BORBONE DI NAPOLI

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I Borboni di Napoli - Alexandre Dumas- Libro III: Capitolo X

  • . Ogni linea delle lettere di Carolina, è il colpo di lancetta che trarrà dalle vene di Napoli, il più puro del suo sangue, e gli darà la sonnolenza, e la spossatezza di cui oggi, cioè dopo sessanta anni, non può ancora guarire completamente.
  • . Questa lettera sara rimessa a Vostra Eminenza dall suo fratello il quale pieno di punto di onore non ha volsuto restare inoperoso mentre suo fratello si espone con tanto valore e Gloria a tutti li rischi egli potrà dirli tutto quello che noi sappiamo di Napoli delli infami stampati potra anche assicurarlo quando qui il suo nome è acclamato e le sue operazione benedette.
  • . Sua vera e riconoscente amica                         CAROLINA Palermo li 3 marzo       1799 Lasciam da banda cinque lettere meno importanti, ma sempre piene di quella agitazione, febbrile che è carattere distintivo della corrispondenza di Carolina, per venirne a quelle che ci conducono al blocco di Napoli da parte della squadra Inglese e terminare la prima serie della citazione epistolare della Regina.
  • . « E' con dispiacere che io vengo a conoscere che le masserizie del nostro ambasciatore, Cavaliere Hamilton., sono sequestrate nel suo alloggio in Napoli.
  • . « Il vostro ufficiale ha potuto convincersi personalmente che il vostro Ministro non ha lasciato qui le mura nuda del suo palazzo ; è questo almeno lo stato in cui si trovava al momento della conquista di Napoli.
  • . Voi che conoscete tanto bene i diritti della guerra, avreste dovuto ricordarli al re dì Napoli che ha caricato di ferri, senza alcuna ragione, il Vice console della repubblica francese.
  • . MENU - Borboni di Napoli Manda un messaggio   E lo stesso che, come, si rammenterà, ricevette 4000 ducati per assassinare il corriere Ferreri.



    Comune di Catanzaro - Capoluogo della Regione Calabria
  • . Infatti, quando l'imperatore Cado V divenne re di Napoli, la città dimostrò con chiarezza la propria fedeltà alla Corona.
  • . Non va dimenticato che Carlo V - ultimo sovrano del Sacro Romano Impero - era re di Spagna e di Napoli; figlio di Filippo il Bello e di Giovanna la Pazza, ereditò il regno dell'Imperatore Massimiliano d Asburgo e quello di Ferdinando il Cattolico di Spagna.
  • . Nel 1535 l'imperatore Carlo V tornando dalla vittoriosa spedizione militare a Tunisi, si recò in Calabria per ringraziare tutti i feudatari fedeli alla Corona ma, soprattutto, per testimoniare a Catanzaro la sua riconoscenza (lo stesso imperatore scrisse, dopo la vittoria nella guerra del 1528, " la Calabria era stata conservata, e salvata la città di Napoli").
  • . Nell'anno 1708 Carlo V è re di Napoli e di Sicilia; sotto il suo regno ebbe inizio una politica tendente all'abolizione dei feudi e dei feudalismi sfociata poi (1741) nella riforma amministrativa e tributaria.
  • . Il legame con la Spagna era certo e forte, ed in quel periodo si unirono le quattro case borboniche di Spagna, Francia, Napoli - Sicilia e Parma.
  • . ~' re di Napoli, III di Sicilia).
  • . Purtroppo arrivò il catastrofico terremoto del 1783; se ne conservano eventi e fatti poiché tramandati dalla cultura popolare; i relativi documenti ci sono pervenuti da un'opera: "L’Historia dei fenomeni del terremoto avvenuto nelle Calabrie e nel Valdemone nell'anno i 783', edita dalla Reale Accademia delle Scienze e delle Belle Lettere di Napoli (1784).
  • . Tale fatto va tenuto in conto da chi desideri soffermarsi sulla storia del Regno di Napoli e della Calabria.
  • . Si arriva così al periodo napoleonico; dal 1806 al 1815 i re Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat si insediarono nel Regno di Napoli; il comandante delle truppe francesi, Reynier, arrivò in Calabria alla testa di un poderoso esercito; il 7 luglio 1806 entrava in Catanzaro.
  • . La vita culturale cittadina, nella metà del 1800, ebbe anche il notevole contributo di Luigi Settembrini (Napoli 1813-1876), patriota letterato; in carcere sotto l'accusa d'essere il fondatore della setta "Figlioli della Giovine Italia", lottò aspramente contro il dominio borbonico; visse molto tempo a Catanzaro (una via prende il suo nome) dove creò, con altri, un movimento letterario - culturale di notevole respiro politico con tendenze al riformismo.



    La riconquista di Napoli
  • . Rivista elettronica del movimento separatista meridionale La riconquista di Napoli © 2001 Nicola Zitara Mi scrive un amico napoletano - una persona seria, un uomo sinceramente impegnato nel sociale -: "Abbiamo lanciato delle provocazioni […] per 'tastare' il grado di reattività della nostra gente.
  • . In tale passaggio storico, il popolo vinse la battaglia e perse la guerra, perché la borghesia predona si rifece cinque anni dopo, con il ritorno dei francesi, questa volta imperiali, e perché i Borbone, rientrati a Napoli nel 1816 non ebbero il coraggio di spartire le terre fra chi aveva un diritto millenario.
  • . Difatti il papa era stato immobilizzato dalla "protezione" degli zuavi di Napoleone III e il gruppo di rivoluzionari napoletani gravitanti intorno a Michail Bakunin, accorso a Napoli al primo odor di rivoluzione, fece poco o niente, ma parlò tanto da farsi spedire, in un viaggio di andata senza ritorno, nelle patriottiche galere dell'Italia tricolore.
  • . Le prossime elezioni comunali a Napoli sono un'occasione.
  • . Una volta liberata Napoli, a una a una, anche le altre città e i paesi si liberebbero, in un processo che non può che partire dal basso.



    Breve Storia delle Due Sicilie
  • IL REGNO DELLE DUE SICILIE (Regno di Napoli) Breve introduzione storica.
  • . Dal 1734 regnava a Napoli un ramo dei Borboni di Spagna, staccatisi a loro volta dalla Casa Reale di Francia.
  • . Carlo di Borbone (VII come Re di Napoli), figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, già duca di Parma, conquistò il regno togliendolo agli Austriaci a seguito di una campaagna connessa con la guerra di successione polacca e tale conquista gli fu riconosciuta poi dal trattato di Vienna (1738).
  • . A Napoli Carlo diede inizio ad una Dinastia che divenne ben presto napoletana a tutti gli effetti (gli stessi sovrani erano soliti esprimersi correntemente in puro dialetto partenopeo) e trovò nelle classi piú umili della popolazione il principale sostegno del suo trono.
  • . Francesco II, salito al trono lo stesso giorno della morte del padre, dovette abbandonare Napoli il 6 settembre 1860 in seguito all'avanzata delle truppe garibaldine.
  • . Secondo l'uso di quei tempi, anche a Napoli ed in Sicilia ci si preoccupò di indire appena possibile dei plebisciti che potessero, col loro voto, dare valore alla «liberazione» effettuata da Garibaldi.



    Storia Regno DueSicilie
  • . Con l'avvento degli Angioini nel 1266 la capitale del Regno di Sicilia fu portata a Napoli.
  • . Ricordiamo comunque che nel 1815 Ferdinando I unificò il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia in un unico stato che fu chiamato Regno delle Due Sicilie.
  • . Ponte Cristino Il 4 ottobre 1839 fu inaugurata la prima ferrovia italiana con il tratto Napoli - Portici, di circa 9 Km.
  • . In quell'anno Napoli, dopo Londra e Parigi, fu la terza capitale in Europa ad avere le strade illuminate con 350 lampade a gas.
  • . A Napoli, il 20 settembre 1845, fu organizzato il VII Congresso Scientifico Italiano, a cui parteciparono ben 1.408 scienziati.
  • . A Capodimonte il 25 giugno 1852 Napoli tu la prima città d'Italia ad organizzare un esperimento di illuminazione elettrica.
  • . Lo stesso anno fu inaugurato il nuovo bacino di raddobbo in muratura (bacino di carenaggio) nell'arsenale di Napoli, il primo del genere ad essere realizzato nella penisola italiana.
  • . Nel marzo del 1855 Napoli fu collegata attraverso una linea telegrafica con Roma, Parigi e Londra.
  • . Per quanto riguarda le Due Sicilie i moti più gravi furono quelli del 1820 e del 1848, a cui vanno aggiunti gli episodi degli attentati del 17 dicembre 1856 ( scoppio deposito polveri a Napoli con 17 morti ) e del 4 gennaio 1857 ( nel porto di Napoli saltò in aria la fregata Carlo III con 38 morti ), quello del 25 giugno 1857 con lo sbarco di Pisacane e poi le rivolte di Palermo precedenti lo sbarco dì Garibaldi.
  • . Lanza, appena giunse a Napoli, fu confinato ad Ischia per essere processato.
  • . NAPOLI: il giorno 9 settembre arrivarono a Napoli i garibaldini.
  • . Napoli in tutta la sua storia non ebbe mai a subire un così grande oltraggio, eppure nessun libro di storia "patria" ne ha mai minimamente accennato.
  • . PLEBISCITO : il giorno 21 ottobre 1860 vi fu a Napoli e in tutte le provincie del Regno la farsa del Plebiscito.
  • . A Napoli, davanti al porticato della Chiesa di S.
  • . Poichè non venivano registrati quelli che votavano per il SÌ, la maggior parte andò a votare in tutti e dodici comizi elettorali costituiti in Napoli.

  • info: BORBONE DI NAPOLI


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    Borboni
  • . I, 1982 (6.9.1860) (8.12.1860) (14.2.1861) II DI BORBONE Figlio di Ferdinando II e della prima moglie Maria Cristina di Savoia (Napoli 1836 - Arco, Trento 1894) noto anche con il soprannome di Franceschiello .
  • . E chieggio all'onore e al civismo del sindaco di Napoli e del comandante della stessa guardia cittadina di risparmiare a questa Patria carissima gli orrori dei disordini interni e i disastri della guerra civile; al quale uopo concedo a questi ultimi tutte le necessarie e più estese facoltà.
  • . FRANCESCO NOTA: Il proclama destò profonda impressione perché nessun cittadino, a qualsiasi fazione appartenesse, non poteva non riconoscere le verità in esso contenute e non ammettere che con la sua volontaria partenza il re, " Franceschiello ", come comunemente lo chiamavano i napoletani, si comportava nobilmente evitando alla città di Napoli lutti, rovine e distruzioni.
  • . da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975 "S.A.R.
  • . LA MARIA SOFIA (Jean PauI Garnier: Le dernier Roi de Naples, Parigi 1961) da "Piemontisi, Briganti e Maccaroni" di Ludovico Greco - Guida Editore - Napoli - 1975 Maria Sofia aveva, in mancanza di una dote, la bellezza e il fascino; l'andatura, la voce, lo sguardo, e il coraggio, la fierezza, la classe.
  • . La partenza per Napoli avvenne per mare il 7 marzo, mentre le condizioni del Sovrano si aggravavano sempre più.
  • . Dal 18 maggio 1984 Francesco II, Maria Sofia e la loro figlia Maria Cristina riposano nella Chiesa di Santa Chiara in Napoli.
  • . "Un fatto di inaudita gravità", afferma il De Cesare nella sua monumentale storia di Roma, "accadde nei primi giorni del febbraio 1862, sollevando un grido di indignazione di tutta la gente onesta, né a Roma soltanto, ma a Parigi, a Vienna, a Monaco, a Torino e a Napoli.
  • . I coniugi Diotallevi , che pare esercitassero il mestiere di fotografo a Roma, "al numero 9 di Via del Farinon", vivevano, più probabilmente, "di ripieghi", non essendo rimasta traccia della loro attività fotografica, se si esclude l'implicazione, forse indiretta, nello scandalo delle false fotografie oscene, che avevano per soggetto gli spodestati reali di Napoli, ospiti del Papa, dopo la fuga dal forte di Gaeta il 14 febbraio 1861.


    Real Casa di Borbone delle Due Sicilie - Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
  • . Coniglio, Direttore dell'Istituto Storico-Politico della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi "Federico II" di Napoli: "Il ramo primogenito dei Borbone di Napoli non si estinse con Francesco II, anche se questi morì privo di eredi.
  • . Inoltre, proprio lasciando Napoli, Carlo firma il Trattato al cui art.


    VACANZE CALABRIA da Tropea a Capo Vaticano
  • . .E’ nelle pagine della grande storia per essere stata luogo della cattura e della fucilazione di Gioacchino Murat, ex re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte, le è l'unico porto della Calabria ionica e uno dei più grandi centri industriali della regione.


    Pensando o sognando? di Antonella Tremon - Calabria - Scrittori - racconti - novelle - pensieri in libertà - atremon - la città del sole - Rosarno - sosed.editrice -
  • . Ed accadrà sempre, fin quando i deputati del Sud non lasceranno le loro ben remunerate poltrone di Montecitorio e Palazzo Madama e si riuniranno a Napoli per fondare la repubblica di Magna Grecia, da cui un giorno ripartirà la vera nazione italiana, come 2500 anni fa dalla Magna Grecia partì la prima nazione italiana, una nazione civile e ricordata con gratitudine dai posteri".
  • . Questo: "Il recupero delle radici deve essere totale, a cominciare dal suo simbolo politico e dalla sua forma concreta: il Regno di Napoli, i Borbone, la svendita del Meridione al sistema cavourriano, la miseria importata con la nazione".


    Calabria, Pizzo Calabro, Vibo Valentia, Gioacchino Murat, Regno di Napoli, storia, Regno delle due Sicilie - La Città del Sole - Sosed ed. srl
  • . Le ultime vicende di un sovrano sfortunato che “seppe vincere, seppe regnare, seppe morire” di Giuseppe Lacquaniti Ritorna ancora una volta d’attualità Gioacchino Murat, lo sfortunato cognato di Napoleone Bonaparte, sovrano del Regno di Napoli, fucilato nel castello di Pizzo il 13 ottobre 1815 per ordine del gen.
  • . La venuta degli eredi di Gioacchino Murat a Pizzo intende riaprire - anche se nessun passo ufficiale è stato compiuto in tal senso - la vecchia questione riguardante il recupero della salma del re, probabilmente sepolta in una fossa comune del sotterraneo della Chiesa di San Giorgio, e mai ritrovata, nonostante alcuni tentativi effettuati, l’ultimo dei quali quello di un’equipe dell’Università di Napoli.
  • . Gioacchino Murat salì sul trono di Napoli, nel 1808, durante il periodo cosiddetto del “decennio francese”, dopo che re Giuseppe, fratello di Napoleone, venne chiamato dall’onnipotente congiunto a cingere la corona di Spagna .
  • . Nell’ottobre del 1815 partì alla volta della Corsica, e da qui si diresse verso il Salernitano, dove sperava con l’aiuto delle masse di marciare alla volta di Napoli.
  • . Ferdinando IV, da Napoli, nominò una commissione militare competente a giudicare Gioacchino, composta da 7 giudici e presieduta dal fedelissimo Nunziante, a cui il Re aveva ordinato di applicare la sentenza di morte - ironia della sorte! - in base al codice penale promulgato dallo stesso Murat che prevedeva la massima pena per chi si fosse reso autore di atti rivoluzionari; e di concedere al condannato soltanto una mezzora di tempo per ricevere i conforti religiosi.

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  • Canali Community Rubriche Province Le Vostre rubriche Consigliato MS Explorer » » I Borboni ed il periodo napoleonico I borboni ed il periodo napoleonico Carlo di Borbone (VII come re di Napoli e III di Spagna) salito al trono nel 1734, grazie alle vicende connesse alla guerra di successione polacca, introdusse una forma di dispotismo illuminato che servì a promuovere il risollevamento dell'agricoltura e delle finanze.
  • . Ma lo stato di arretratezza della Calabria e di tutto il regno di Napoli era troppo profondo perchè le riforme borboniche potessero essere efficaci.
  • . Caduto l'astro napoleonico, i Borboni ritornarono ancora a Napoli instaurando un regime di reazione, chiuso ad ogni prospettiva di libertà.


    Leopoldo di Borbone
  • La Rassegna d'Ischia 2005 Leopoldo di Borbone a Ischia – Architetture e cronache dell’isola dalla spedizione per la riconquista del Regno di Napoli (1809) all’apertura del porto d’Ischia (1854) di Nicoletta D’Arbitrio e Luigi Ziviello Valentino Editore, 2004.
  • . Dalla Introduzione del libro riportiamo il seguente passo: Il giorno 8 febbraio del 1806, le armate francesi di Napoleone, facevano il loro ingresso, pressoché incruento, nel Regno di Napoli.
  • . Il 19 febbraio 1806, Giuseppe Napoleone, faceva il suo ingresso a Napoli, mentre in un vano tentativo di difesa in Calabria, il Principe Ereditario Francesco e suo fratello Leopoldo, si attardavano sulle montagne impervie tra Lagonero e Campotenese, fino a che sconfitti ripetutamente non lasciarono definitivamente il continente.
  • . In questo scenario di conflittualità, l'isola d'Ischia si trovò ad assumere un ruolo centrale; essa, per la sua posizione a guardia dell'imboccatura a Nord del golfo, ha rappresentato nel corso delle vicende storiche del Regno di Napoli, un luogo strategico di fondamentale importanza, così come l'isola di Capri lo era sul versante a Meridione.
  • . Lo stesso Regno di Napoli, sarà, io anni più tardi (1799), investito e profondamente scosso, dall'ondata rivoluzionaria proveniente dalla Francia, che dopo le drammatiche vicende della Repubblica Partenopea, sfocerà nell'avvento dei napoleonidi.


    Santa Chiara di Napoli- ALENAPOLI Tour -
  • . Settecentesco è il bel sepolcro di Filippo primogenito di Carlo di Borbone con lapide latina del Tanucci; di fronte la tomba della venerabile Maria Cristina di Savoia regina di Napoli .
  • . --- Se desideri trascorrere una piacevole vacanza da noi, di carattere storico e culturale abbinando a tutto ciò un sano divertimento rivolgiti a noi di ALENAPOLI TOUR, scrivici a e chiedici informazioni.


    Calabria-Storia
  • . Con i Normanni la Calabria entrò a far parte del Regno di Napoli di cui poi seguirà definitivamente le sorti.
  • . I Normanni introdussero nel Regno e quindi anche in Calabria un anacronistico regime feudale ed imposero un rigido centralismo che soffocò sul nascere ogni tentativo di autonomia dei centri urbani; il segno del centralismo rimase quale connotazione negativa nel Regno di Napoli sotto tutte le signorie che seguirono a quella normanna.
  • . Malgrado tutto, lo spirito d'intraprendenza dei calabresi diede vita nel '400 a un notevole movimento di prodotti agricoli e sopratutto di vino per il quale il principale porto d'imbarco era Tropea; il vino era destinato, oltre che a Napoli, a Porto Pisano (Livorno), Genova, la Provenza, Barcellona, Palma di Maiorca, Londra e Bruges.
  • . Con Alfonso il Magnanimo (V d'Aragona, I di Napoli e di Sicilia), erede adottivo di Giovanna II, la dinastia aragonese subentrò agli Angioini (1442) e mantenne la sovranità sul Regno di Napoli, con un ramo cadetto, fino al 1504.
  • . La Calabria non intervenne in alcun modo nel conflitto franco-spagnolo, provocato dalle spedizioni dei sovrani francesi Carlo VIII (1495) e Luigi XII (1499/1500), al termine del quale Ferdinando il Cattolico, re di Spagna (II come re di Napoli), scacciò il ramo cadetto degli Aragonesi e ridusse a vicereame il Regno di Napoli (1504).
  • . I Borboni e il periodo napoleonico Carlo di Borbone (VII come re di Napoli e III di Spagna) salito al trono nel 1734, grazie alle vicende connesse alla guerra di successione polacca, introdusse una forma di dispotismo illuminato che servì a promuovere il risollevamento dell'agricoltura e delle finanze.
  • . Ma lo stato di arretratezza della Calabria e di tutto il regno di Napoli era troppo profondo perché le riforme borboniche potessero essere efficaci.
  • . Caduto l'astro napoleonico, i Borboni ritornarono ancora a Napoli instaurando un regime di reazione, chiuso ad ogni prospettiva di libertà.
  • . Incisione : Carlo III - Napoli MDCCLVIII-Collezione privata, Marcello Lattari L'Unità d'Italia La proclamazione del Regno d'Italia (1861) sancì l'unità e l'indipendenza della nazione e coronò degnamente le aspirazioni dei martiri e dei patrioti del Risorgimento.


    Il popolo voleva i Borboni - I Borboni a Napoli
  • . Fu nel settembre 1860 che l’esercito piemontese passando attraverso lo Stato pontificio entrò nel Regno di Napoli, sconfiggendo sul Volturno l’ultimo presidio delle truppe borboniche, già duramente messe alla prova dai garibaldini.
  • . Quindi, con i plebisciti convocati da Cavour, si decideva l’annessione del Regno di Napoli al resto dell’Italia in via di unificazione, la quale poteva finalmente superare l’antica frammentazione, mentre il Sud perdeva la sua secolare anacronistica autonomia.
  • . Napoli, l’antica capitale, si vedeva privare delle sue importanti funzioni amministrative ed economiche, con la chiusura di uffici e ministeri, la soppressione della corte e dell’esercito borbonico, con la conseguente partecipazione marginale alla politica e alla cura dei propri problemi.
  • . Egli si impegnò in un’opera di riorganizzazione della giustizia e si scagliò contro i privilegi baronali ed ecclesiastici, arrivando nel 1767 a far espellere i Gesuiti dal Regno di Napoli.
  • . Queste ultime furono poi spazzate via del tutto allorquando il Regno di Napoli fu travolto dai fermenti francesi e conobbe prima, nel 1799, una breve stagione repubblicana e poi, nel 1806, il benefico governo napoleonico di Giuseppe Bonaparte, nel quale si scomposero le grandi proprietà fondiarie del baronaggio.
  • . E non si dimentichi che nel 1839 s’inaugurava, per di più, la prima linea ferroviaria d’Italia: la Napoli-Portici.
  • . Alla tenacia degli eredi dell’ex Regno di Napoli, con le infauste vicende storiche di cui fu scenario, sia d’augurio l’antico proverbio napoletano: «chi sémmena ’mmiez’a ’e lacreme, arrecoglie ’mmiezo a’ priézza», intendendo che chi pur nella sofferenza ha seminato, poi raccoglie nella gioia.

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    Archeologia indusriale

  • . Le ferriere calabresi, oggetto del nostro itinerario, attive già dal ‘500, sono state possibili perchè il comprensorio serrese è stato un bacino minerario per tutto il Regno di Napoli, ricchissimo di ferro, come del resto era ricco di argento ed oro altra parte della Calabria: la zona di Longobucco, San Marco Argentano e dintorni, della provincia cosentina.
  • . Pacichelli in Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodici province in occasione di un suo viaggio da queste parti per visitare la Certosa serrese.
  • . Per quanto riguarda la spedizione dei manufatti di Mongiana verso Napoli, veniva utilizzato il porto di Pizzo sul Tirreno e qui vi arrivavano su schiena di mulo attraverso un sentiero che passava da San Nicola da Crissa e dal bivio dell’Angitola.

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