Il Biotopo della Barriera Corallina e l'acquario

 

( per invertebrati come Sclerattinie, Corallimorfari e Zoantiniari )

 

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Voglio parlare di quelle regioni ricche di barriere e da cui oggigiorno viene importata la maggior parte degli Antozoi Esacoralli adatti all'acquario. Non voglio però trattare ampiamente l'ecologia e la morfologia della barriera; su questo argomento sono stati scritti diversi libri molto particolareggiati. La maggior parte di Sclerattinie, Actinodiscidi e Zoantiniari oggi importati proviene da regioni e tratti di barriera con caratteristiche già illustrate nel precedente biotopo. Gli Actinodiscidi e gli Zoantiniari, generalmente molto resistenti, colonizzano in primo luogo la barriera e le coste rocciose in regioni marine con un carico organico medio o parzialmente molto elevato. Anche la quantità di splendidi Actinodiscidi e Zoantiniari sulle isole - perlopiù disabitate e quasi del tutto prive di Sclerattinie vive - situate nello Stretto di Malacca, negli ultimi anni ha continuato ad affascinarmi. Lungo le coste dell'Africa Orientale, in Kenia e Tanzania, Actinodiscidi e Zoantiniari compaiono in misura crescente come colonizzatori secondari di barriere coralline morte. Per l'acquariofilo marino sono grandiose, per l'ecologo sono invece spaventose pure le condizioni nel Mar di Giava Centrale, nella zona di estrazioni di petrolio. La quantità di idrocarburi che a causa delle trivellazioni “off-shore" finiscono in questo mare corallino dopo una diluizione insignificante sembra determinare una riproduzione di massa di Zoantiniari e Actinodiscidi, ma anche di Stoloniferi, Telestacei ed Alcionacei. Invece le Sclerattinie ermatipiche delicate sono estinte, eccetto poche specie resistenti. Né sulle barriere ancora intatte delle Maldive, né su quelle del Bali o di quelle isole piccole nel Mar Cinese Meridionale ad Est della Malaysia si trovano raggruppamenti cosi imponenti di Actinodiscidi e Zoantiniari come nelle regioni prima citate. E’ sorprendente come le isole e le coste di anno in anno cambiano sempre più rapidamente il loro aspetto. Dove fino a poco tempo fa si trovavano quasi solo Sclerattinie ermatipiche, oggi si riscontrano Antozoi sessili come colonizzatori secondari mai visti prima. Si è osservato tra Sumatra e la Penisola Malese una colonizzazione continuamente variabile di gruppi di animali descritti nel precedente biotopo e nel presente. È affascinante la crescita di singole specie di Antozoi. Se da una colonia di circa un metro quadrato di Zoantiniari color verde luminoso preleviamo un frammento di 10-15 cm2, dopo 4-6 settimane la roccia nuda viene nuovamente colonizzata. Di rapidità simile è anche il "tasso" di riproduzione, per gemmazione e scissione asessuate, di Actinodiscidi e Alcionacei; tra questi ultimi sono soprattutto le specie dei generi Xenia e Anthelia a proliferare abbondantemente. Sono interessanti le varie nicchie ecologiche colonizzate dagli Antozoi. Mentre gli Zoantiniari, a parte poche eccezioni di cui parlerò nella trattazione delle singole specie, prediligono generalmente punti con una corrente dal moderato al fortissimo, molte specie di Actinodiscidi si trovano più in zone dalla corrente debole, dove solo per brevi periodi durante il cambio delle maree sono esposte a un movimento dell'acqua più intenso. Curiosa e importante per l'allevamento in acquario è la distribuzione verticale degli Antozoi qui descritti. Come tra gli Alcionacei, anche specie di Entozoi, adatte all'acquario, si trovano sulla piattaforma corallina in condizioni ambientali molto dure. L'elevata irradiazione solare causa in molti Zoantiniari e Actinodiscidi una produzione estremamente alta di sostanze di protezione contro i raggi UV, probabilmente formate in "collaborazione" con le alghe simbionti, le Zooxantelle. Quando il sole è allo zenit e ciò coincide con la bassa marea, Actinodiscidi e Zoantiniari si ritraggono completamente; sono invece del tutto aperti quando il livello dell'acqua è alto. Per un acquariofilo quasi non c'è immagine più bella di quella offerta dagli Zoantiniari coloratissimi quando, dopo un'intensissima irradiazione solare di ore, si trovano parzialmente all'asciutto e aprono in tutto lo splendore i loro polipi a stella. Anche quando da mucchietti gelatinosi poco appariscenti di Actinodiscidi si formano "petali" fluorescenti, si assiste ad uno spettacolo particolare. Alcune specie di Zoantiniari sulla piattaforma corallina sono delle vere e proprie catturatrici di sedimenti. Tra i singoli polipi che giacciono con il loro disco pedale su materiale coralligeno solido e levigato si accumula sabbia corallina fine e finissima con tutti i suoi componenti di scleriti di Alcionacei, spicole di spugne, aculei lasciati dai ricci marini, gusci di lumache e conchiglie, frammenti di alghe calcaree rosse e simili. Non di rado questa sabbia viene poi incrostata da foraminiferi, minuscoli organismi unicellulari che secernono calcio, appartenenti alla classe Rhizopoda. Questo substrato “semisolido" così formatosi rappresenta quindi un fondo di colonizzazione per coralli molli dei generi Anthelia e Xenia oppure per alghe a forma sferica e di colore verde dei generi Valonia e Dictyosphaeria che in alcune vasche marine, soprattutto sotto luce HQI, possono diventare una piaga. Anche gli Actinodiscidi del genere Actinodiscus, riscontrabili sulla piattaforma corallina, ospitano tra le loro colonie a fungo regolarmente degli interessanti invertebrati che qui si sono fissati. Varie spugne, spesso di un giallo, arancione o rosso luminosi, ma anche verde-grigio, marroni e neri, formano delle incrostazioni, alcune perforano anche il calcare, protette dai dischi colorati del corallo. Spesso si trovano minuscole Arcacee, Spirobranchi, colonie di Briozoi e altri filtratori. Tutti questi organismi sono naturalmente un arricchimento ben accetto nei nostri acquari di coralli, poichè contribuiscono ad un ambiente più stabile. Purtroppo nel materiale coralligeno "bucato" su cui crescono gli Actinodiscidi vivono spesso anche granchi e Policheti predatori. Minuscoli Ofiuroidi e Cipree alghivore, generalmente sono invece tra i coabitanti più apprezzati delle colonie di Actinodiscidi. Il colore delle specie di Actinodiscus sulla piattaforma corallina varia dal beige al bruno al verde-grigio; molte luccicano per via della presenza nel tessuto di sostanze protettive contro i raggi UV. Anche sulla parete della barriera corallina, ma soprattutto nella barriera subcostiera ciottolosa si trovano vari Actinodiscidi e Zoantiniari. Qui sono in primo luogo le apprezzate specie rossastre e blu-viola di Actinodiscus a colonizzare sempre i punti dalla corrente debole. Questi rappresentanti delle CoraIlimorpharia vivono in condizioni ambientali assai più uniformi che non i loro parenti sulla piattaforma o sui coralli ad "ombrello" e non sopportano un'elevata irradiazione di luce ma prediligono i raggi gialli e verdi dello spettro. Anche gli Zoantiniari si trovano nella zona della barriera subcostiera ma, in caso di barriere coralline moderatamente danneggiate, spesso anche sulla parete corallina. Nell'isola di Mauritius, nell'Africa Orientale e in poche barriere dell'Asia Sud-orientale non di rado si scoprono Zoantiniari che crescono in mezzo a grosse colonie di spugne. Queste specie, molto probabilmente appartenenti al genere Zoanthus, stando ad osservazioni in acquario sembrano essere più delicate, soprattutto quando il tessuto spugnoso muore. Queste specie inoltre non sono ben fissate con il loro disco pedale sul substrato, bensì spesso sono incastrate singolarmente con il tronco e il piede conici nelle colonie di spugne, dove però formano ancora gruppi non compatti. Le Sclerattinie ermatipiche importate per l'acquariofilia provengono principalmente dalle piattaforme coralline, poche dalle pareti di barriera e dalle barriere subcostiere. Sclerattinie allevate con successo da molti anni che vivono sulla piattaforma corallina, nelle pozze di marea e nei canali di barriera sono Trachyphyllia geofroyi, Fungia actiniformis, varie specie di Goniopora e un certo numero di coralli dei generi Favia e Favites. Meno conosciute, ma negli ultimi anni allevate con grande successo, sono le specie incrostanti di Echinopora e Montipora della piattaforma corallina. Dalla parete corallina provengono i coralli del genere Acropora, allevati e riprodotti finora soltanto da pochi esperti, e dei generi Pocillopora e Stylophora, più noti come materiale dì decorazione, nonchè specie di Pachyseris. Uno dei coralli della parete di barriera più noti e resistenti è Plerogyra sinuosa, importato con regolarità da 15 anni. Sempre dalla parete corallina, più però dalle zone piatte della barriera subcostiera, provengono le resistenti Catalaphyllia placata, le specie di Lobophyllia ed Euphyllia, ma anche le specie di Trachyphyllia e Fungia, nonché rappresentanti della famiglia Faviidae e specie di Porites, queste ultime raccolte pure sulla piattaforma corallina. Tratti di barriera carichi di sostanze organiche e ricchi di sedimenti naturalmente ospitano oramai solo un numero ridotto di specie di Sclerattinie ermatipiche, cioè costruttrici di barriere. Questi coralli, come anche alcuni Zoantiniari e Actinodiscidi, si possono osservare in una sorta per cosi dire, di lotta finale per la sopravvivenza anche in tratti di barriera completamente ricoperti da alghe del genere Caulerpa, soprattutto da C. racemosa var. uvifera, che cresce strisciando, oppure dalla specie seghettata C. serrulata. In questa guerra silenziosa prima o poi vincono le alghe, che in caso di inquinamento ancora più forte vengono poi sostituite da alghe filamentose nitrofile (che amano l'azoto). In tal caso, come avviene anche in acquario, la sopravvivenza di qualsiasi Antozoo non è più possibile. Concludo così questa breve descrizione del biotopo naturale dei nostri Antozoi Esacoralli adatti all'acquario.

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