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I
motori a turbina aeronautici si suddividono principalmente in due
categorie:
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motori turboreattori |
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motori
turboelica |
Un
turboreattore (o turbogetto, dall’inglese turbojet) è una turbina a
gas per impiego aeronautico. In questo motore vi è generalmente una
presa d’aria, un compressore di bassa pressione, un compressore di alta
pressione, una camera di combustione nella quale viene iniettato cherosene, una turbina di
alta e bassa pressione.
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Tutto questo ha lo
scopo di scaricare posteriormente dei gas caldi che per effetto fisico
di reazione spingono in avanti l’aereo. Motori di questo tipo sono
detti “mono flusso”. |
Nei motori a “doppio flusso” di prima
generazione una parte dell’aria aspirata dalla presa anteriore viene
compressa dai primi stadi e fatta entrare in un’intercapedine esterna
ai bruciatori (by pass) per essere scaricata più lenta e più fredda. |
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Quando il diametro del primo stadio
del compressore è molto più
grande di
quello del secondo ed il condotto del by pass è molto corto si parla
di motore “turboventola” (dall’inglese turbofan) o motore a doppio
flusso di seconda generazione. |
Rispetto ai motori monoflusso il doppio
flusso consuma meno ma fornisce accelerazioni meno rapide: i monoflusso comunque
non vengono praticamente più costruiti. I turbofans sono montati sulla
maggiorparte degli aerei e degli elicotteri di nuova concezione.
Il
turboelica è una evoluzione del turboreattore.
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La turbina, oltre a
muovere il compressore è collegata anche ad un’elica: la spinta viene così
fornita principalmente dall’elica, ed in impieghi a quote relativamente
più elevate in parte
anche
dal getto di scarico proveniente dalla turbina. Questo propulsore, anche se sviluppa potenze
inferiori al turboreattore, è più economico e quindi ancora rivalutato ed impiegato sugli aerei da
trasporto. |
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