L'ULTIMO VIAGGIO 

XXII

 

IN CAMMINO

 

Ed ecco giunse all'isola dei loti.

E sedean sulla riva uomini e donne,

sazi di loto, in dolce oblìo composti.

E sorsero, ai canuti remiganti

offrendo pii la floreal vivanda.

O così vecchi erranti per il mare,

mangiate il miele dell'oblìo ch'è tempo!

Passò la nave, e lento per il cielo

il sonnolento lor grido vanì.

E quindi venne all'isola dei sassi.

E su le rupi stavano i giganti,

come in vedetta, e su la nave urlando

piovean pietre da carico con alto

fracasso. A stento si salvò la nave.

E quindi giunse all'isola dei morti.

E giacean lungo il fiume uomini e donne,

sazi di vita, sotto i salci e i pioppi.

Volsero il capo; e videro quei vecchi;

e alcuno il figlio ravvisò fra loro,

più di lui vecchio, e per pietà di loro

gemean: Venite a riposare: è tempo!

Passò la nave, ed esile sul mare

il loro morto mormorio vanì.

E di lì venne all'isola del sole.

E pascean per i prati le giovenche

candide e nere, con le dee custodi.

Essi udiano mugliare nella luce

dorata. A stento lontanò la nave.

E di lì giunse all'isola del vento.

E sopra il muro d'infrangibil bronzo

vide i sei figli e le sei figlie a guardia.

E videro la nave, essi, e nel bianco

suo timoniere, parso in prima un cigno

o una cicogna, uno Odisseo conobbe,

che così vecchio anco sfidava i venti;

e con un solo sibilo sul vecchio

scesero insieme di sul liscio masso.

Ed ora l'ira li portò, dei venti,

per giorni e notti, e li sospinse verso

le rupi erranti, ma così veloce,

che a mezzo un cozzo delle rupi dure

come uno strale scivolò la nave.

E allora l'aspra raffica discorde

portava lei contro Cariddi e Scilla.

E già l'Eroe sentì Scilla abbaiare,

come inquïeto cucciolo alla luna,

sentì Cariddi brontolar bollendo,

come il lebete ad una molta fiamma;

e le dodici branche avventò Scilla,

ed assorbì la salsa acqua Cariddi:

invano. Era passata oltre la nave.

E tornarono i venti alla lor casa

cinta di bronzo, mormorando cupi

tra loro, in rissa. E venne un'alta calma

senza il più lieve soffio, e sopra il mare

un dio forse era, che addormentò l'onde.  

 

L'ULTIMO VIAGGIO 23-IL VERO