuola Holden. 

La sceneggiatura (il cui incipit è disponibile qui) ha per protagonista la figura di Farinelli, notissima voce bianca del Settecento; nel personaggio del cantante settecentesco, benché  ad anni di distanza, Baricco rileva alcune analogie con la figura di Novecento, puntualmente dettagliate nel bellissimo post scriptum alla sceneggiatura. 
Alcune copie del testo sono state diffuse in anteprima attraverso il circuito di Bookcrossing.

Ecco come l'editore Dino Audino presenta il testo:

Estate 1986. Alessandro Baricco ha 28 anni e non ha ancora pubblicato niente. Ma ha appena finito di leggere un libro in cui si racconta la storia di Farinelli, la più famosa voce bianca del ’700, forse, come dicono le enciclopedie, il più grande cantante d’opera di tutti i tempi. 
Entusiasta di quella storia che gli pare bellissima, propone alla sua amica Lucia Moisio, giovanissima filmaker, di scriverne insieme un film.
Il film non verrà mai girato, ma il testo qui presentato dimostra come una bella sceneggiatura, come un buon testo teatrale, sia una delle forme narrative più efficaci per raccontare una grande storia, indipendentemente dalla sua messa in scena.
La cosa più sorprendente, poi, come nota lo stesso Baricco nel Post scriptum che chiude il libro, è il rapporto tra Partita spagnola e Novecento. Dice infatti Baricco: “Se ci pensate, il cuore della faccenda è lo stesso: c’è uno che sa fare una cosa da dio e, per assurdo, la fa in una situazione nascosta, protetta e confinata. E la fa per un numero di anni irragionevole, come un gesto da cui non riesce a uscire. Guarda caso, in entrambe le storie il protagonista è un musicista: il più grande cantante, il più grande pianista. Le situazioni sono completamente diverse (una corte settecentesca per Farinelli, un transatlantico degli anni ’20 per Novecento): ma il succo è quello.” 


La scena iniziale di "Partita Spagnola": 

NAPOLI 1711 
1. INTERNO STANZONE SEMIBUIO - NOTTE 

In una vasca piena d´acqua bollente sta un RAGAZZINO di sei anni, completamente nudo; è semiaddormentato, sotto l´effetto di qualche droga.
Nello stanzone ci sono altri cinque PERSONAGGI (adulti) che armeggiano intorno a un tavolo; parlano sottovoce, tengono d´occhio il bambino. Un SESTO PERSONAGGIO sta sulla porta: sembra controllare che non arrivi nessuno.
Il ragazzino viene preso e portato su un tavolaccio. Un medico prepara un rudimentale bisturi e altri strumenti. Legano il ragazzino al tavolaccio, fermandogli braccia e gambe. Il ragazzino continua a essere immerso in una sorta di dormiveglia.
Il MEDICO si avvicina: prova con un ago la sensibilità del ragazzino, che non reagisce. Allora prende il bisturi. In due tengono fermo il ragazzino. Lui apre appena gli occhi, prova ad alzare la testa.
Il medico si avvicina al tavolo. Si china, avvicina il bisturi, ai genitali del ragazzino. Lui solleva la testa, vede il bisturi, si mette a urlare disperatamene, cerca di liberarsi. Una mano gli rimette giù la testa.
Lui rimane lì, con gli occhi sbarrati verso il soffitto, a urlare pazzamente. Con un fazzoletto gli tappano la bocca. L´urlo cessa di colpo. (...)


INTERNO GRANDE SALA DI UN CONSERVATORIO DI NAPOLI - GIORNO 

Una trentina di ragazzini tra gli otto e i dodici anni si esercitano, ciascuno al proprio strumento. Sono tutti vestiti con una tunica nera. Tra di loro si aggirano due MAESTRI: abito da prete, un frustino in mano.
A una parete sono attaccati otto piccoli specchi, disposti in fila, uno poco distante dall´altro. Di fronte a ogni specchio c´è un ragazzino che canta: si guardano fissi nello specchio e provano lunghissimi trilli. Alle loro voci si aggiunge il suono di tutti gli altri strumenti: clavicembali, violini, una tromba, flauti, viole da gamba. Ognuno fa i suoi esercizi nel frastuono generale.

I due Maestri girano e dispensano consigli, rimproveri, qualche frustata. Un bambino si esercita su una tastiera muta, appoggiata sulle ginocchia. Un altro se ne sta lì a piangere silenziosamente, con il suo rudimentale violino in mano, sognando chissà cosa. Davanti ai loro specchi quegli otto continuano a trillare, come macchine. Qualche urlo dei Maestri taglia il babelico frastuono generale.
A un tratto si apre una porta ed entrano un PRETE e un SIGNORE vestito con eleganza discreta, borghese.

PRETE: Ero sicuro che l´avreste notato: una voce bellissima. Pensi che al Corpus Domini, il mese scorso, il cardinale Marezzi in persona ha voluto congratularsi per la nostra cantoria e in particolare ha voluto vedere il ragazzo e lodarlo davanti a tutti...
Il Prete si guarda attorno, cercando qualcuno. Poi si rivolge di nuovo al Signore più sottovoce.
PRETE: ... e ha lasciato anche cento ducati per la sua educazione: una persona nobilissima, un grande cuore...
Gli passa vicino uno dei due Maestri; il Prete lo ferma.
PRETE: Il Boschi, dov´è il Boschi?
MAESTRO: Era qui, dovrebbe essere - (si accorge del Signore). Oh, eminentissimo Maestro!
Il Maestro si inchina. Il Signore risponde con un breve cenno del capo.
PRETE: Il Boschi, cerco il Boschi!
Il Prete va verso la parete degli specchi, il Signore lo segue; mentre si fanno strada tra clavicembali e allievi, in mezzo al frastuono generale, riprende a parlare.
PRETE: Naturalmente quando è arrivato qui da noi era già stato evirato... una caduta da cavallo, han detto i suoi genitori... ma sarei pronto a scommettere che non ci è mai salito su un cavallo, quello... (il Signore sorride)... Per altro si direbbe che questa volta ne sia valsa la pena, ne è uscita una voce davvero...
Camminando sono arrivati vicino agli otto bambini che cantano davanti ai loro specchi.
PRETE: Boschi!
Alcuni ragazzini smettono di cantare e si voltano; il Prete getta uno sguardo tra di loro poi fa un gesto di sconforto.
PRETE: Ricominciate a cantare voi, nessuno vi ha chiamato! (rivolto al Signore). Abbiate pazienza, Maestro, questione di un attimo e lo troveremo. 



Lucia Moisio, torinese. Sceneggiatrice e regista. Ha scritto quattro lungometraggi: Sindrome Boodman e L’uomo perfetto (con Marco Ponti), Instant Love (con Marco Ponti e Luca Bianchini) e Cardiofitness (con Marco Ponti e Barbara Frandino); diretto due cortometraggi scritti da Alessandro Baricco (Vita Spericolata e Leva le dita dal mio budino) e diversi documentari fra cui Totem – L’ultima Tournée. Insegna sceneggiatura alla Scuola Holden di Torino.