Il Biotopo della Barriera Corallina e l'acquario

 

( per invertebrati come Stoloniferi, Alcionacei e Gorgonacei )

 

 

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Le misurazioni sono state effettuate dalle 7 del mattino, con l'inizio della bassa marea, fino alle 16 del pomeriggio, momento massimo dell'alta marea. In questo lasso di tempo la temperatura dell'aria saliva da 26 a 32°C. La temperatura dell'acqua. verso le 7 del mattino, si aggirava intorno a 25 °C, aumentava poi, fino al livello minimo della bassa marea, verso le undici del mattino, a 27 °C , con punte di 35 °C in pozze con acqua stagnante e al culmine dell'alta marea raggiungeva 24 °C. Il valore del pH variava solo di poco tra 8.3 e 8.4. I rilevamenti Redox, inizialmente indicavano 185 mV; poi. con l'inizio dell'alta marea e l'alzarsi di sedimenti finì con particelle decomposte, scendeva a 160 (minimo di 135 mV in una pozza), per raggiungere 178 mV con il culmine dell'alta marea. L'acqua proveniente dal mare aperto aveva un valore di 192 mV. La densità media misurava 1023, un altro giorno, dopo un temporale di quattro ore, 1016. Il contenuto di ossigeno, misurato elettronicamente, variava tra 6.8 mg/l e 7,2 mg/l. L'intensità luminosa, che misurata con un luxometro a 1 m di profondità, aumentava da 2800 lux di prima mattina a 14.000 verso le 11, variando poi per l'alternarsi di nuvole e sole tra 17.000 e 22.000, con punte di 26.000 lux da mezzogiorno alle 14. Quindi, verso le 16, scendeva molto rapidamente a valori tra 9000 e 7500 lux. La visibilità, all'inizio della bassa marea era di 5 m di profondità, aumentando poi a 8 m al livello minimo dell'acqua. per poi diminuire, nel giro di un'ora, con l'inizio dell'alta marea, a 2-3 m e, in alcuni punti estremi a 0.5 m. Al culmine dell'alta marea, verso le 16, l'acqua ritornò rapidamente più limpida e la visibilità raggiungeva 5 m. Questi valori, sono generalmente abbastanza bassi e non possono essere paragonati a quelli riscontrabili, per esempio, in barriere coralline intatte dove l'acqua è cristallina. Le condizioni di vita dei nostri Alcionacei. nella barriera subcostiera e nella laguna, non sono affatto tanto estreme quanto nella piattaforma corallina. Con l'aumento della profondità dell'acqua non è più necessaria la presenza di pigmenti di protezione dall'alta percentuale di raggi UV presenti nella luce solare. Le variazioni di densità quasi non si notano. Però anche qui si notano sempre intorbidamenti dell'acqua per via di sostanze organiche e, soprattutto, a causa di sedimenti finì in sospensione. Specialmente le tempeste, che nelle regioni tropicali spesso si presentano con grande violenza, causano per giorni interi intorbidamenti di un'acqua che normalmente è molto limpida. Al contrario di quanto si verifica nelle barriere intatte di Madreporari, anche il ritmo giornaliero delle maree alza dei sedimenti che intorbidiscono l'acqua più o meno intensamente. Se si prescinde dalle condizioni di luce ovunque sempre variabili, per il resto l'ambiente di vita nella barriera subcostiera e nella laguna è assai più uniforme. Anche da questi due tipi di barriera proviene una gran parte dei nostri Antozoi, soprattutto vari Alcionacei, incluse alcune specie colorate di Dendronephthya, molte specie di Xenia, Stoloniferi e Telestacei nonché alcuni Gorgonacei. Entreremo più dettagliatamente nel merito della diffusione delle singole specie nelle pagine a loro dedicate. Voglio qui concludere la nostra breve trattazione in cui, per ovvi motivi, si è potuto descrivere solo una piccola parte degli aspetti più interessanti, per arrivare a parlare dell'allevamento degli Anthozoa Octocorallia in acquario. Oggi gli Antozoi sessili, in genere, vengono allevati nel tipo d'acquario definito "acquario di coralli" o “minireef", che dovrebbe avere una capacità di almeno 250 l (le dimensioni ideali variano tra 400 e 700 litri). L'equipaggiamento tecnico di base, nonostante l'avvento di apparecchi considerati "più moderni",  consiste tuttora di uno schiumatoio di potenza adeguata, di un buon filtraggio biologico , con l'impiego di carbone iperattivo ai finì di un'eliminazione dei nitrati , e di una buona circolazione dell'acqua mediante pompe centrifughe. Queste, di norma, funzionano con un prefiltro riempito di lana sintetica e provvedono, oltre che a una intensa circolazione dell'acqua, anche all'eliminazione di numerose sostanze responsabili dell'intorbidamento. Per imitare i vari movimenti d'acqua della barriera si possono utilizzare due, oppure. in caso di acquari grandi, anche più pompe centrifughe che si accendono e si spengono ritmicamente mediante un timer, oppure grazie a un cosiddetto power-timer (modificatore di potenza), creando una circolazione d'acqua simile alle maree. Soprattutto quest'ultimo accessorio ha dato ottimi risultati, causando infatti una corrente molto varia e irregolare, gradita proprio agli Alcionacei. Le decorazioni andrebbero costruite in modo molto naturale, con scheletri madreporari piatti fissati con del cemento su pietre calcaree ben strutturate, sciacquando poi tutto abbondantemente. In questo modo si ottiene nella vasca un arredamento non particolarmente pesante e, comunque, un'ampia superficie per gli Antozoi sessili. Contemporaneamente si dispone di una splendida costruzione provvista di cavità in cui si può sistemare Dendronephthya, Gorgonacei o spugne. Si devono utilizzare anche molte pietre vive per una equilibrata decorazione. Inoltre, servono per la fase di maturazione biologica delle nostre vasche. Il materiale di fondo sotto le decorazioni consiste in sabbia corallina grossa e, in primo piano, verso il vetro frontale, in sabbia di foraminiferi a cui aggiungiamo, eventualmente, un po' di sabbia corallina più grossa. L'altezza dello strato varia tra 3 e 6 cm. In base all'affermazione recentemente rispolverata secondo cui con uno strato di materiale di fondo così alto si formino dei processi di putrefazione dobbiamo relegarla nel regno delle favole. Al contrario, l'alto strato di fondo, in combinazione con il filtraggio attraverso carbone iperattivo, porta a una costante eliminazione di nitrati mediante i processi della denitrificazione biologica. Per un acquario di coralli non impiegare l'ozonizzazione, che oggi, a volte, viene nuovamente proposta con quantità eccessive di ozono. Essa disturba la perfetta denitrificazione e porta a uno spiacevole aumento di nitrati e di altri pericolosi composti azotati intermedi, talvolta anche tossici. Se, per rendere limpida l'acqua, si deve proprio aggiungere dell'ozono, si dovranno impiegare, persino in acquari grandi, solo quantità fino a 10 mg/h, per evitare reazioni estremamente tossiche tra il gas e i numerosi composti presenti nell'acqua. L'eliminazione dall'acqua di queste sostanze pericolose non sarebbe possibile neppure con del carbone superadsorbente. Anche una diffusione di anidride carbonica, negli ultimi tempi spesso propagandata, viene ritenuta poco indicata per l'acquario degli invertebrati. Certo, alghe marine e anche vari Antozoi con alghe simbionti crescono meglio se diminuiamo artificialmente il valore di pH sotto 8. Ma poiché questo, in natura, avviene assai raramente, non vedo perché debba accadere in acquario, oltre tutto con un notevole dispiego di apparecchiature (controllo costante del valore di pH, raffinati diffusori di C02, ecc.). A ciò va aggiunto che, come per ogni intervento artificioso in un complesso equilibrio, anche con la somministrazione di anidride carbonica si registrano spesso degli imprevisti. L'aggiunta artificiale di C02 comporta inoltre, in molti casi, una crescita non più controllabile di alghe verdi filamentose che ricoprono tutto. Sappiamo anche da esperimenti effettuati negli ultimi anni, che gli Antozoi, le cui alghe simbionti ricevono una quantità di C02 molto superiore ai valori naturali, degenerano molto rapidamente diventando di conseguenza più sensibili verso numerosi parassiti. Non pochi acquariofili marini che si erano dimostrati fieri degli incredibili successi nella crescita dei loro invertebrati grazie all'aggiunta di C02, dopo pochi mesi dovevano constatare come le loro colonie di Xenia, oppure le splendide Sinularia. nel giro di brevissimo tempo si disintegravano. Infine. non è vero che, con uno schiumatoio, venga disturbato l'equilibrio presente nell'acqua marina tra anidride carbonica, acido carbonico e i rispettivi carbonati e bicarbonati. Proprio per il suo contenuto relativamente alto di anioni fortemente basici, che determinano il valore di pH di oltre 8, l'acqua marina assume costantemente C02 dall'aria, cosicché, come centinaia di splendidi acquari di coralli dimostrano, non si registra affatto una carenza di questo importante gas. Pertanto, nell'acquario degli invertebrati si può risparmiare la diffusione artificiale di C02. Invece, continua ad essere importante l'aggiunta di "acqua calcarea", che ormai si è largamente imposta. Con questo metodo oggi è possibile allestire degli acquari di coralli quasi perfetti e con una splendida vegetazione di alghe calcaree rosse. Alcuni acquariofili marini sono addirittura riusciti a riprodurre, con questo sistema e un'illuminazione con lampade a vapori di alogenuri, Madreporari così delicati come Acropora, specie di Montipora, Echinopora, Platygyra, oltre alle Sclerattinie più note.

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