Sudan: Stupri di massa, violenze e uccisioni



“Tu, donna nera, sarai sterminata, tu non hai un Dio”

Queste sono le terrificanti parole che militari Janjawid hanno detto a una donna che hanno picchiato e stuprato. Khadija (nome di fantasia) aveva 20 anni ed era incinta di due mesi quando le milizie filo governative hanno attaccato il suo villaggio.
Migliaia di uomini e donne del Darfur, una regione del Sudan occidentale, sono stati uccisi e feriti dall’inizio del 2003. Le forze armate hanno effettuato bombardamenti indiscriminati mentre le milizie filo governative, nei loro conflitti con due gruppi di ribelli della regione, hanno raso al suolo interi villaggi.
Preoccupate per le loro famiglie, le donne rimangono spesso nei loro villaggi diventando così un facile bersaglio. Milizie Janjawid hanno violentato e abusato sessualmente migliaia di donne, ragazze e bambine anche di otto anni. Hanno fatto violenze di gruppo, hanno sfruttato le donne a scopi sessuali e picchiato o ucciso chiunque resistesse.

Stuprare in guerra, in particolare quando è commesso su larga scala è un crimine di guerra.

Testimoni e rifugiati hanno raccontato il largo uso dello stupro nel Darfur per umiliare e punire intere comunità.
L’effetto distruttivo sui legami familiari e sulle relazioni all’interno della comunità è devastante. Le donne che hanno subito violenze e abusi sessuali sono costrette a portare il peso della vergogna. Le sopravvissute alle violenze e i loro figli sono spesso evitate e ripudiate dai mariti. Le donne non sposate non troveranno più marito. Tali donne, costrette a provvedere a se stesse in una società in cui tradizionalmente non c’è posto per una donna che vive senza il sostegno del marito, vivono in povertà e divengono vulnerabili ad altri abusi di diritti umani. Inoltre, il rischio di contrarre il virus HIV/AIDS è elevatissimo e l’accesso alle cure mediche è pressoché inesistente.


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TESTO DELL'APPELLO IN ITALIANO:
Le scriviamo per esprimerle la nostra preoccupazione per la drammatica situazione umanitaria di decine di migliaia di sopravvissute allo stupro nella parte orientale della RDC. Molte di queste donne soffrono di gravi malattie e ferite che le segneranno per la vita. Le possibilità di ricevere le cure necessarie sono insignificanti dato che le strutture sanitarie statali nella parte orientale del Paese sono state in larga parte distrutte o riescono oppure operano con risorse limitate.
br> Ogni governo ha il dovere di prevenire e punire la violenza sessuale, e garantire alle vittime un risarcimento. Anche i gruppi armati, responsabili di ripetute violazioni del diritto umanitario internazionale, devono rispondere delle violenze sessuali.

Chiediamo al suo governo di intraprendere tutti i passi necessari per garantire alle vittime di stupro e di altri abusi dei diritti umani, le cure mediche e ogni altra cura necessaria. In particolare le chiediamo di:
- organizzare, in collaborazione con i donatori internazionali, un programma sanitario d’emergenza per le vittime di stupro nella zona orientale della RDC e una missione esperta in grado di valutare le priorità del sistema sanitario della RDC;
- assicurare che i responsabili siano condotti davanti alla giustizia e sospesi da ogni incarico, intraprendendo indagini imparziali e tempestive su tutti i fatti riportati.
A tutti i membri delle forze armate dovrebbero essere dati ordini chiari per fermare ogni forma di violenza.

Con i nostri migliori saluti.
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