L'ULTIMO VIAGGIO |
XIX IL CICLOPE Ecco: ai compagni disse di restare presso la nave e di guardar la nave. Ed egli all'antro già movea, soletto, per
lui vedere non veduto, quando parasse
i greggi sufolando al monte. Ora
all'Eroe parlava Iro il pitocco: Ben
verrei reco per veder quell'uomo che
tanto mangia, e portar via, se posso, di
sui cannicci, già scolati i caci, e
qualche agnello dai gremiti stabbi. Poi
ch'Iro ha fame. E s'ei dentro ci fosse, il
gran Ciclope, sai ch'Iro è veloce ben
che non forte; è come Iri del cielo che
va sul vento con il piè di vento. L'Eroe
sorrise, e insieme i due movendo, il
pitocco e l'Eroe, giunsero all'antro. Dentro
e' non era. Egli pasceva al monte i
pingui greggi. E i due meravigliando vedean
graticci pieni di formaggi, e
gremiti d'agnelli e di capretti gli
stabbi, e separati erano, ognuni ne'
loro, i primaticci, i mezzanelli e
i serotini. E d'uno dei recinti ecco
che uscì, con alla poppa il bimbo, un'altocinta
femmina, che disse: Ospiti,
gioia sia con voi. Chi siete? donde
venuti? a cambiar qui, qual merce? Ma
l'uomo è fuori, con la greggia, al monte; tra
poco torna, ché già brucia il sole. Ma
pur mangiate, se il tardar v'è noia. Sorrise
ad Iro il vecchio Eroe: poi disse: Ospite
donna, e pur con te sia gioia. Ma
dunque l'uomo a venerare apprese gli
dei beati, ed ora sa la legge, benché
tuttora abiti le spelonche, come
i suoi pari, per lo scabro monte? E
l'altocinta femmina rispose: Ospite,
ognuno alla sua casa è legge, e
della moglie e de' suoi nati è re. Ma
noi non deprediamo altri: ben altri, ch'errano
in vano su le nere navi, come
ladroni, a noi pecore o capre hanno
predate. Altrui portando il male rischian
essi la vita. Ma voi siete vecchi,
e cercate un dono qui, non prede. Verso
Iro il vecchio anche ammiccò: poi disse: Ospite
donna, ben di lui conosco quale
sia l'ospitale ultimo dono. Ed
ecco un grande tremulo belato s'udì
venire, e un suono di zampogna, e
sufolare a pecore sbandate: e
ne' lor chiusi si levò più forte il
vagir degli agnelli e dei capretti. Ch'egli
veniva, e con fragore immenso depose
un grande carico di selva fuori
dell'antro: e ne rintronò l'antro. E
Iro in fondo s'appiattò tremando.
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