Kosovo: Protezione dei diritti umani delle donne e delle giovani trafficate per la prostituzione forzata



Il Kosovo è diventato uno dei maggiori paesi di destinazione per le donne costrette nel traffico della prostituzione sin da quando, nel luglio ‘99, è entrata in azione una Forza Internazionale di Pace (KFOR) e si è creata una Amministrazione Civile delle Nazioni Unite (UNMIK).
Dal 1999 in poi si sono identificate concentrazioni di prostituzione organizzata proprio accanto alle maggiori concentrazioni di truppe della KFOR. I militari sono risultati i principali clienti e alcuni di loro, secondo quanto si asserisce, sono stati implicati nel processo di traffico. Agli inizi del 2000 la KFOR e la UNMIK sono state pubblicamente identificate come fattore di causa da parte dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Il rapporto di Amnesty documenta tutti i tipi di abusi perpetrati contro donne e ragazze in Kosovo tra cui il rapimento a scopo di violenza carnale, la privazione della libertà e la negazione della libertà di movimento.
AI ha anche scoperto che donne e ragazze sono state assoggettate a torture e maltrattamenti incluse minacce psicologiche, percosse e violenza carnale. Le autorità del Kosovo hanno risposto lentamente alla situazione e rari sono stati i casi di procedimento contro i trafficanti.
Amnesty International sollecita che in Kosovo siano le Istituzioni Provvisorie di Auto Governo (PISG) e la UNIMK ad adottare la protezione dei diritti delle vittime del traffico nell’atto di costruzione e attuazione di un preciso Piano Nazionale di Azione contro il Traffico.


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TESTO DELL'APPELLO IN ITALIANO:
Amnesty International attraverso gli appelli invita le autorità del Kosovo (UNMIK, KFOR e PISG di pertinenza) a:

• svolgere quanto nei loro poteri per attuare tutte le misure necessarie a porre fine al traffico per la prostituzione forzata dal e all’interno del Kosovo – incluso impegnarsi contro le violazioni dei diritti sociali ed economici che rendono donne e ragazze vulnerabili al traffico;

• assicurarsi che siano prese misure esaurienti per la protezione delle vittime del traffico e garantire loro il diritto alla riparazione e al risarcimento per gli abusi subiti;

• attuare politiche che non discriminino in alcun modo le donne e le ragazze vittime del traffico e che riconoscano i loro pieni diritti;

• assicurasi che il personale UNMIK e KFOR e chiunque sia ragionevolmente sospettato di abusi dei diritti umani e di reati penali connessi al traffico - incluso l’uso consapevole dei servizi di donne e ragazze – sia assicurato alla giustizia.

L’organizzazione, inoltre, si raccomanda alla comunità più ampia e in particolare:

• alle Nazioni Unite e alla NATO perché adottino misure che assicurino alla giustizia qualunque membro delle forze di pace sia militari sia civili colpevole di abusi dei diritti umani inclusi quelli delle donne vittime del traffico;

• agli stati membri dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa affinché assicurino la protezione dei diritti delle donne vittime del traffico inclusa la protezione dalla violenza o dall’abuso dei loro diritti sociali ed economici.

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