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Il territorio di Domusnovas presenta una notevole ricchezza di risorse idriche, mineralogiche, faunistiche e floreali, che hanno costituito, fin dalla notte dei tempi, un'attrattiva notevole per l'uomo.
La presenza, nel Neolitico, dei primi insediamenti umani, presso le Grotte di S. Giovanni, è confermata da ritrovamenti di frammenti ossei, ceramiche e altri piccoli oggetti della vita quotidiana.
Ma l'elemento più significativo è costituito da una costruzione megalitica realizzata a difesa della grotta, sia all'ingresso che all'uscita.
Alcuni resti di queste mura ciclopiche, documentate nei disegni e nelle descrizioni dettagliate che ne fecero i grandi viaggiatori del 1800, in particolare il generale della Marmora e il Candia, sono ancora ancora visibili a lato sud.
Il territorio domusnovese ci racconta, come un libro aperto, le vicissitudini delle popolazioni che lo abitarono nelle epoche successive, attraverso numerose costruzioni e reperti archeologici di rilievo. Ricordiamo in particolare, tra i nuraghi, quello polilobato, "S'Omu 'e s'orcu", che si erge maestoso a breve distanza dal fiume S. Giovanni e alcuni pozzi sacri, che purtroppo versano in stato di grave abbandono.
Fenici, Cartaginesi e Romani contribuirono a disegnare il paesaggio circostante, con lo sfruttamento minerario di Barraxiutta e Sa Duchessa per l'estrazione di piombo argentifero.
L'estrazione dell'argento e del piombo proseguì anche nelle epoche successive dando vita, presumibilmente intorno all'anno mille, alla nascita del borgo, sulle cui rovine sorge il paese attuale.
Le travagliate vicende storiche proseguirono sotto la dominazione pisana, affidata a un figlio del Conte Ugolino Della Gherardesca: i Pisani, interessati alle miniere della zona, fortificarono il borgo con delle mura per difenderlo dai frequenti attacchi di Genova, che mirava anch'essa ad estendere il suo dominio sul Giudicato di Cagliari, a cui faceva capo anche Domusnovas.
Il Conte Ugolino, come ci racconta Dante nella Divina Commedia, fu lasciato morire di stenti nelle carceri pisane. La sua morte portò alla ribellione dei Della Gherardesca e dei suoi sudditi contro la Repubblica di Pisa. Domusnovas divenne teatro di grandi battaglie e verso la fine del 1200 venne occupata da Mariano d'Arborea; le mura fortificate vennero totalmente smantellate. Delle mura restano poche tracce solo nei pressi della Chiesa di S. Maria Assunta.
Nel 1324 anche Domusnovas entrò a far parte del Regno di Aragona per passare poi sotto la dominazione spagnola.
Il testo è stato elaborato da un gruppo di alunni di quinta.