Le
guerre Napoleoniche
(
Enciclopedia
Britannica On Line )
Serie di guerre tra il
1792 ed
il 1815 che opposero la Francia alle altre potenze Europee
alleate tra loro sotto forma di coalizioni, che portarono ad una
breve egemonia francese su gran parte d’Europa. Le guerre
rivoluzionarie, che fino al 1801, furono originariamente intraprese per
difendere e poi per diffondere i frutti della Rivoluzione Francese, con
l’ascesa di Napoleone al potere, divennero
semplicemente guerre per l’aumento dell’influenza francese e del suo
territorio.
Lo spodestamento di Luigi XVI e l’instaurazione di un governo
repubblicano portarono la Francia allo scontro con i governi monarchici e
le dinastie d’Europa. Nella Dichiarazione
di Pillnitz (1791) Austria, Prussia e il Regno di Sardegna, lanciarono un
appello generale per assistere il Re Francese nella restaurazione dei suoi
pieni poteri. La Francia rispose dichiarando guerra nell’Aprile del
1792.
Il 20 Settembre le
forze Francesi al comando di Charles-François
Dumouriez e François-Christophe Kellermann respinsero una forza
d’invasione Austro-Prussiana a Valmy, e nel mese di Novembre la Francia
aveva occupato tutto il Belgio. Agli inizi del 1793 Austria, Prussia,
Spagna, le Provincie Unite dei Paesi Bassi, e la Gran Bretagna
costituirono la prima delle sette coalizioni che si sarebbero opposte alla
Francia nel corso dei successivi 23 anni.
In risposta il Governo
Rivoluzionario ordinò una leva in massa, che metteva tutti i Francesi a
disposizione dell’esercito. Questo comportò che eserciti di dimensioni
mai viste fino ad allora furono addestrati e portati sui campi di
battaglia. Nelle battaglie sul continente europeo nella metà del 1700
solitamente si scontravano eserciti di 60.000/70,000 uomini, ma dopo il
1800 Napoleone manovrava normalmente eserciti di 250.000 uomini; ed
invase la Russia nel 1812 con 600.000 soldati.
Agli inizi del 1795 La
Francia aveva sconfitto gli Alleati su tutti i fronti ed aveva raggiunto
Amsterdam, il Reno, ed i Pirenei; inoltre la Prussia era stata costretta
ad una pace separata che durò sino al 1806. Nel Maggio 1795 le Provincie
Unite dei Paesi Bassi divennero la Repubblica Batava, sotto l’egida
francese. Nel Nord-Italia, un’armata francese ben posizionata minacciava
le posizioni Austro-Sarde.
Nel Marzo 1796 Napoleone Bonaparte condusse una brillante campagna,
manovrando contro le forze Austriache e Sarde in Italia che portò al
trattato di Campoformio con il quale l’Austria cedeva I Paesi Bassi
Austriaci (ora Belgio e Lussemburgo), che divennero le prime conquiste
territoriali della Repubblica Francese, e riconosceva le appena instaurate
repubbliche Cisalpina e Ligure. La successiva campagna di Napoleone fu un
netto insuccesso.
Trasportò un’armata in Egitto nel Maggio 1798 per
conquistare l’Impero Ottomano. La sconfitta di una flotta francese da
parte dell’Ammiraglio Horatio Nelson nella Battaglia del Nilo (1 Agosto
1798) lo privò del necessario supporto navale e, dopo il fallito
tentativo di conquistare Acri nel 1799, Napoleone ritornò Francia. La sua
armata continuò ad occupare l’Egitto sino al 1801.
Nel frattempo, altre
forze francesi avevano
occupato ulteriori territori e impiantato regimi repubblicani a Roma,
in Svizzera (la Repubblica Elvetica), e nel Regno di Napoli (Repubblica
Partenopea). Di conseguenza fu formata una Seconda Coalizione, che
comprendeva la Gran Bretagna, la Russia, L’Impero Ottomano, Il Regno di
Napoli, il Portogallo, e
l’Austria. I successi iniziali degli alleati furono vanificati dalla
loro incapacità di concordare una strategia comune, nel frattempo
Napoleone divenne Primo Console di Francia con il colpo di stato del 18
Brumaio, anno VIII (9 Novembre 1799), ed il rischio di una invasione
straniera del territorio francese venne sventato.
La grande vittoria sugli
austriaci a Marengo nel 1800 ed il conseguente Trattato di Lunéville
sancirono la Francia come potenza dominante sul continente. Nei successivi
due anni soltanto la Gran Bretagna, fidando nella sua potente Marina,
rimase ad opporsi a Napoleone.
La risolutiva vittoria di Nelson a Trafalgar (21 Ottobre 1805) affossò la minaccia di un tentativo francese
d’invasione dell’Inghilterra.
Nel 1805 fu fondata una Terza Coalizione
comprendente la Gran
Bretagna, la Russia, e l’Austria.
Napoleone ottenne le grandi vittorie
di Ulm e Austerlitz nel 1805 e quelle di Jena, Auerstadt e Lubecca sul
nuovo membro della Coalizione, la Prussia, nel 1806. Con il Trattato di Tilsit, con il quale i confini della Prussia furono fissati sull’Elba,
prendendo anche parte della Polonia, ed il Trattato di Schönbrunn del
1809, che seguì la sconfitta dell’Austria, tutta l’Europa dal Canale
della Manica al confine russo, con l’eccezione di Portogallo, Svezia,
Regno di Sardegna, e Sicilia, finì con l’essere o parte dell’Impero
Francese, o sotto il suo diretto controllo, o suo alleato.
Nel 1806 nel
tentativo di sfruttare il controllo francese sui porti del continente per
danneggiare la Gran Bretagna indirettamente, Napoleone emanò il Decreto
di Berlino, per il quale le navi che fossero approdate ad un porto sotto
controllo francese provenendo da un porto britannico erano passabili di
sequestro. Questo sistema, definito Blocco Continentale, si dimostrò
fallimentare. Ne derivò una contrazione generale del commercio europeo
(considerato che la Gran Bretagna rispose con un provvedimento analogo per
le navi provenienti dai porti francesi), e lo sfacciato favoritismo del
governo francese nel concedere deroghe ai mercanti francesi minarono
considerevolmente il consenso politico di cui godeva Napoleone. Inoltre,
nonostante il blocco, la Gran Bretagna fu capace di espandere i propri
mercati coloniali tanto da risultare al termine della guerra commerciale
più prospera di prima.
I grandi successi militari di Napoleone erano
basati su una strategia che esaltava la rapidità di movimento delle
armate e la velocità dell’attacco, spesso a sorpresa, al fine di
prevenire la concentrazione degli eserciti avversari e sconfiggerli
separatamente. Questa strategia presupponeva un’ottima conoscenza del
territorio, dato che la velocità di movimento precludeva la possibilità
di rifornire le proprie armate se non ricorrendo a requisizioni di
vettovaglie su vasta scala.
La strategia elaborata dai nemici di Napoleone
in risposta fu quella di temporeggiare evitando lo scontro sino a quando
non fosse possibile ricongiungere gli eserciti; facendo affidamento su
forti linee di rifornimento, gli eserciti alleati potevano attendere
l’occasione propizia mentre le truppe di Napoleone, al loro
inseguimento, risentivano dell’allungarsi delle proprie linee di
rifornimento. Questa strategia fu utilizzata dapprima nella Campagna
Peninsulare del 1811 dal Duca di Wellington, che riuscì ad invadere la
Spagna attraverso il Portogallo. L’esempio più eclatante fu dato dai
generali russi M.B. Barclay de Tolly
e P.I. Bagration quando Napoleone invase la Russia nel 1812;
semplicemente indietreggiarono seguendo linee di ritirata parallele.
Incapace di ottenere una definitiva vittoria a Borodino il 7 Settembre,
l’unica grande battaglia della campagna, Napoleone fu costretto a
ritirarsi. Le armate russe allora passarono all’attacco; Napoleone
dovette ripercorrere con il suo esercito la stessa strada percorsa
all’andata, già spogliata di risorse, nel bel mezzo dell’inverno
russo con temperature che raggiunsero i -35º C. In questa disastrosa
campagna Napoleone perse 500.000 uomini, la fiducia dei suoi alleati, ed
il mito della sua invincibilità.
Una nuova coalizione, formata nel 1813,
permise di radunare tali forze da superare di gran lunga quelle francesi.
Gli alleati di Napoleone cominciarono ad abbandonarlo uno ad uno, e per la
fine del 1813 fu costretto a ritirarsi ad est del Reno. Il territorio
francese fu invaso agli inizi del 1814; Parigi fu raggiunta in Marzo, ed
il 6 Aprile 1814 Napoleone fu
costretto all’abdicazione. Il suo esilio all’Isola d’Elba durò meno
di un anno, e nel Marzo del 1815 ritornò in Francia e riorganizzò un
nuovo esercito.
Una settima ed ultima coalizione di Gran Bretagna, Russia, Prussia, e Austria gli si oppose. La campagna fu breve; la definitiva
sconfitta di Napoleone, a Waterloo 16-18 Giugno 1815, fu nuovamente decisa
dalla sua incapacità di sorprendere e prevenire la riunificazione dei due
eserciti che invadevano la Francia separatamente, in questo caso le truppe
Inglesi ed Olandesi di Wellington ed i Prussiani di Gebhard Leberecht von
Blücher.
Napoleone abdicò il 22 Giugno 1815, e la monarchia dei Borboni nella
persona di Luigi XVIII fu restaurata subito dopo.
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Eserciti
Napoleonici
Negli anni che vanno dal 1792 al 1815 l’Europa ha vissuto in uno stato di
guerra pressoché continuo, dal Portogallo alla Russia e dalla Danimarca
all’Egitto, ed ha visto scontrarsi tra loro masse sempre crescenti di
soldati; alla fine la sola Francia aveva subito 1.000.000 di perdite su
1.600.000 richiamati, a fronte di una popolazione di 30.000.000 di uomini.
Gli eserciti dei vari paesi coinvolti dovettero adeguarsi a queste nuove
condizioni, che prefigurano quelle delle due guerre mondiali, ed il primo
a farlo fu l’esercito francese.
Nel
1792 gli eserciti europei differivano poco dai loro predecessori della
guerra dei 7 anni; l’esercito marciava preceduto da forze di cavalleria
che dovevano scoprire informazioni sulla posizione delle truppe nemiche e,
al contempo, mascherare i movimenti della fanteria. In battaglia i
reggimenti di fanteria di linea si schieravano su due o più linee (da qui
il nome), pronti a far fuoco con i loro moschetti o a caricare il nemico
con la baionetta; l’artiglieria, disposta su alture dominanti il campo
di battaglia, appoggiava gli attacchi o copriva i settori in difficoltà.
Una volta che il generale aveva individuato il punto debole dello
schieramento nemico, la parola passava alla cavalleria pesante che
caricava le linee nemiche, eventualmente contrastata dalla cavalleria
nemica in una serie di cariche e controcariche; se avveniva lo sfondamento
ed il nemico non aveva riserve sufficienti per turare la falla, la
battaglia era vinta e la cavalleria leggera si lanciava all’inseguimento
degli sconfitti per tramutare la ritirata in rotta.
Il
comandante in capo trasmetteva i suoi ordini per iscritto ai comandanti
subordinati inviando come staffette i suoi Aiutanti di Campo; una volta
ricevuti gli ordini andavano eseguiti ad ogni costo ed era proibito
assumere iniziative in mancanza, pena la corte marziale; i comandanti
subordinati diramavano a loro volta gli ordini alle proprie unità in
maniera similare.
La
fanteria era armata con un moschetto ad anima liscia pesante circa 4 Kg su
cui veniva montata la baionetta; la procedura di caricamento consisteva
nello strappare l’estremità della cartuccia (che conteneva la polvere
da sparo e la palla di piombo), versare prima un po’ della polvere e poi
il resto ancora avvolto nella carta, e calcarlo con forza nella canna con
l’apposita bacchetta. L’accensione era a pietra focaia, il che voleva
dire che in caso di pioggia sparare diveniva impossibile, e dopo aver
sparato una trentina di colpi il moschetto diveniva inutilizzabile a causa
dell’ incandescenza e delle incrostazioni della canna; soldati ben
addestrati potevano sparare 2 colpi al minuto in battaglia. La portata
utile dei moschetti era di 100 metri e, dato che erano assolutamente
imprecisi, l’unico modo di utilizzarli era ottenere un fuoco concentrato
schierando su due o più linee i battaglioni, che così offrivano anche un
bersaglio minore all’artiglieria. Alcuni reparti di tiratori scelti
erano dotati di carabine con anima rigata; in questo caso la palla doveva
essere inserita nella canna con l’ausilio di un martelletto ed il
caricamento risultava più lungo, ottenendo in cambio una precisione di
tiro più elevata.
L’unità
tattica di base era il battaglione composto da un numero variabile di
compagnie di 100/200 uomini, due compagnie formavano un battaglione;
l’unità superiore, il reggimento comandato da un colonnello, era
formato da un numero variabile di battaglioni (da 1 a 6) e costituiva la
struttura organizzativa di base dell’esercito. Solitamente in un
battaglione c’erano due compagnie d’elité: una di granatieri formata
dai soldati più valorosi ed esperti ed una di fanteria leggera formata
dai soldati più adatti al combattimento in ordine sparso; in alcuni
eserciti era presente la sola compagnia granatieri che in genere veniva
distaccata per andare a formare battaglioni scelti. Due o più reggimenti
formavano una brigata e due o
più brigate una divisione, l’unità strategica di base dell’esercito;
il corpo d’armata (un esercito al completo in miniatura) fu ideato in
seguito da Napoleone. L’addestramento dei soldati di fanteria di linea
consisteva nell’imparare l’uso delle armi e ad eseguire alla
perfezione le manovre da effettuare a livello di battaglione e di
reggimento. Esistevano inoltre unità di fanteria leggera che, in teoria,
erano addestrate al combattimento in ordine sparso e unità della milizia
sommariamente addestrate che in caso di guerra potevano comunque essere
richiamate.
I
reggimenti di cavalleria erano composti da un numero variabile di
squadroni (l’unità tattica di base della cavalleria), formati da circa
200 cavalieri, e gli squadroni erano a loro volta composti da 2 o più
compagnie che potevano essere composte da 2 o più plotoni. Come per i
reggimenti di fanteria, più reggimenti formavano una brigata e più
brigate una divisione. La forze di cavalleria si suddividevano in tre
tipologie differenti: cavalleria pesante, media e leggera, a cui
andrebbero aggiunte le truppe irregolari come i Cosacchi. La cavalleria
pesante (corazzieri e dragoni pesanti), era composta da uomini robusti su
grandi cavalli armati di spada dritta ed in genere dotata di una corazza a
protezione del tronco; le era assegnato il compito di sfondare lo
schieramento nemico decidendo le sorti della battaglia. La cavalleria
media (dragoni e lancieri), era armata di spada dritta o lance più
moschetto e pistole, i dragoni erano nati come fanteria montata e ci si
aspettava che all’occorrenza potessero combattere appiedati; erano
utilizzati per compiti di ricognizione ed essendo molto versatili potevano
ricoprire il ruolo sia della cavalleria pesante che leggera. La cavalleria
leggera (ussari e cavalleggeri), era composta da uomini snelli montati su
cavalli leggeri armati di sciabola moschetto e pistole; oltre alla
ricognizione il loro compito principale consisteva nell’agganciare le
forze nemiche e nell’inseguire il nemico in ritirata, il loro forte
spirito di corpo si rifletteva nelle variopinte ed esotiche uniformi.
L’artiglieria
era organizzata in batterie di circa sei pezzi,
di cui in genere 4 cannoni e 2 obici; le canne erano fuse in ferro
(più economico ma pesante) o bronzo (caro e leggero) e sparavano palle
piene o colpi a mitraglia ad una distanza utile di 1.000 metri per le
prime. Ci si aspettava che la palla rimbalzasse colpendo anche gli uomini
dietro la prima fila, ma per questo era necessario che il terreno fosse
asciutto. Il caricamento era sostanzialmente identico a quello di un
moschetto, solo molto più faticoso, e sebbene la palla conservasse una
traiettoria regolare la mira era sempre una questione demandata
all’occhio del capo pezzo. I calibri più diffusi erano 4, 6, 9 e 12
libbre (dal peso della palla); i pezzi più leggeri venivano assegnati ai
singoli reggimenti o all’artiglieria a cavallo i cui serventi erano
tutti montati; solo una piccola parte dei soldati assegnati ad una
batteria erano artiglieri specializzati, gli altri erano addetti a
trasportare il flusso di munizioni o a spostare i cannoni. In battaglia si
cercava di guadagnare la posizione migliore in cui posizionare le batterie
e di concentrare il fuoco di quanti più pezzi possibile in modo da
devastare singoli punti dello schieramento nemico. I cannoni erano una
preda molto ambita per cui venivano assegnate medaglie e ricompense per la
loro cattura, ed il loro numero veniva citato nei bollettini della
vittoria.
Esistevano
poi tutti i servizi di supporto come i Genieri, Il Treno dei Trasporti, la
Sanità ed il Corpo Veterinario (questi ultimi molto embrionali), ed unità
specializzate come i Minatori o i Fanti di Marina.
In
tutti gli eserciti, tranne quello austriaco, esistevano anche le unità
della Guardia composte dai migliori soldati a cui erano accordati notevoli
privilegi; di norma queste truppe venivano tenute in riserva. Napoleone
fece della Guardia Imperiale un esercito nell’esercito che al suo apice
comprendeva 100.000 uomini, dotati di tutti i servizi e
dell’equipaggiamento migliore.
L’esercito
Francese
In
seguito alla Rivoluzione la Francia si ritrovò con un esercito
disperatamente a corto di ufficiali, che provenendo dall’aristocrazia
avevano rassegnato le dimissioni oppure erano emigrati, magari per andare
a combattere contro la neonata repubblica sotto altre bandiere; la
situazione era complicata inoltre dal controllo che i commissari politici
esercitavano sui generali con il diritto di porre il veto alle loro
decisioni, e dall’abitudine di condannare a morte per tradimento i
comandanti sconfitti. Tutto questo in un’Europa che aveva deciso di
restaurare la dinastia borbonica ed inviava i suoi eserciti contro la
Francia. La risposta fu la leva in massa con la quale fu possibile
schierare un numero prima impensabile di soldati che, sebbene non
addestrati e refrattari alla disciplina, erano animati da un sincero
fervore patriottico; inoltre con le promozioni aperte a tutti i soldati più
coraggiosi e capaci ebbero la possibilità di ascendere rapidamente ai più
alti gradi partendo dal nulla, come nel caso di Napoleone e di molti dei
suoi Marescialli.
Restava
il problema di opporre truppe numerose ma inesperte ed inaffidabili agli
eserciti professionali nemici e la soluzione fu l’ordine misto: ad ogni
battaglione del vecchio esercito regolare furono affiancati due
battaglioni di nuova costituzione creando così le nuove Demì-Brigade
(Reggimenti). Il battaglione regolare si piazzava al centro schierato in
linea assicurando una potenza di fuoco affidabile, mentre ai lati i nuovi
battaglioni attaccavano furiosamente in colonna accerchiando il nemico.;
la cosa funzionava talmente bene che Napoleone l’adottò anche a livello
di divisione. I soldati francesi riuscivano particolarmente bene nel
combattere in ordine sparso: la fanteria leggera si disponeva in posizione
avanzata rispetto ai battaglioni e da lì bersagliava il nemico puntando
soprattutto agli ufficiali. In pratica nel tempo che un reggimento nemico
impiegava nelle manovre per disporsi in formazione, veniva tormentato
dalla fanteria leggera e poi assalito dalle colonne francesi ritrovandosi
battuto prima ancora di iniziare.
In
breve l’esercito francese divenne il migliore del mondo: i suoi soldati
impararono ad essere disciplinati senza perdere la loro elevata mobilità,
dovuta anche alla pratica di vivere sul territorio senza dover dipendere
dalle lente salmerie, la Guardia Imperiale era il modello di riferimento e
ciascuno poteva aspirare a farne parte e godere dei suoi privilegi, la
fiducia nel genio dell’Imperatore assoluta. Il soldato francese era il
migliore e lo sapeva. Napoleone si preoccupò di modellare sull’esempio
francese gli eserciti degli stati alleati o vassalli, tra cui il regno
d’Italia ed il Regno di Napoli, che contribuivano in forze alle sue
campagne. Però le guerre non finivano mai ed ogni battaglia esigeva il
suo tributo in sangue; col tempo il nemico imparava dai propri errori e
comunque non demordeva, le vittorie diventavano sempre più costose, i
veterani diminuivano e le nuove reclute, senza più la spinta degli ideali
repubblicani, sempre più spesso disertavano. Nella battaglia di Waterloo
Napoleone dovette giocare d’azzardo spacciando per rinforzi francesi i
prussiani che si avvicinavano, conscio che altrimenti il morale delle
truppe avrebbe ceduto, come infatti poi avvenne.
L’esercito
Austriaco
L’Impero
Austriaco fu un avversario indomabile della Repubblica Francese prima e di
Napoleone poi, sempre sconfitto e mai domo. Tanta perseveranza fu alla
fine ricompensata sui campi di battaglia di Aspern e di Lipsia, conducendo
l’odiato corso all’esilio dell’Elba. Nel multietnico impero il peso
della guerra ricadeva maggiormente sui sudditi tedeschi, giudicati più
affidabili, ed ungheresi, che si ritenevano migliori dei tedeschi ma erano
meno disponibili a lasciare sguarniti i propri confini con i turchi; i
reggimenti di fanteria erano definiti dell’una o dell’altra nazionalità
a seconda dell’area di reclutamento, mentre quelli di cavalleria a
seconda della specialità, con i lancieri (ulani) polacchi, gli ussari
ungheresi ed il resto tedeschi. Di solito in campagna le compagnie
granatieri (2 per ogni reggimento) venivano accorpate in battaglioni d’élite
di 6 compagnie, e poiché non esistevano unità della guardia i compiti di
rappresentanza venivano svolti dagli stessi granatieri. Secondo gli
osservatori gli austriaci erano troppo lenti nelle manovre ed inadatti al
combattimento in ordine sparso; va però considerato che, per esempio,
nella campagna del 1809 in Baviera, fu deciso di dipendere dalle salmerie
e di non saccheggiare il paese per un preciso calcolo politico.
L’esercito
Britannico
Ancor
più irriducibili degli austriaci, gli inglesi al riparo delle loro mura
di legno (la marina da guerra), furono gli animatori ed i finanziatori di
tutte le coalizioni contro la Francia; il loro corpo di spedizione nella
penisola iberica fu una costante spina nel fianco per Napoleone, ed alla
fine dal Portogallo giunsero sino in Francia. La fanteria era solida come
una roccia in difesa (una costante degli inglesi) mentre la cavalleria
tendeva a perdere il controllo nelle cariche, l’equipaggiamento era di
ottima qualità (i soldati russi più valorosi erano premiati con
moschetti inglesi) e l’artiglieria eccellente; in quest’ultima
servivano anche alcune unità di lanciarazzi. La fanteria si schierava su
due linee riuscendo quindi a sfruttare tutto il suo potenziale di fuoco,
ed era cura di Wellington tenerla al riparo durante i bombardamenti, un
metodo ovvio ed inspiegabilmente utilizzato soltanto da lui. I soldati
inglesi avevano una illimitata fiducia in sé stessi ed in Wellington e lo
dimostrarono bene a Waterloo contro la Guardia Imperiale.
L’esercito
Russo
I
Francesi disprezzano i Russi, definendoli bestie e non soldati; nondimeno
possedevano alcune qualità impareggiabili: il soldato russo obbediva
ciecamente al suo comandante, combatteva sino all’ultimo
come se non avesse capito di essere stato battuto, resisteva alle
condizioni climatiche più ostili (assieme ai suoi cavalli), si
accontentava di poco (era l’esercito più economico d’Europa), ed era
immenso come le terre dell’impero. Dopo la campagna di Russia
l’esercito francese non riuscì più a riprendersi dalle perdite subite.
I Cosacchi costituivano una forza irregolare di dubbia efficacia, ma erano
temuti sia dagli amici che dai nemici; il vasto impero forniva anche
contingenti ancor più esotici come i Calmucchi ed i Bakschiri che
sembravano usciti dall’esercito di Tamerlano. Secondo alcuni
commentatori la Guardia Russa era di gran lunga superiore a quella
Francese: i suoi uomini apparivano più solidi ed imponenti.
La
Confederazione del Reno ed Il Regno d’Italia
Gli
eserciti degli stati della neonata creatura napoleonica vennero
organizzati sul modello dell’esercito francese; i due stati più grandi,
la Sassonia e la Baviera, fornirono soldati che si comportarono molto bene
ed erano considerati equivalenti ai francesi. Lo stesso discorso vale per
gli italiani che si meritarono l’elogio di Napoleone “sono contento
dei miei italiani: si comportano bene ovunque si trovino”. Le uniformi
del Regno d’Italia erano identiche alle francesi tranne che per il
colore, verde.
Spagna
e Portogallo
Assieme
ai napoletani, gli spagnoli avevano fama di essere i peggiori soldati
d’Europa; nondimeno fu in Spagna che l’esercito francese ed i suoi
alleati si logorarono, soprattutto a causa delle azioni di guerriglia. In
alcuni casi l'esercito spagnolo batté i francesi ed i combattimenti
furono contraddistinti da un elevato grado di ferocia. I portoghesi erano alleati fedeli degli inglesi, che
ricambiarono tentando di prendere il controllo assoluto del loro esercito;
Wellington diceva che si poteva farne degli ottimi soldati, oltretutto
molto economici! Finirono col giocare una parte importante nella campagna
peninsulare, costituendo più di un terzo delle forze di Wellington.
indice
ORGANIZZAZIONE
DEGLI ESERCITI NAPOLEONICI |
Francia
Nato
nel fervore della Rivoluzione del 1789 e temprato nel fuoco delle guerre
rivoluzionarie, l'esercito francese era una forza molto compatta e mobile
all'epoca in cui Napoleone assunse pieni poteri sulla Francia nel 1804.
Pieno di sconfinata fiducia nelle proprie idee, esso era vivace ed
aggressivo nell’ attacco, scoraggiato ma tenace nella difensiva, e
Capace di miracoli tattici e strategici quando ben guidato. Negli
anni prima del 1807 la fanteria francese era organizzata in reggimenti di
linea ciascun composto di tre battaglioni da campagna e da un battaglione
deposito, la cavalleria in reggimenti di quattro squadroni, e
l'artiglieria in reggimenti formati da un numero variabile di batterie.
Ciascun battaglione di fanteria comprendeva nove compagnie, sette di
fucilieri, una di granatieri ed una di voltigeurs, con un organico
medio di 700 – 1.100 uomini. I battaglioni di fanteria leggera
erano analoghi. Mentre l’organico medio di uno squadrone di cavalleria
era di 140 uomini. I Francesi usavano svariati tipi di cannoni, che
andavano dal piccolo 4 libbre al massiccio 12 libbre (escludendo
l'artiglieria d'assedio), più un gran numero di obici da 140, 152 e 203
mm e, dopo il 1805-06, molti cannoni da 6 libbre catturati al nemico. In
verità Napoleone tentò di stabilire come cannone campale standard quello
da sei libbre cosi da poter utilizzare le munizioni catturate ed anche
perché era un calibro dalle dimensioni convenienti essendo compreso tra
quello da quattro libbre, che erano troppo piccole, e quello da otto
libbre che erano troppo poco maneggevole. Tuttavia le sei libbre di
costruzione francese non fu mai un successo, in gran parte perché la sua
canna era troppo corta e la gittata e precisione di tiro n’erano pertanto
diminuite. Perciò la maggior parte delle batterie ippotrainate francesi
erano formate da sei pezzi da quattro libbre (6 libbre nelle batterie
della Guardia) e le loro batterie di artiglieria a piedi da sei pezzi di
otto libbre e da due obici da 140 mm. le batterie della riserva erano
fornite di pezzi da 12 libbre e da obici da 203 mm. La fanteria della
Guardia Imperiale era organizzata in due reggimenti. Ciascuno di due
battaglioni. Di granatieri e di chasseurs. Ciascun battaglione
comprendeva otto compagnie di 80 uomini ciascuna. I granatieri a cavallo
della Guardia avevano quattro squadroni, i cacciatori cinque. Più
l'annesso squadrone di mamalucchi portati da Napoleone dall'Egitto.
Nel 1805
1'esercito francese era formato da 89 reggimenti di fanteria di linea e 26
reggimenti di fanteria leggera; 30 reggimenti dl dragoni. 12 di corazzieri,
due di carabinieri, 10 di ussari e 24 di cacciatori; otto reggimenti di
artiglieria a piedi e sei reggimenti di artiglieria ippotrainate ognuno
dei quali su 22 batterie; più gli zappatori, tutti gli altri servizi di
sostegno. L'anno successivo la Guardia fu ingrandita con l'aggiunta dei
Dragoni dell'imperatrice e di un reggimento d’artiglieria ippotrainate.
Durante
il periodo 1807-09 ebbe luogo una considerevole riorganizzazione che
costituì il modello anche per molti alleati della Francia. I battaglioni
di fanteria vennero ridotti di organico e organizzati in sei compagnie al
posto delle nove precedenti: una di granatieri. Una di voltigeurs e
quattro di fucilieri. In ogni modo l'organico delle compagnie fu
aumentato. L’organizzazione di base rimase lo stesso fino alla fine del
periodo, sebbene le perdite subite durante la campagna del 1812
comportasse che gli organici dei reparti fossero molto più ridotti
durante gli anni 1813-14. Durante questo periodo furono fatte parecchie
aggiunte alla Guardia, tra cui la formazione di un secondo reggimento di
granatieri a piedi e di chasseurs,
e la creazione della Guardia
Giovane e Media. Un reggimento di lancieri polacchi ed I lancieri di
Berg vennero aggiunti all'organico della cavalleria della Guardia mentre
un reggimento di artiglieria a piedi della Guardia venne Istituito nel
1808, in origine solamente costituito da quattro batterie di pezzi da 12
libbre e da obici da 203 mm. Ulteriori cambiamenti avvennero durante il
1810 ed il 1811, che portarono l’esercito francese alle
seguenti dimensioni a partire dal 1812, all'inizio della campagna
di Russia (non tutto prese parte a questa avventura, naturalmente, poiché
dovevano essere mantenute le guarnigioni in Francia ed in Germania,
mentre un ulteriore grosso contingente era trattenuto in Spagna: 105
reggimenti di fanteria di linea e 33 di leggera; 14 reggimenti di
corazzieri, due di carabinieri, 24 di dragoni, 13 di ussari, 28 reggimenti
di chasseurs e sette di lancieri più la precedente artiglieria. Un
terzo reggimento di granatieri (olandese) oltre a lancieri olandesi e
lituani e quattro ulteriori batterie di artiglieria a piedi furono
aggiunte alla Guardia. I ranghi della Giovane Guardia vennero aumentati
fino a comprendere 12 reggimenti.
Dopo la disastrosa ritirata da Mosca l’esercito francese non fu mai più
lo stesso: divennero sempre più frequenti diserzioni e renitenza alla
leva, e la qualità delle reclute che raggiungevano il fronte non aveva
niente a che vedere con quella dei vecchi veterani di Napoleone di
Marengo, Austerlitz e Jena. La cavalleria era in una situazione
particolarmente critica a causa della mancanza di cavalli. Ciò, in
effetti, fu uno dei principali motivi della sconfitta finale francese,
perché nonostante le numerose vittorie sugli invasori austriaci,
prussiani, russi e svedesi, la cavalleria francese non fu mai abbastanza
forte per inseguire il nemico cosicché questo fu in grado di ritirarsi in
buon ordine, riorganizzarsi e tornare nella lotta pochi giorni più tardi.
Quando Napoleone tornò dall'Elba, all'inizio dei cento giorni, non perse
tempo e richiamò sotto le armi tutti i suoi vecchi veterani più una
nuova leva di coscritti, con il risultato che, all'inizio della campagna
di Waterloo, era in grado di mettere in campo non meno di 90 battaglioni
di fanteria oltre ad un adeguato sostegno di cavalleria ed artiglieria.
Naturalmente non combatterono tutti a Waterloo.
I lettori
che desiderino saperne di più sull'esercito francese possono iniziare
ottimamente con alcuni degli economici volumetti pubblicati da Almark e
Osprey, specialmente French Napoleonic Line infantry di Emir
Bukhari e le varie opere sulla Guardia, cavalleria e artiglieria. In
alternativa, un utile apporto è costituito da Napoleon's Army del
colonnello H.C.B.. Rogers (lan Allan, 1974) sebbene questo non contenga
tante informazioni utili quante se ne desidererebbero.
indice |
Austria
Essendo
l'Austria il principale stato antagonista della Francia in tutto questo
periodo, è giusto che se ne parli per secondo. Prima del 1805 l'antiquato
esercito del cadente Sacro Romano Impero consisteva di 63 reggimenti di
fanteria di linea e di 18 reggimenti di fanteria leggera; 21 battaglioni
di granatieri, 12 reggimenti di ussari, sei di dragoni, sei di cavalleria
leggera, otto di corazzieri e tre di ulani; più quattro reggimenti di
artiglieria. I reggimenti di fanteria di linea comprendevano due
battaglioni da campagna ed uno deposito, ciascun battaglione era
costituito da sei compagnie di fucilieri con 160 uomini ciascuno. I
reggimenti di fanteria leggera croata erano organizzati allo stesso modo,
ma la consistenza della loro compagnia era di soli 120 uomini. I
battaglioni di granatieri erano analoghi. La cavalleria austriaca agli
inizi dell'epopea napoleonica era qualitativamente molto elevata,
certamente superiore a quella francese, e ciò rese Napoleone riluttante a
rischiare i suoi sabreurs in un confronto a forze pari con loro. I
reggimenti di cavalleria austriaca erano anche molto più forti
numericamente, comprendendo i reggimenti di cavalleria pesante Otto
squadroni e quelli di cavalleria leggera dieci. L'organico medio di uno
squadrone era di 120 uomini, Il punto debole austriaco era l'artiglieria,
poiché era male equipaggiata con un numero comparativamente molto
basso di pezzi da campagna, la maggior parte dei quali erano
cannoni leggeri da 3 a 6 libbre divisi in piccoli gruppi assegnati ai
reggimenti di fanteria (un sistema che Napoleone aveva scartato
nell'esercito francese, ma che fu successivamente costretto a
reintrodurre per sostenere il morale dei ranghi riluttanti dei suoi
coscritti male addestrati). Vi erano inoltre poche batterie di artiglieria
ippotrainata anch'esse dotate di pezzi da
6
e 3 libbre, e batterie di riserva da 12 libbre, ma erano invariabilmente
mal impiegate. Seaton descrive l'esercito Austriaco
di
quel tempo con le seguenti
parole: una delle principali debolezze dell'esercito Austro-Ungarico è
insita nel suo carattere multirazziale. L' arma più disciplinata e più
leale era la fanteria tedesca e questa sopportò il peso della maggior
parte dei combattimenti. Gli elementi della Boemia e della Moravia
tendevano ad essere politicamente poco affidabili e più propensi alla
diserzione, e questo perché gli Austriaci erano spesso visti come degli
stranieri oppressori e dominatori. Gli Ungheresi erano in una categoria
ancora diversa poiché si consideravano uguali se non superiori in
battaglia
agli Austriaci; infatti normalmente erano dei cavalieri migliori dei loro
vicini tedeschi, ma mancavano dell'autodisciplina, della capacità di
resistenza e della flemma che fanno un buon soldato di fanteria; e benché
avessero coraggio e slancio, non amavano la routine
e
l'applicarsi i compiti monotoni. Dopo la sconfitta austriaca, avvenuta nel
1805, il più competente capo
militare, l'Arciduca Carlo (Karl), intraprese una riforma a lungo termine
dell' esercito,
che
comprendeva un incremento della forza campale dei reggimenti di fanteria
ottenuta mediante l'abolizione dei battaglioni deposito, riducendo i poco
maneggevoli reggimenti di cavalleria a sei o ad otto squadroni (sebbene
gli ussari; rimasero a dieci) e, in particolare, riorganizzando
l'artiglieria sul modello francese. 4 reggimenti di fanteria ora avevano tre
battaglioni da campagna di fucilieri, ciascuno costituito di tre divisioni
di due compagnie, più due compagnie di granatieri. Le compagnie tedesche
avevano un organico di 160 uomini, le
ungheresi di 180 e
quelle di granatieri di 120. Venne provveduto, nel nuovo manuale di
esercitazioni di Carlo, all'addestramento degli arditi nei battaglioni di
fanteria di linea per quanto questo non venne mai sviluppato quanto
nell'esercito francese. A dispetto di questi miglioramenti, Petre dice che
il principale difetto dell'esercito austriaco era
nel morale piuttosto che nel fisico. Il soldato austriaco, egli
scrive, era animato dalla speranza di evitare sconfitte piuttosto che
dalla determinazione e dalla certezza di vittoria che ispiravano il
nemico. Questo è uno stato d'animo che dà scarse speranze di successo.
L'austriaco era per natura lento e privo dello slancio, della vitalità e
della resistenza del francese. La sua lentezza era parte della sua natura
come l’ intransigenza lo era dei prussiani, o la tenacia dei russi. Di
conseguenza, l'esercito,
nell'insieme,
era terribilmente lento. I suoi spostamenti più rapidi avvenivano solo
nella disfatta. In altre parole, era buono per fuggire, Nonostante ciò,
fu questo esercito che impose una battuta d'arresto a Napoleone ad Aspern
ed Essling. L'artiglieria era ora organizzata in batterie di sei pezzi da
3 libbre, da sei ad otto da 8 libbre e quattro da 12 libbre più due obici
da 178 mm rispettivamente in batterie ippotrainate, a piedi e di riserva o
da posizione. VaI la pena notare che mai gli austriaci fecero un uso
appropriato dell'artiglieria ippotrainata, e poiché i loro serventi non
erano a cavallo i cannoni di questa potevano spostarsi poco più
velocemente dei cannoni di quella a piedi. Dall'inizio del 1808 l'esercito
austriaco cominciò a reclutare un gran numero di reparti di
Freikorps o Landwehr
(milizia); in generale, questi non
avevano lo scopo di essere usati in battaglia, ma quello di liberare le
truppe regolari dai compiti di presidio: il che non fu un errore poiché i
reparti di Freikorps, generalmente parlando, erano male addestrati, poco
disciplinati ed in ogni caso non avevano il coraggio di combattere. Sei
battaglioni, ciascuno di sei compagnie, parteciparono alle battaglie di
Ebelsberg, Aspern, Essling e di Vagram, dove, con sorpresa di tutti, si
comportarono piuttosto bene. Nel 1812 l’Austria, ora alleata della
Francia in seguito al matrimonio di Napoleone con Maria-Luisa, venne
costretta a fornire un corpo d'armata alla Grande Armata francese per
l'invasione della Russia; marciando sul fianco sud dello schieramento,
questa forza fu lenta durante l'offensiva ma si batté bene durante la
ritirata e fornisce ai giocatori di guerra l'opportunità di far scontrare
Austriaci contro Russi per provare qualcosa di nuovo. Durante la campagna
1813-14 l'organizzazione di base dell'esercito austriaco rimase quella di
prima, salvo che i reggimenti di fanteria sul campo videro un ritorno al
sistema basato su due battaglioni, mentre tutti i reggimenti di cavalleria
erano di due squadroni scarsi.
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Inghilterra
L'organizzazione dell' esercito inglese, l'esercito
che Wellington descrisse come capace di andare ovunque e di fare qualsiasi
cosa, cambiò molto poco durante tutto questo periodo, eccezion fatta per
l'introduzione di un numero crescente di fanteria leggera. Ciò è dovuto
probabilmente al fatto che gli Inglesi avevano una serie quasi
ininterrotta di successi sui Francesi e così, diversamente dai loro
alleati continentali, non videro ragioni per effettuare riforme. Essi
furono
anche fortunati per il fatto che, per l'epoca in cui una forza inglese di
una certa dimensione venne coinvolta in un combattimento con i Francesi,
Napoleone era gia in guerra da 12 anni e gli osservatori e commentatori
britannici avevano avuto tutto il tempo e l'opportunità per osservare in
azione il suo sistema di guerra. I battaglioni di fanteria inglesi erano
formati da 10 compagnie, 8 delle quali erano dette compagnie di centro e
due, la compagnia dei granatieri e quella di fanteria leggera, dei
fianchi, perché si schieravano a ciascun estremo della linea di
battaglia. Ciascun battaglione era comandato da un tenente colonnello e
ciascuna compagnia da un capitano. L'organico di una compagnia variava da
40 a 100 uomini. La compagnia di granatieri tradizionalmente prestava
servizio sul fianco destro dello schieramento. In un reggimento erano
raggruppati tre di questi battaglioni, di cui uno costituiva il
battaglione deposito, ma in pratica non era raro che solamente un solo
battaglione di un reggimento venisse inviato oltremare. Nel 1805
l’esercito Inglese era composto da tre reggimenti di Foot Guard, 96
reggimenti di fanteria (dei quali il Fusilier ed il Royal Regiment debbono
essere considerati come unità d'elite); due reggimenti di cavalleria
della Life Guard ed uno delle Royal Horse Guards; sette reggimenti di
Dragoon Guards e 25 reggimenti di dragoni. Sia i reggimenti della Foot
Guard che quelli di Highlanders erano normalmente più consistenti delle
normali unità di fanteria di linea, e dovranno essere rappresentati da
battaglioni di 30 soldatini, tre per compagnia. L'esperienza britannica
nella guerra di Indipendenza americana di pochi anni prima aveva condotto
ad alcuni esperimenti con la fanteria leggera. Nel 1803-04 Moore addestrò
tre reggimenti (il 430, 520 e 950) come fanteria leggera, e nel 1809
vennero convertiti altri quattro reggimenti (il 68, 71, 85, e il 90). Il
grado di addestramento era molto elevato e questi reggimenti si distinsero
come le migliori truppe leggere ad entrare in azione durante le
guerre napoleoniche. Essi erano organizzati allo stesso modo dei
reggimenti di linea. Il 95 era stato dotato del Baker Rifle nel 1800 ed
era ben pratico del suo impiego; più tardi il V battaglione del 60
fanteria venne similmente equipaggiato, come lo furono parte delle
compagnie di fanteria leggera della King's German Legion (Legione tedesca
del re). La cavalleria inglese era dotata dei migliori cavalli in Europa
ed era la meno fronteggiabile quando impiegata in massa. I reggimenti
erano organizzati su quattro squadroni, benché un numero inferiore di
questo venisse normalmente inviato in campagna; uno dei più grossi
handicap di Moore. e più tardi di Wellesley, nella penisola iberica, fu
la mancanza di una forte cavalleria. L'organico medio di uno squadrone
variava da 120 a 160 uomini. L'artiglieria era formata da batterie a piedi
(The Royal Regiment of Artillery) e batterie ippotrainate (The Royal Horse
Artillery). La prima comprendeva normalmente cinque pezzi da 9 libbre ed
un obice da 140 mm serviti da 145 artiglieri, la seconda cinque pezzi da 6
libbre ed un obice da 140 mm serviti da 162 uomini. C'era inoltre un certo
numero di gruppi di razzi Congreve, ma queste armi inaffidabili erano
raramente usate con una qualche efficacia e possono non essere tenute in
conto ai fini della campagna di gioco. La fanteria inglese è generalmente
considerata come la migliore in Europa e sono in pochi in grado di
contrastare una simile affermazione, ma essa richiede alcune precisazioni.
Come negli eserciti prussiano e russo la chiave di volta del successo era
costituita dalla rigida disciplina. Le punizioni erano abbastanza severe
per le questioni disciplinari minori e dure per il più piccolo reato; il
saccheggio, in particolare, era disapprovato ed una buona bastonatura era
quanto di meglio poteva sperare un colpevole. Ma gradualmente, sotto
l'influenza di riformatori come Moore, fu incoraggiato un maggiore spirito
di autodisciplina e gli uomini, particolarmente nei battaglioni di
fanteria leggera, vennero addestrati ad usare la propria iniziativa, che
mancava a Prussiani e a Russi. Un enorme esprit de corps unita ad
innata arroganza razziale completavano il quadro. I soldati inglesi
sapevano di essere i migliori del mondo e lo avrebbero dimostrato ai
dannati FroggIes con la punta delle loro baionette. Benche
venissero rispettati rigidamente i movimenti e le formazioni formulate
nel manuale d'esercitazioni (con una importante eccezione che riprenderemo
tra breve) questo stesso manuale, scritto per la prima volta nel 1792 da
Sir David Dundas, consentiva
una notevole flessibilità e gli uomini venivano addestrati in tali
manovre finché le stesse non diventavano automatiche. Da colonna di
marcia a colonna di divisioni da linea di fronte a formazione in quadrato
e di nuovo daccapo, erano tutte manovre che potevano essere effettuate
velocemente e senza confusione. Analogamente le esercitazioni col
moschetto venivano incoraggiate e c'era una minore incidenza di colpi
falliti, di doppi caricamenti ed altri contrattempi nell' esercito
inglese che nella maggior parte degli altri eserciti contemporanei. Dove
la fanteria inglese acquisì realmente la sua reputazione, tuttavia, fu
nell’ adozione, non contemplata nel manuale, della formazione di
combattimento in doppia linea di fronte, anziché quella prevista su tre
linee di fronte e che veniva impiegata da tutti gli altri eserciti. la
doppia linea di fronte, dato che gli Inglesi nella maggior parte delle
loro battaglie erano sulla difensiva tattica, dette alla fanteria Inglese
un'enorme superiorità di fuoco, che di solito si dimostrò decisiva, sui
Francesi. Napoleone sperimentò questo metodo nell'ultima parte della sua
carriera, ma in tale periodo la maggior parte dei coscritti della Francia
difettava dell'addestramento e della disciplina necessari per operare con
successo in questo modo, pertanto egli ritornò allo schieramento su tre
file. La triplice linea di fronte aveva il suo vantaggio nell'attacco
perché conferiva maggior peso ed impatto ad una carica. I Francesi erano
svantaggiati rispetto agli Inglesi per il fatto che i loro esploratori
venivano tenuti a distanza dalla fanteria leggera britannica, consentendo
cosi di concentrare sulla testa delle colonne francesi tutto il fuoco di
un battaglione disposto su due file. La cavalleria inglese pur essendo
provvista di ottime cavalcature ed armata con carabina e pistola in
aggiunta alla sciabola, era raramente efficace, fatta eccezione per gli
scontri minori, a causa della ostinata tendenza a protrarre troppo a lungo
una carica coronata da successo, lasciando così i cavalieri sbandati e
con i cavalli esausti alla merce dei cannoni nemici o di un contrattacco
della cavalleria avversaria, il più famoso esempio, naturalmente, è la
carica degli Scots Greys a Waterloo. Questa tendenza, per fortuna, sembra
si verificasse soltanto nelle cariche di grosse proporzioni; se venivano
coinvolti solo uno o due squadroni, questi erano molto più facilmente
controllabili. Lo sviluppo dell' artiglieria inglese era avvenuto senza un
preciso programma ed essa era considerata come il parente povero della
fanteria e della cavalleria. L'organizzazione in batterie e la
sostituzione con conducenti militari di quelli civili erano giunte tardi
nell'esercito inglese, e non esisteva alcun ufficiale di grado,
interesse e determinazione sufficiente per stimolare una riforma, fino a
quando Dickson giunse nella penisola iberica. Ciononostante gli artiglieri
inglesi erano coraggiosi, bene addestrati e capaci di difendere le proprie
posizioni contro i Francesi quando venivano impiegati correttamente.
Sfortunatamente uno degli inconvenienti di Wellesley come comandante, era
la sua incapacità a comprendere il corretto impiego dell'artiglieria, e
gli sforzi degli artiglieri inglesi erano solitamente, con la
dispersione dei cannoni lungo l'intero schieramento, resi meno efficaci di
quanto avrebbero potuto essere con la loro concentrazione in punti
decisivi.
indice |
Russia
L'esercito
russo veniva reclutato sulla base di uno strano principio di leva, in
quanto i magistrati locali selezionavano uno su 20 tra i migliori giovani
nei loro distretti, o anche di più a seconda del numero richiesto (nel
1812 ci furono tre leve). La loro paga era miserevole: essi erano dei
rozzi contadini e tuttavia per la robustezza, la perseveranza e la tenacia
sul campo di battaglia erano i migliori
soldati d’Europa, di qui la loro meritata popolarità tra i giocatori
delle guerre napoleoniche. Petre, citando
come fonte il contemporaneo osservatore inglese Wilson, ha molte cose da
dire sull'esercito russo. La fanteria, egli commenta, consisteva di
uomini di età compresa tra i 18 e i 40 anni, generalmente di piccola
statura, ma dotati di considerevole forza fisica ed abituati ad avversità
di ogni tipo. Potevano sopportare lo stress del tempo più inclemente e,
contemporaneamente, potevano mantenersi in vita con il cibo più scarso. A
dispetto di queste eccellenti qualità, devono essere tenute ben presenti
la stupidità della massa e la mancanza di iniziativa del soldato russo.
Una volta dato un ordine, il soldato russo continuerà stolidamente nel
tentativo di compierlo perfino di fronte a situazioni disperate e a
circostanze drasticamente alterate. Il loro coraggio era indiscutibile e
la loro capacità di marciare con il clima più rigido e con le più
scarse razioni di viveri aveva del miracoloso. Comunque Petre continua, il
soldato russo poteva essere addestrato a marciare e a fare esercitazioni
con precisione e rapidità, a combattere saldamente in quadrato o in
colonna, ma era perso in circostanze nelle quali la separazione dai suoi
commilitoni, e forse dai suoi ufficiali, richiedeva l' esercizio di
quella intelligenza individuale e quella naturale attitudine alla guerra
che ha sempre caratterizzato il soldato francese. I Russi, come annotò
Wilson, erano particolarmente bravi nel combattimento alla baionetta. In
un certo senso ciò è strano, perché la fanteria russa era la sola in
Europa ad essere addestrata in campi di tiro idonei con bersagli delle
dimensioni di un uomo dipinti a strisce orizzontali per imparare il
giusto grado di elevazione necessario per centrare il corpo; ma ciò è
spiegabile col fatto che i Russi non avevano armi da fuoco standardizzate.
Nel 1812 erano in servizio non meno di 28 differenti calibri di moschetto
e 11 di fucile la qualità di queste armi può essere meglio giudicata se
si considera che i 60.000 moschetti forniti dall' Inghilterra vennero
assegnati, quale riconoscimento di merito, a uomini che si erano distinti.
La cavalleria e l'artiglieria russa erano eccellenti. Wilson fu
particolarmente impressionato dalla capacità dei cavalli russi, e dei
loro cavalieri, di percorrere lunghe distanze in condizioni estreme di
freddo e di privazioni, e tuttavia di giungere sul campo di battaglia in
condizioni perfette. Non ostante questo non fu tanto la cavalleria
regolare quanto i Cosacchi, al comando del loro atamano, Platov, a
seminare il panico tra i Francesi. A cavallo di piccoli e pelosi ponies
dotati di notevole velocità e resistenza, ed armati con lancia,
sciabola e pistole, i Cosacchi non erano in grado di battersi con la
cavalleria regolare disposta in formazione, ma si sarebbero tenuti
nascosti ai limiti del campo di battaglia pronti a piombare su qualsiasi
incauto reparto francese di cavalleria rimasto scompigliato e senza fiato
dopo una carica: come accadde ad Eylau dove massacrarono un gran numero di
corazzieri. I Russi avevano un numero enorme di cannoni, principalmente
dei calibri più elevati. I cannoni leggeri erano trainati da tiri di
quattro cavalli, quelli da 12 libbre, e quelli similari, da Otto o da
dieci; ancora una volta la forza e la resistenza dei cavalli costituivano
un fattore significativo. Il maggiore difetto dell'esercito russo era nel
corpo degli ufficiali. La maggioranza degli ufficiali dei gradi
inferiori era educata solo marginalmente meglio degli uomini che dovevano
comandare, e solo nella Guardia si poteva ritrovare un livello qualitativo
superiore. I migliori ufficiali russi erano stranieri, come Langeron, il
resto essendo incline all'indolenza e amante del gioco d'azzardo e della vodka.Nel 1805
l'esercito russo era costituito da 13 reggimenti di granatieri, 83 di
moschettieri e 22 di cacciatori; 30 reggimenti di dragoni, sei di
corazzieri, otto di ussari, tre di ulani ed uno di cavalleria tartara; 11
reggimenti di artiglieria; numerose sotnie (centurie o squadroni)
di Cosacchi; e la Guardia Imperiale. Quest’ultima era formata da tre
reggimenti di fanteria dal fisico magnifico, molto superiori sotto
questo punto di vista alla Guardia di Napoleone ed anche della
corrispondente forza prussiana (Wilson);
un battaglione di cacciatori; due reggimenti di corazzieri, uno di ussari,
uno di Cosacchi, più una batteria di artiglieria ippotrainata. Ciascun
reggimento di moschettieri aveva un battaglione di granatieri e due di
moschettieri, mentre i reggimenti di granatieri erano costituiti da un
battaglione di granatieri e due di fucilieri (eccetto
il Leib Grenadier
Regiment, che aveva
tre battaglioni di granatieri). Anche i reggimenti di cacciatori erano
organizzati su tre battaglioni. I reggimenti di fanteria della Guardia
avevano tre battaglioni con la eccezione del (preobrasenski) che ne aveva
quattro. Il personale effettivo dei battaglioni di fanteria di linea era,
sulla carta, di 738 uomini, dei battaglioni della guardia di 764. I
reggimenti di fanteria leggera avevano 10
squadroni, la cavalleria pesante 5 e, come in molti altri eserciti,
la consistenza degli squadroni era in media di 140 Uomini. L’
artiglieria era organizzata in tre tipi differenti di batterie:
ippotrainate, costituite da 12 pezzi da 6 libbre; leggere, con otto pezzi
da 6 libbre e 6 licorni da 9
libbre (Specie di obice ma con una traiettoria più tesa) e da posizione,
comprendenti non meno di 8 pezzi da 12 libbre, 4 licorni da 18 libbre e 2
licorni di 9 libbre. L'organizzazione ai livelli maggiori era differente
da quella degli altri eserciti contemporanei; al posto delle divisioni e
dei corpi d'armata, le truppe russe erano divise in Ispezioni ciascuna
contenente almeno un reggimento di granatieri più un numero variabile di
reggimenti di moschettieri e di cacciatori, Dopo la campagna di
Austerlitz, tuttavia, questo sistema venne abbandonato e l'esercito venne
riorganizzato in divisioni, la cui composizione media era la seguente: un
reggimento di granatieri ed uno di cacciatori; quattro reggimenti di
moschettieri; due reggimenti di cavalleria pesante ed uno di leggera; due
batterie da posizione. tre leggere ed una ippotrainata. La Guardia
Imperiale
costituiva da sola una. divisione comprendente 33 battaglioni di fanteria,
35 squadroni di cavalleria ed 84 cannoni compresi gli ulani della Guardia
ed i dragoni di recente istituzione come svariati altri reggimenti di
granatieri e moschettieri, in vista della campagna del 1807 questi reparti
furono ulteriormente aumentati di numero tramite l'aggiunta di altre
quattro divisioni di linea, sei ulteriori reggimenti di cacciatori ed uno
altro reggimento di ulani e di ussari. La Milizia Imperiale, istituita per
la prima volta nel 1806, ottenne un secondo battaglione e venne rinominata
Finlandski Jager della
Guardia. Dopo il fallimento della campagna del 1807 ed il trattato di
Tilsit ebbe luogo una considerevole riorganizzazione sotto la direzione di
Barclay de Tolly.. La fanteria fu ricostituita sul modello francese. I
battaglioni di granatieri furono organizzati su una compagnia di
granatieri, due di fucilieri ed una di tirailleurs
(fucilieri addestrati per agire come schermagliatori.
Similmente i battaglioni di moschettieri erano costituiti ciascuno da una compagnia di
granatieri, una di tirailleurs
e due di moschettieri. I battaglioni di cacciatori ebbero una
compagnia di granatieri-cacciatori (equivalenti ai carabinieri
dell'esercito francese) e tre dei normali cacciatori. Nel 1811 un altro
reggimento di linea fu aumentato nell'organico fino a raggiungere i sei
battaglioni ed incorporato nella Guardia, mentre fu anche costituita una
batteria di artiglieria leggera della Guardia. Un reggimento di
moschettieri fu convertito in uno di granatieri, mentre 14 reggimenti di
moschettieri furono trasformati in altrettanti reggimenti di cacciatori.
Furono costituiti altri quattro reggimenti di cacciatori, portando così
il loro totale a 50, oltre a 15 di moschettieri e quattro di fucilieri di
marina. Fu istituita una Legione russo-tedesca con ex prigionieri di
guerra tedeschi ed era costituita da sette battaglioni di fanteria, due
reggimenti di ussari, due reggimenti di artiglieria ippotrainata ed un
battaglione di cacciatori. Agli inizi del 18l2 prima dell'invasione
francese. ebbe luogo un ulteriore stadio del programma di riorganizzazione
con l'abbandono delle divisioni miste che vennero sostituite da corpi
d'armata organizzati sulla falsariga francese. Ciascun' corpo d'armata era
formato da due divisioni, ciascuna di tre brigate di due reggimenti di
fanteria, più una brigata di cavalleria ed almeno una compagnia di
artiglieria. Due divisioni erano interamente costituite da granatieri in
modo da formare un corpo d'armata di granatieri, mentre le altre divisioni
erano formate ciascuna da quattro reggimenti di moschettieri e due di
cacciatori. La cavalleria venne riorganizzata in due divisioni di
corazzieri, ciascuna su cinque reggimenti; ed otto divisioni di cavalleria
ciascuna composta da quattro reggimenti di dragoni e due di ulani od
ussari. Questa organizzazione fu mantenuta fino alla fine delle guerre
napoleoniche. Come nel caso degli Austriaci, non è disponibile alcun buon
libro sull'esercito russo di questo periodo, benché ci siano numerosi
resoconti della campagna del 1812 che ci forniscono una certa quantità
di informazioni sull'ambiente storico.
indice
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Prussia
L'esercito
prussiano nel 1806 era, secondo Petre, una macchina mirabile, ma rigida e
lenta. De Fezensac dice che era l'erede delle tradizioni della Guerra dei
Sette Anni, manovrava bene, ma lentamente e metodicamente con un'infinita
quantità di salmerie; 5 o 6 leghe (20 o 24 km) costituivano per esso una
lunga giornata di marcia. Certamente l'esercito era progredito molto poco
da quando Federico il Grande lo aveva trasformato nella migliore
macchina bellica che l' Europa avesse mai visto dal tempo dei Romani, e
nel 1806 i suoi ufficiali superiori erano quasi tutti uomini che avevano
servito sotto Federico, e che ora erano, nel migliore dei casi,
intransigenti o indolenti, arroganti e pomposi. La fanteria, rigidamente
addestrata, si muoveva ancora come un automa spiegandosi lentamente in
linea con allineamenti e distanze esatte prima di aprire il fuoco. Cosi,
bersagliata dal fuoco degli esploratori francesi, la fanteria prussiana a
questo punto era già praticamente sconfitta prima ancora, che fosse
pronta a combattere. Come nell'esercito austriaco di Austerlitz,
l'artiglieria era male impiegata, essendo divisa in piccoli gruppi tra i
reggimenti di fanteria e completamente incapace di fronteggiare il fuoco
concentrato delle batterie francesi. E nuovamente, come nell'esercito
austriaco, era solamente la cavalleria ben condotta, disciplinata e
continuamente addestrata ad essere superiore a quella francese. Ma la
cavalleria da sola non può vincere le battaglie. Quale risultato di tutto
ciò molti giocatori che si costruiscono un esercito prussiano tendono a
scegliere soldatini del periodo successivo al 1813-15, ed un indice di
questa preferenza è la scarsità di soldatini prussiani del periodo
attorno al 1806; in effetti, se si desiderasse questo esercito, si
dovrebbero usare i soldatini della guerra dei Sette Anni. Purtuttavia
l'esercito prussiano del successivo periodo non era niente di eccezionale.
Le sue dimensioni erano state ridotte dal Trattato di
Parigi
del 1808; perciò era drasticamente a corto di uomini anche se il sistema Krùmper
di
addestramento dei riservisti produceva in teoria 150.000 uomini
addestrati, disponibili per essere chiamati sotto le armi. Ma,
cosa molto più importante, era disperatamente a corto di
equipaggiamento, e se non fosse stato per i 113.000 moschetti e gli
svariati milioni di cartucce forniti dall'Inghilterra, la forza prussiana
che avrebbe potuto scendere sul campo di battaglia nel 1813 avrebbe appena
superato i 40.000 uomini di tutte le armi. Inoltre i Prussiani avevano
pochi ufficiali addestrati. La principale diversità tra l'esercito
prussiano del 1806 e quello del 1813 era che la fanteria del primo periodo
manovrava rigidamente in formazione di linea, mentre nel periodo
successivo essa adottò l'attacco in piccole e manovriere colonne di
battaglioni. Questa tecnica venne adottata imitando i Francesi e si
adattava bene per condurre truppe non addestrate e poco disciplinate poiché
era più facile mantenere una qualche forma di ordine con la formazione in
colonna che non con quella in linea. In termini di
morale, la più grande differenza consisteva nel fatto che, mentre
quello del 1806 era stato un esercito di professionisti, quello del 1813
era un esercito nazionale acceso d'ira per le offese che gli erano state
inferte da Napoleone ed impaziente di vendicare Jena... che i Francesi
consideravano invece come una vendetta per Rossbach! Torniamo alla
specifica organizzazione: nel 1806 l'esercito prussiano era formato da due
reggimenti di fanteria della Guardia, 57 reggimenti di moschettieri, 29
battaglioni di granatieri, otto brigate di fucilieri (fanteria leggera) e
tre battaglioni di cacciatori; 13 reggimenti di corazzieri, 14 di dragoni,
9 di ussari e 15 squadroni di Towarozy
(ulani)
organizzati in battaglioni di cinque squadroni ciascuno; più un singolo
squadrone di cacciatori a cavallo, quattro reggimenti di artiglieria a
piedi ed un reggimento di artiglieria ippotrainata. L'organizzazione
della fanteria era complessa ed è difficile riprodurla accuratamente sul
tavolo di gioco. Ciascun reggimento comprendeva tre battaglioni di
moschettieri, due compagnie di granatieri ed una compagnia di riservisti.
I battaglioni di moschettieri avrebbero dovuto avere quattro compagnie
ciascuno, ma molti ne avevano cinque, ciascuna approssimativamente di 165
uomini. Ciascun battaglione era accompagnato da un cannone da 6 libbre
servito dai fanti con soltanto un paio di specialisti. In pratica i reggimenti
venivano usualmente riuniti in brigate e le compagnie di granatieri unite
in un unico battaglione. Ciascuna delle brigate di fucilieri consisteva di
tre battaglioni di quattro compagnie ancora di 165 uomini. I due
reggimenti di fanteria della Guardia comprendevano rispettivamente tre e
due battaglioni, ciascuno di sei compagnie. Ciascuno dei battaglioni
di cacciatori aveva quattro compagnie come ciascun battaglione di
moschettieri. In aggiunta all'artiglieria delle brigate di fanteria, i
Prussiani avevano quattro distinti reggimenti di artiglieria a piedi,
ciascuno di nove batterie ippotrainate
equipaggiate con sei pezzi da 12 libbre e due obici da 152 mm più un
reggimento di artiglieria ippotrainata di 20 batterie, ciascuna con sei
pezzi da 6 libbre e due obici da 140 mm. I reggimenti di cavalleria erano
generalmente organizzati su cinque squadroni con più di 160 uomini
ciascuno, i reggimenti di dragoni erano su dieci squadroni, ma l'organico
medio era di 140 uomini. Dopo che l'esercito fu riorganizzato in seguito
al Trattato di Parigi, esso comprendeva solamente 12 reggimenti di
fanteria, ciascuno su un battaglione di fucilieri e due battaglioni di
moschettieri, tutti su quattro compagnie di 165 uomini. Questi reggimenti
erano organizzati a loro volta in 6 brigate, ciascuna brigata essendo
formata da due reggimenti di fanteria, un battaglione di granatieri, due
reggimenti di cavalleria pesante ed un
reggimento
di cavalleria leggera. Solamente una
minima
parte dell’artiglieria prussiana sopravvisse al disastro del 1806
perché la maggior parte di essa fu portata via in trionfo dai Francesi,
così per le campagne del 1813-15 l'esercito utilizzò pezzi da 6 e da 12
libbre forniti dagli Inglesi ed organizzati in batterie sulla falsa riga
inglese: una batteria di artiglieria a piedi ed una ippotrainata
accompagnavano in azione ogni brigata. Questa forza costituì il nucleo
dell'esercito di Blucher della fine del nostro periodo, venendo aumentata
di pochi altri reggimenti e di numerosi battaglioni della Landwehr
(Milizia), molti dei quali mancavano deIle uniformi, degli stivali o di
altre armi che non fossero falci e forconi. Una fonte di informazioni
veramente eccellente sull'esercito prussiano e' il libro di David Nash, The
Prussian Army, 1808-1815, pubblicato pochi anni, fa dalla Almark, ma
ora, purtroppo, non più in commercio; tuttavia la vostra biblioteca
locale può esser in grado di trovarvene una copia. Libricino della
Napoleonic Association Prussian Reserve Infanlry 1813-15 di Robert
Mantle, tratta molti più argomenti di quanti ne lasci indovinare il suo
titolo, ed è un utile acquisto.
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Spagna
L'esercito
spagnolo durante le guerre napoleoniche era probabilmente il peggiore di
Europa, cosicché, a dispetto delle sue dimensioni e delle uniformi
multicolori, pochi giocatori di guerra se ne interessano. Tuttavia poiché
è impossibile ignorarlo se
si cerca di ricostruire una parte qualsiasi della campagna iberica,
potranno essere d'aiuto le seguenti brevi notizie. I soldati semplici ed i
caporali venivano reclutati tra i volontari e per mezzo della Quinta, un
sistema analogo al metodo di reclutamento francese nel quale un uomo su
cinque era teoricamente soggetto a richiamo. C'erano
naturalmente numerose
eccezioni. Un terzo degli ufficiali proveniva dalla truppa, mentre il
resto veniva nominato dall'Ufficio di Guerra. Una gran parte di questi
ultimi erano nobili o persone che si erano procurate il brevetto da
ufficiale divenendo protetti di potenti ministri o di membri della
famiglia reale. Con la eccezione di uno o due ufficiali di alto grado,
come Castanos e Romana. ed un nucleo di ufficiali superiori, in gran parte
di origine irlandese, la qualità degli ufficiali era disastrosa:
essi erano vanitosi, arroganti
e privi di qualsiasi concezione della guerra moderna. La fanteria era
divisa in quattro gruppi: la Guardia, che assommava a 7.350 uomini e 228
ufficiali; la fanteria di linea che comprendeva 87.984 uomini e 1.521
ufficiali; la fanteria leggera che comprendeva 14.400 uomini e 228
ufficiali; e la milizia, che comprendeva 27.600 uomini e 1.230 ufficiali.
Gli ufficiali della milizia venivano scelti dai loro distretti. La Guardia
comprendeva tre compagnie di Guardias de Corps ognuna costituita da 673 uomini
e 8 cannoni; un centinaio di alabardieri; le Guardias de Infanteria
Espanola e le Guardias Wallonas, per complessivi 6.184 uomini; e la Real
Brigada de Carabineros, comprendente sei squadroni pesanti di soldati
muniti di carabina e due leggeri, assommanti a 621 uomini. La fanteria di
linea era organizzata in reggimenti di tre battaglioni, ciascuno dei quali
di quattro compagnie di 188 uomini e tre ufficiali. Nel 1807 vi erano in
totale 39 reggimenti, di cui uno napoletano e quattro irlandesi. La
fanteria leggera era costituita da 12 reggimenti, ciascuno su un solo
battaglione della consistenza di 1.200 uomini. Ciascun battaglione della
milizia era formato da otto compagnie di 75 uomini; c'erano otto
battaglioni di granatieri e 38 di moschettieri. Sorprendentemente,
in Spagna la milizia combatteva spesso meglio dell' esercito regolare.
Infine vi erano sei reggimenti di mercenari svizzeri. La cavalleria
spagnola era in uno stato ancora peggiore di quello della fanteria e dava
ancor meno affidamento. Fino a due terzi del suo organico poteva venire
appiedato in qualsiasi momento a causa di una grave scarsità di
cavalli. Il totale degli effettivi della cavalleria nell'ambito
dell'esercito era di 24 reggimenti, 12 pesanti e 12 leggeri. C'erano 5
squadroni, ciascuno di 140 uomini, Per ogni reggimento. La migliore arma
dell'esercito spagnolo era l'artiglieria, non perché fosse molto più
efficiente della fanteria o della cavalleria, ma per il coraggio
dimostrato praticamente in ogni occasione dagli artiglieri spagnoli. Vi
era un totale di 40 batterie, ciascuna teoricamente di sei cannoni (benché
molte ne avessero solo quattro), divisi in quattro reggimenti di dieci
batterie ciascuno. Sedici batterie erano di artiglieria a piedi,
equipaggiate con pezzi da 8 libbre; 24 ippotrainate, equipaggiate con
pezzi da 4 libbre. Sfortunatamente, nell'esercito spagnolo la dizione
artiglieria a cavallo era poco corretta a causa della carenza di cavalli,
e la maggior parte dei cannoni spagnoli era trainata da muli o anche da
buoi. Le batterie erano servite da 100 uomini.
Caratteristiche
nazionali:
L'esercito
spagnolo riuscì a vincere un solo scontro campale con i Francesi,
quando Castanos e Reding circondarono il molto più piccolo, affamato ed
esausto corpo d'armata di Dupont a Baylen nel luglio 1808. Per tutto il
resto della guerra, i largamente incompetenti generali spagnoli, ed in
particolare Cuesta, continuarono a fronteggiare l'odiato invasore
riuscendo solamente ad essere messi in fuga, volta dopo volta,
generalmente da forze molto più deboli. Mentre l'artiglieria avrebbe
continuato a far fuoco fino a quando non fosse stata superata ed i suoi
serventi colpiti con le baionette o le sciabole, la cavalleria che in ogni
caso fu sempre debole avrebbe potuto fare una o due cariche senza slancio,
ma avrebbe abbandonato il campo di battaglia ai primi segni di una decisa
opposizione, lasciando indifesa la fanteria. A questo punto la P.B.I. (Poor
Bloody Infantry: povera, maledetta fanteria) avrebbe probabilmente sparato
un paio di scariche a casaccio alla massima distanza di tiro e tagliato la
corda. Conosco solamente una occasione in cui la cavalleria spagnola
completò con successo una carica, a Talavera nel luglio 1809. Una forza
spagnola in marcia assomigliava più spesso ad una folla di profughi che
non ad una forza militare, e procedeva lentamente con l' inevitabile
siesta pomeridiana. In azione era lenta ed impacciata nelle manovre, in
parte a causa della mancanza di addestramento ed in parte a causa del
bassissimo rapporto ufficiali soldati. In sostanza non era nemmeno un
esercito del XVIII secolo, ma era maggiormente simile ad uno del XVII
secolo, e dipendeva in larga parte per i rifornimenti e gli alloggiamenti
delle truppe da appaltatori civili inefficienti e corrotti. Non c'è
quindi da stupirsi che fosse incapace di affrontare in campo aperto le più
moderne forze francesi. Tuttavia il soldato spagnolo era dotato di due
valide qualità: estremo coraggio ed odio fanatico per il nemico, e queste
caratteristiche si manifestarono nei numerosi assedi della guerra iberica
allorquando le guarnigioni spagnole, sebbene spesso disperatamente
inferiori di numero, combatterono con eroica determinazione.
Guerriglieri
lo
stesso termine guerriglia è
di origine spagnola, derivando da guerra. E in Spagna i Francesi si
trovarono per la prima volta a combattere non contro un esercito nemico,
ma contro un' intera popolazione. Ciò è cosi importante in una campagna
di gioco da meritare una considerazione particolare. le pattuglie francesi
venivano catturate e massacrate, spesso nei modi più orribili; uno dei
metodi preferiti consisteva nel seppellire gli sfortunati prigionieri fino
al torace e poi nel recidere loro le dita in modo che non potessero
disseppellirsi. Gli ebrei catturati erano a volte perfino crocefissi. I
Francesi feriti ricoverati negli ospedali venivano trucidati, e male
incoglieva ad ogni sbandato che perdeva la protezione del grosso delle
proprie forze. Si dovette fornire una grossa scorta di cavalleria ai
messaggeri per dare loro qualche possibilità di giungere a destinazione.
Sembrava che dietro ogni roccia fosse nascosto un cecchino
(sorprendentemente gli Spagnoli erano dei tiratori particolarmente abili).
E da ogni villaggio superato sarebbe emersa una staffetta spagnola per
portare la notizia della presenza dei Francesi all'unità militare più
vicina, spagnola o inglese. Il tener presente questi fattori, insieme
all'alternarsi di caldo torrido e freddo glaciale della Spagna centrale e
alla mancanza di quantità adeguate di rifornimenti e foraggio, comporterà
per il giocatore francese il dover considerare un ritmo di logorio doppio
di quello normale specificato nelle regole per giocare una campagna.
indice
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Portogallo
Dopo che i Decreti di
Berlino nel novembre 1806 avevano chiuso al commercio inglese la linea
costiera dell'Europa sotto il sistema continentale di Napoleone, il solo
accesso rimasto (oltre che con il contrabbando) per le pregiate merci
inglesi era tramite il Portogallo. Come risultato di ciò l'anno
successivo, con la collaborazione spagnola, una forza francese al comando
di Junot invase il Portogallo, costringendo la famiglia reale a fuggire in
Sud America. L'esercito portoghese non si oppose all'invasione, e cominciò
a svolgere un ruolo nelle guerre napoleoniche solamente dopo che un corpo
di spedizione inglese era sbarcato ed aveva avuto inizio la rivolta
spagnola. Agli inizi di questo periodo l'esercito era tanto corrotto, male
organizzato ed inefficiente quanto quello spagnolo, ma, dopo
l'addestramento inglese, emerse infine come una forza flessibile e moderna
su cui si poteva contare. Nel 1809 c'erano 24 reggimenti di fanteria di
linea, ciascuno di due battaglioni di sette compagnie di 110 uomini ed
ufficiali ciascuno; e sei battaglioni di Cacadores (fucilieri) ciascuno su
cinque compagnie di 154 uomini ed ufficiali: l'organico totale dei
battaglioni di fanteria di linea e di quella leggera era pertanto lo
stesso (770). Altri sei battaglioni di Cacadores vennero istituiti nel
1811. La fanteria portoghese era organizzata in brigate formate da due
reggimenti, generalmente insieme ad un battaglione di Cacadores, benché
due di questi (il primo Castello de Vide e il terzo Villa Real )
formassero una brigata con la famosa Light Division
inglese. Una compagnia in ciascun battaglione di Cacadores era
costituita da Atiradores (tiratori scelti) e la si può eguagliare ad una
compagnia di carabinieri di un battaglione di fanteria leggera francese. I
Portoghesi non facevano delle vere distinzioni tra cavalli pesanti e
leggeri, la loro cavalleria era semplicemente la cavalleria ed in effetti
era praticamente l'equivalente dei dragoni leggeri inglesi. Vi erano, nel
1809, 12 reggimenti. L'organico variava da 287 a 589 uomini per
reggimento, benché il
loro organico statutario avrebbe dovuto essere di 594. in media era di 503
e ciascun reggimento era diviso in quattro squadroni. C'erano 28 batterie
di artiglieria organizzate in quattro reggimenti, equipaggiate con pezzi
da 6 e 9 libbre sull'esempio britannico. Le truppe venivano raccolte
tramite una soluzione locale tra quegli uomini di età appropriata che
potevano essere allontanati dalle famiglie e da altri incarichi
e che fossero relativamente idonei ed in tuona salute. La loro paga
era costituita da 1.200 misere rea (6 scellini e 3 pence) al mese e
la durata della ferma era usualmente di dieci anni. Similmente
all'esercito spagnolo, un terzo degli ufficiali
veniva promosso dai ranghi, mentre due terzi venivano scelti tra i
cadetti, giovani di nobile origine che accompagnavano i reggimenti per
imparare la professione. Diversamente da molti eserciti di questo periodo,
i Portoghesi avevano in funzione una specie di schema di pensione per
le vedove del caduti: una parte della paga di ciascun uomo veniva
dedotta ogni settimana per costituire un fondo in favore delle vedove dei
caduti in azione. Oltre alle truppe regolari, i Portoghesi avevano un
corpo di milizia che veniva armato ed equipaggiato dallo stato ma che era
tenuto ad abbigliarsi a proprie spese. L'unità di base era
un corpo su 12
compagnie con un organico fino a 1.500 uomini; c'erano in totale 48 di
questi corpi, divisi in tre divisioni regionali. Gli uomini venivano
pagati solamente quando in servizio attivo.
Caratteristiche
nazionali
Il comandante di divisione
francese Foy, un abile ufficiale sia nella penisola iberica sia a
Waterloo, disse che i soldati portoghesi sarebbero diventati eccellenti se
qualcuno si fosse preso la cura di farceli diventare; si sarebbe potuto
anche addestrare degli ufficiali discreti senza troppa difficoltà; ma i
capi non erano buoni a nulla. Questa impressione é avvalorata da una
osservazione di un ufficiale di stato maggiore inglese dipendente da
Wellington, che commentò: Il soldato portoghese è per natura indolente.
Incorre con la massima facilità in comportamenti goffi e sciatti, a meno
che non venga continuamente stimolato e costretto a sforzarsi. Ma molti
ufficiali portoghesi, se non costantemente spronati ed esortati a fare il
proprio compito, sono quasi tanto indolenti quanto i propri uomini.
Fortunatamente le autorità portoghesi richiesero agli Inglesi di fornire
un ufficiale per addestrare i propri soldati, e sotto la tutela di William
Carr Beresford essi divennero, secondo un altro ufficiale inglese di stato
maggiore truppe eccellenti in grado di combattere alla pari con la
fanteria francese; in normali circostanze comportandosi con il coraggio
dei loro alleati isolani (cioé gli Inglesi). L'esercito portoghese è
pertanto un esercito estremamente attraente da proporre al giocatore di
guerra e possiamo soltanto sperare che diventerà disponibile in
commercio, un giorno,un maggior numero di soldatini portoghesi.
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La
Confederazione del Reno
La
Confederazione del Reno divenne, casualmente, una delle più significative
creazioni di Napoleone. Costituita da un amalgama delle dozzine di insignificanti principati tedeschi
sopravvissuti alla caduta del Sacro Romano Impero nel 1806, fu vista da
Napoleone come uno stato cuscinetto tra la Francia ed i suoi nemici
orientali, ed in particolare la Russia; una fonte di entrate ed una fonte
di potenziale umano per gli eserciti sempre più grandi richiesti per
controllare e proteggere l’ Impero.
Nel rimodellare le loro costituzioni, sia legali che amministrative, sul
modello francese, tuttavia, Napoleone lasciò loro una
eredità che persistette anche dopo che la Confederazione si
dissolse nel 1813, e favorì la formazione della confederazione Tedesca
del 1820 che preparò il terreno per l'unificazione della Germania di
Bismarck nel 1860. Ma questa non dovrebbe essere una lezione di storia! Ci
sono troppe nazioni minori nella Confederazione perché possano essere
trattate qui, così dobbiamo restringere la nostra attenzione alle
quattro grandi : Baviera, Wùrttemberg, Sassonia e lo stato
artificiale della Westfalia. I contingenti militari forniti dagli stati più
piccoli furono in ogni caso insignificanti benché alcuni, come
i famosi Lancieri di Berg, si coprirono di gloria, spesso come in
quest' ultimo caso a costo del loro virtuale o totale
annientamento.
La
Baviera
era il più grande degli stati indipendenti della Confederazione, ed era
un leale alleato della Francia da quando Napoleone incoronò re il
vecchio, ma pieno di vita Massimiliano. Egli aveva dichiarato la neutralità
del suo paese nel 1805 e fu ricompensato con una immediata invasione
austriaca. Ciò nondimeno le forze bavaresi al
comando del generale Wrede riuscirono a bloccare il corpo d'armata
dell'arciduca Ferdinando, il che contribuì alla vittoria
di Austerlitz. Esse furono nuovamente mobilitate nel 1809, ma
durante questa campagna furono scarsamente impegnate; successivamente nel
1812 la Baviera forni un corpo d'armata (il sesto, al comando di St. Cyr)
per l' invasione della Russia. Essi si comportarono bene ma furono
decimati nella ritirata di Mosca, tanto che, nella campagna del 1813,
furono in grado solamente di fornire una divisione sotto organico. Durante
l'armistizio temporaneo che precedette Lipsia, i Bavaresi cambiarono
segretamente schieramento e
combatterono contro i precedenti alleati nella
battaglia delle nazioni e durante il 1814.
La
Sassonia venne trascinata in guerra controvoglia nel 1806 quando la
Prussia la invase e costrinse il suo elettore, Federico Augusto, a
fornirle un contingente di 20.000 uomini per combattere i Francesi.
Sebbene si battessero bene, i Sassoni furono
malamente tartassati a Saalfeld e a Jena. Dopo questa campagna
Napoleone offrì loro una pace generosa in cambio della loro cooperazione
nella Confederazione e, come la sua controparte bavarese, Federico fu
eletto allo stato di re. Truppe sassoni combatterono nelle campagne del
1807 e del 1809 a fianco di quelle francesi, fornirono il VII corpo di
armata (al comando di Reynier) per l'invasione della Russia e poi, come
quelle bavaresi, disertarono, a beneficio degli alleati, a Lipsia,
lasciando un lungo varco nello schieramento di Napoleone, il che contribuì
alla sua sconfitta.
Il
duca di Wurttemberg, un altro Federico, fu il primo dei capi
tedeschi a parteggiare attivamente per la Francia nel 1805, e nuovamente,
come ricompensa, fu più tardi nominato re da Napoleone. L'esercito del
Wurttemberg ebbe un ruolo marginale
nelle campagne del 1806 e 1807, ma fu schierato contro l'Austria nel 1809
benché non prendesse parte alle battaglie di Aspern Essling e di Wagram.
Nel 1812 Federico fornì due divisioni al terzo corpo d'armata per
l’ invasione della Russia, che vennero decimate durante la
battaglia di Borodino e la ritirata da Mosca. Ciononostante il Wurttemberg
riuscì a mobilitare un corpo di 13.000 uomini per la campagna del 1813
dove combatté valorosamente fino a quando, a Lipsia, con
i suoi organici ridotti a poco più di un migliaio di uomini,
anch'esso disertò.
La
Westfalia era uno stato artificiale creato dall'Assia Kassel e da
altri stati tedeschi minori come regno per il fratello minore di
Napoleone, Jérome, nel 1806. Parte del
suo esercito militò in Spagna durante il periodo 1808-13 e parte in
Germania durante il 1809. Nel 1812 la Westfalia costituì l' VIlI corpo
d'armata per l'invasione della Russia, inizialmente al comando di Jérome
e più tardi, dopo che lo sfortunato monarca era stato aspramente
rimproverato da Napoleone per la sua condotta nella campagna, da junot. Il corpo d'armata combatté
a Borodino e più tardi costituì l'avanguardia durante la ritirata da
Mosca nel corso della quale si assottigliò gradualmente fino a quando
rimasero sotto le armi 120 uomini. Nel 1813 la Westfalia fu in grado di
far scendere in campo solamente piccoli gruppi semi-indipendenti di uomini. Un
reggimento di fanteria, due battaglioni di fanteria leggera ed i fucilieri
della Guardia di nuova istituzione combatterono a Lipsia, dopo di che
l'esercito semplicemente si fuse
nell'anonimato della popolazione civile.
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