L'ULTIMO VIAGGIO

XV

 

LA PROCELLA

 

E sopra il flutto nove dì la nave

corse sospinta dal remeggio alato,

e notte e giorno, ché Odisseo due schiere

dinumerò degl'incliti compagni;

e l'una al sonno e l'altra era alla voga.

Nel decimo l'aurora mattiniera

a un lieve vento dispergea le rose.

Ei dalla scassa l'albero d'abete

levò, lo congegnò dentro la mastra,

e con drizze di cuoio alzò la vela,

ben torto, e saldi avvinse alle caviglie

di prua gli stragli, ma di poppa i bracci.

E il vento urtò la vela in mezzo, e il flutto

rumoreggiava intorno alla carena.

E legarono allora anche le scotte

lungo la nave che correa veloce:

e pose in mezzo un'anfora di vino

Iro il pitocco, ed arrancando intorno

lo ministrava ai marinai seduti;

e sorse un riso. E nove dì sul flutto

li resse in corsa il vento e il timoniere.

Nel decimo tra nubi era l'aurora,

e venne notte, ed una aspra procella

tre quattro strappi fece nella vela;

e il Laertiade ammainò la vela,

e disse a tutti di gettarsi ai remi;

ed essi curvi sopra sé di forza

remigavano. E nove dì sbalzati

eran dai flutti e da funesti venti.

Infine i venti rappaciati e i flutti,

sul far di sera, videro una spiaggia.

A quella spinse il vecchio Eroe la nave,

in un seno tranquillo come un letto.

E domati da sonno e da stanchezza,

dormian sul lido, ove batteva l'onda.

Ma non dormiva egli, Odisseo, pur vinto

dalla stanchezza. Ché pensava in cuore

d'essere giunto all'isola di Circe:

vedea la casa di pulite pietre,

come in un sogno, e sorgere leoni

lenti, e le rosse bocche allo sbadiglio

aprire, e un poco già scodinzolare;

e risonava il grande atrio del canto

di tessitrice. Ora Odisseo parlava:

Terpiade Femio, dormi? Odimi: il sogno

dolce e dimenticato ecco io risogno!

Era l'amore; ch'ora mi sommuove,

come procella omai finita, il cuore.

Diceva; e nella notte alta e serena

dormiva il vento, e vi sorgea la falce,

su macchie e selve, della bianca luna

già presso al fine, e s'effondea l'olezzo

di grandi aperti calici di fiori

non mai veduti. Ed il gran mare ancora

si ricordava, e con le lunghe ondate

bianche di schiuma singhiozzava al lido.

 

 

L'ULTIMO VIAGGIO 16-L'ISOLA EEA