L'ULTIMO VIAGGIO |
IL
VERO Ed
il prato fiorito era nel mare, nel
mare liscio come un cielo; e il canto non
risonava delle due Sirene, ancora,
perché il prato era lontano. E
il vecchio Eroe sentì che una sommessa forza,
corrente sotto il mare calmo, spingea
la nave verso le Sirene e
disse agli altri d'inalzare i remi: La
nave corre ora da sé, compagni! Non
turbi il rombo del remeggio i canti delle
Sirene. Ormai le udremo. Il canto placidi
udite, il braccio su lo scalmo. E
la corrente tacita e soave più
sempre avanti sospingea la nave. E
il divino Odisseo vide alla punta dell'isola
fiorita le Sirene, stese
tra i fiori, con il capo eretto su
gli ozïosi cubiti, guardando il
mare calmo avanti sé, guardando il
roseo sole che sorgea di contro; guardando
immote; e la lor ombra lunga dietro
rigava l'isola dei fiori. Dormite?
L'alba già passò. Già gli occhi vi
cerca il sole tra le ciglia molli. Sirene,
io sono ancora quel mortale che
v'ascoltò, ma non poté sostare. E
la corrente tacita e soave più
sempre avanti sospingea la nave. E
il vecchio vide che le due Sirene, le
ciglia alzate su le due pupille, avanti
sé miravano, nel sole fisse,
od in lui, nella sua nave nera. E
su la calma immobile del mare, alta
e sicura egli inalzò la voce. Son
io! Son io, che torno per sapere! Ché
molto io vidi, come voi vedete me.
Sì; ma tutto ch'io guardai nel mondo, mi
riguardò; mi domandò: Chi sono? E
la corrente rapida e soave più
sempre avanti sospingea la nave. E
il Vecchio vide un grande mucchio d'ossa d'uomini,
e pelli raggrinzate intorno, presso
le due Sirene, immobilmente stese
sul lido, simili a due scogli. Vedo.
Sia pure. Questo duro ossame cresca
quel mucchio. Ma, voi due, parlate! Ma
dite un vero, un solo a me, tra il tutto, prima
ch'io muoia, a ciò ch'io sia vissuto! E
la corrente rapida e soave più
sempre avanti sospingea la nave. E
s'ergean su la nave alte le fronti, con
gli occhi fissi, delle due Sirene. Solo
mi resta un attimo. Vi prego! Ditemi
almeno chi sono io! chi ero! E
tra i due scogli si spezzò la nave.
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