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Recensioni
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Recensione su neroopaco.it
ALCHIMIA
"III" (demo)
Iniziamo subito col dire che questo demo è
un lavoro di difficile catalogazione nellambito
di specifici generi. Gli Alchimia sono un five piece
capitolino dedito a sonorità che potrei anche
definire progressive, ma le sfaccettature della musica
da loro proposta sono ben più varie andando
a toccare anche lidi musicali di stampo etnico. I
sei brani presentati sono caratterizzati da un epicità
e da atmosfere molto suggestive (lunica eccezione
a quanto detto è rappresentato dal sanguigno
e funkeggiante "Fede"). Le tastiere (suonate
dal bravissimo Carlo Cardinali, che è anche
Lead vocalist) giocano un ruolo di primo piano allinterno
dellalchimia sonora della band, creando il giusto
backgound sonoro sopra il quale levocativo flauto
di Antonio La Macchia può intrecciare le sue
suadenti evoluzioni. Ed è con il loro "duellare"
che si apre liniziale "The secret song-Terre
lontane", sul quale poi una marziale rullata
del batterista Fabrizio Lucidi fa sfociare in un celtico
mood tutto il brano
davvero un grande inizio.
Siamo alla seconda traccia, e subito ci accorgiamo
che il gruppo ci trasporta dallatmosfere celtiche
precedenti in un mantra ritmico dal sapore mediorientale
con
la strepitosa ed evocativa voce di Cardinali a duettare
con la voce soprano della "guest" Anna Pesce.
Si accennava allinizio a "Fede", terzo
brano del demo, che sembra fatto apposta per evidenziare
la grande sezione ritmica rappresentata dal già
citato Lucidi dietro le pelli e da Claudio Sussera
al basso, un gran bel rock tirato dove gli interventi
del flauto fanno venire in mente i grandissimi Jethro
Tull. Si ritorna alle atmosfere dei primi due brani
con "Madre", il cui break centrale mette
davvero i brividi addosso, e dove la chitarra di Andrea
Fiorentini continua a creare (come in tutti i brani
del resto) ottimi e suggestivi arabeschi che rapiscono
lascoltatore. A seguire cè "Qui
fra voi", mentre chiude il demo lo strumentale
"Margheritas song", un brano che lascia
spazio solo al dolce duetto tra la chitarra acustica
e il flauto. Che dire, gli Alchimia sono davvero una
gran bella realtà della scena italiana, il
consiglio del sottoscritto è di mettervi in
contatto con loro
non ve ne pentirete. (ap)
Recensione su
rockit
Alchimia Alchimia Acty, 22/2/99
Casa discografica: Festival Rock No Stop Durata: 43'25'
Data: 1998
Titoli: 6. The Secret Song 7. L'antico regno di Saba
8. Fede 9. Madre 10.Qui fra voi 11 Margherita's song
Formazione: Andrea Fiorentini: chitarra Carlo Cardinali:
voce Claudio Sussera: basso Antonio La Macchia: flauto
Fabrizio Lucidi: batteria Anna Pesce: voce soprano
Note: Lavoro frutto della collaborazione tra il Comune
di S.Elpidio e Avvenimenti. Il CD contiene anche cinque
brani dei Tupamaros Gli Alchimia sono una band romana
attiva dal 1992 che ottiene la pubblicazione di questo
CD grazie alla vittoria di un festival promosso dal
comune di S.Elpidio e dalla rivista Avvenimenti; il
CD intitolato Rock No Stop e' uno split contenente
anche cinque brani dei Tupamaros, dei quali gia parliamo
in un'altra recensione. I sei brani proposti dagli
Alchimia sono sicuramente piuttosto difficili da etichettare,
ma senza timore di smentita, si puo' affermare che
le numerose influenze si vanno ad inserire su una
matrice nettamente progressive. Un dolce flauto fa
da intro a The Secret Song che scorre evocando atmosfere
del nord europa, intrecciando strumenti e voci con
chiari riferimenti alle sonorita' d'Irlanda. Forti
contaminazioni in L'antico regno di Saba che si apre
con la recitazione di un passo del corano, proseguendo
su melodie orientaleggianti, con il cantato in italiano
interrotto dal ritornello in arabo. Il progressive
sfuma in ampi momenti rock in Fede, sicuramente il
brano piu' intenso degli Alchimia, arricchito da assoli,
raddoppi vocali e un finale in cui vengono cantati
dei mantra su accordi acustici. Evocativa e sognante
la voce che apre Madre, pezzo variopinto che si evolve
tra distorsioni, flauto, controtempi e cambiamenti
di sonorita' che lo rendono molto intrigante. Una
lontana chitarra acustica accompagna un flauto ovattato
nel rock di Qui fra voi, forse il brano che sono riuscito
ad apprezzare maggiormente, grazie alla immediatezza
della melodia. L'outro di Margherita intarsia teneri
momenti flautistici su una base acustica, chiudendo
un CD valido anche se difficile da comprendere in
pieno per chi, come me, non ha grande emotivita' verso
un certo tipo di suoni. Gusti a parte, gli Alchimia
meritano di essere ascoltati, anzitutto perche' dotati
di grandissima tecnica strumentale e comunque capaci
di comporre brani
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Recensione su Flash
Maggio 1999 N124 Anno XV Pagina 45
............ Apriamo
adesso una parentesi extra-metal con il promo-Cd dei
bravi romani Alchimia, autori di una interessante
fusione tra rock, sonorità etniche della tradizione
nord europea e atmosfere mediorientali. L'opener "the
Secret Song" un ottimo pezzo dalle sognanti atmosfere
"irlandesi" e progressive cantato decisamente
bene da Carlo Cardinali e arricchito dal prezioso
supporto del flauto. L'introduzione e il ritornello
in lingua araba de "L'antico regno di Saba"
non sono facili da digerire per chi abitualmente ascolta
metal, ma il resto scivola via piacevolmente sino
a quando un giro di basso ci introduce alla movimentata
"Fede", una rock song dinamica e tecnicamente
intrigante. "Madre" presenta stupendi passaggi
flautistici alla Jethro Tull (il pezzo è melodico
ma anche ritmato e fresco), mentre "Qui fra voi"
si risolve in una ballata che in certi punti ricorda
i Pooh(!) prima maniera. Chiudono due soffusi minuti
strumentali (per flauto e chitarra) di "Margherita's
Song". Ne risentiremo parlare degli Alchimia,
statene certi!
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Recensione su Metal
Shock N285 16/30 Aprile 1999 Pagina 55
Sicuramente nella
scena capitolina questi Alchimia occupano una posizione
di rilievo dopo svariati concerti tra locali e festival
sparsi per lo stivale che li ha visti trionfare lo
scorso anno nella rassegna tenutasi a S.Elpidio, nelle
Marche. Attraverso queste esperienze, il quintetto
( che si avvale da quasi tre anni anche di un flautista)
ha maturato un sound particolareche spazia dal rock
progressivo fino alla musica etnica ( grazie ad atmosfere
celtiche e mediorentali) e anche queste sei song dimostrano
la grande capacità compositiva della band che
riesce benissimo a costruire gli sfondi di un paesaggio
fiabesco. "The Secret Song" e "L'antico
regno di Saba" fanno sognare gli orizzonti più
come facevano le canzoni più esotiche dei Litfiba
dei bei tempi, "Fede" è un pezzo
rock accattivante e degna di nota è anche la
strumentale "Margherita's Song", malinconica
nel suo intreccio tra chitarra acustica e flauto che
conclude un lavoro che piacerà tantissimo a
chi ricerca qualcosa di nuovo e affascinante nel panorama
rock nazionale. Mettetevi in contatto con loro e preparatevi
a viaggiare sospinti da questa magica alchimia di
suoni. (pt)
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Recensione su Avvenimenti
del 15 Novembre 1998 Pagina 84
................Diverso
il percorso musicale degli Alchimia. Nato come "The
shady way", il duo fondato dal chitarrista Andrea
Fiorentini e dal cantante-tastierista Carlo Cardinali
si è ampliato con l'arrivo del bassista Claudio
Sussera (dei "Tomahawk") e del batterista
Danilo Arsenti (ex-"Slepping forest"). Poi
è arrivata la decisione di cambiare il nome
in Alchimia e di passare a scrivere testi in italiano;
quindi la sostituzione del batterista con Fabrizio
Lucidi ("Iperdrive"). La tappa fondamentale
dei loro primi anni di vita è l'uscita di "Verso
l'ignoto", un demo con quattro brani, tra cui
una cover della celeberrima suite gotico-strumentale
"Profondo Rosso" dei Goblin. La loro musica
è un inconsueto connubio tra rock, metal, progressive,
new-wave e dark, che risente anche in parte dell'influenza
di cantautori italiani come Franco Battiato e Angelo
Branduardi. E nel frullatore degli Alchimia non mancano
sprazzi di lirismo medievale. " Adesso- dice
Andrea Fiorentini- abbiamo deciso di apportare alcune
modifiche al nostro stile e abbiamo inserito in pianta
stabile un flautista, Antonio La Macchia, per accentuare
la nostra predilizione per le atmosfere medievali".
La band, particolarmente attiva sul fronte delle esibizioni
live, ha partecipato alla manisfetazione Evento Rock,
piazzandosi terza, e ha al suo attivo anche un disco,
"Terre Lontane", che ha incontrato buoni
consensi di critica. Le tracce presenti nel cd sono
"The secret song", "L'antico regno
di Saba", "Fede", "Madre",
"Qui fra voi" e "Margherita's song".
Ora, per assoparare il meglio di questa promettente
accoppiata, non resta che ascoltare il compact disc
di "Avvenimenti" che prende il titolo dal
Festival, "Rock No Stop".
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Recensione su PSYCHO!
Numero 1 Gennaio 1997 Pagina 53
Avevo già avuto
modo di apprezzare la forza degli Alchimia assistendo
ad una loro performance dal vivo. Questo nastro quindi
non costituisce nessuna sorpresa per me, piuttosto
una conferma della validità del quartetto romano.
A chi non avesse avuto il piacere di ascoltarli faccio
presente che al di là di ogni classificazione
la musica degli Alchimia ha nell'originalità
il suo punto di forza. La loro attitudine musicale
li porta a spaziare su vari generi che vanno dal black
al dark, dall'epic al gothic, fino a rielaborare in
maniera personalissima delle cover come "Profondo
Rosso" e "L'era del cinghiale bianco"
di Battiato. Grandi tutte le loro composizioni ed
esemplare la loro compatezza. Da tenere d'occhio.
[Armando Cereoli]
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Recensione su Metal
Shock N206 16/31 Dicembre 1995 Pagina 64
Nascono nel 1992 da
un'idea di Andrea, chitarrista e del cantante Carlo
Cardinali. Dopo aver programmato la parte ritmica
decidono di assumere alla batteria prima Danilo e
poi Fabrizio Lucidi e al basso Claudio Sussera. Orientati
su un rock progressive i quattro capitolini provano
a spaziare attraverso soluzioni aperte a qualsiasi
genere, nazionalità ed epoca. La mia impressione
è che la band non sappia ancora esattamente
dove orientarsi anche se si intravede un desiderio
di abbattere i limiti delle classificazioni cosa riuscita
solo in parte per una scarsa capacità di armonizzare
e rendere fluidi i cambi di tempo e le contaminazioni
compositive.
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Recensione su Flash
Febbraio 1995 N73 Anno XI Pagina 48
....... Con questo
four tracks demo (compresa anche la cover di "Profondo
Rosso" dei Goblin), i romani Alchimia riescono
a costruire un robusto metal progressivo, mescolando
le atmosfere darkeggianti derivanti dall'uso di tastiere
cupe e profonde al cantato in italiano. "Perduto
nel tempo", "Verso l'ignoto" e "Signora
realtà" fanno sperare in un futuro realmente
ricco di soddisfazioni per il combo capitolino, abilissimo
anche nel riadattare in un contesto metal anche la
succitata horro-cover. (FL)
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