Nel
reef gli Octocorallia, con
tutti i loro ordini, colonizzano gli ambienti di vita più
disparati. Gli Stoloniferi e gli Alcionacei, che vivono a una
profondità tra 0 e 8 m. sono tra gli invertebrati più apprezzati
in un acquario di “coralli". In natura si trovano, in un
ricco assortimento, su tratti morti di barriera, dove vivono
ancora solo poche specie di Madreporari; qualche specie è
reperibile anche lungo le coste rocciose. Tutti questi Antozoi
crescono su un substrato compatto. alcuni su fondi ciottolosi e
pochi altri in sabbia di varia granulazione. Di questo parlerò,
comunque, più dettagliatamente nella descrizione delle singole
specie.
E’
da sottolineare, nella diffusione di vari Stoloniferi, Telestacei
e Alcionacei, ma pure di Actinodiscidi e Zoantiniari, alcune
interessanti regolarità ecologiche. Indipendentemente dal fatto
che si trattasse di zone di barriera, assillate dal turismo e
spesso in gran parte morte, lungo la costa del Kenia (Mombasa), di
reef e coste rocciose disturbate dall'incredibile traffico navale
nello Stretto di Malacca, soprattutto tra Sumatra e Singapore,
oppure di barriere danneggiate dalle estrazioni off-shore di
petrolio nel Mar di Giava Centrale (Giacarta), ovunque gli Antozoi
sopra menzionati crescono in un numero di specie e in quantità
assai maggiori che nelle barriere perlopiù intatte costituite da
Madreporari vari, per esempio in Tanzania o a Bali. La spiegazione
per la ricca fauna di OctocoralIia,
ma anche di HexacoralIia,
sta nei considerevoli intorbidamenti di tipo organico ed
inorganico dell'acqua, che comportano una maggiore offerta di cibo
per Stoloniferi, Telestacei, Alcionacei o Zoantiniari, e nel
conseguente disturbo dei Madreporari veri. Un fenomeno simile si
può osservare anche nel Mar Rosso, la cui popolazione di
Alcionacei, ad esempio presso la punta meridionale del Sinai, è
ben nota agli appassionati subacquei per il suo insolito
spettacolo di colori.
Una
maggiore offerta di cibo implica sempre un lieve aumento
temporaneo dei nitrati che, però, con valori fino a 1,5 ppm
(mg/l) è ancora assai inferiore a quello rilevabile nella maggior
parte degli acquari. Io sono del parere che tali fattori siano una
delle ragioni per la buona allevabilità in acquario di questi
Entozoi, provenienti da acque basse e caratterizzati dalla
presenza di alghe perlopiù simbionti nel tessuto.
La
piattaforma in gran parte priva di Madreporari di una piccola
isola corallina disabitata, tra Sumatra e la punta meridionale
della Penisola Malese, rappresenta. per l'acquariofilo marino, un
eldorado di tipo particolare, mentre il subacqueo, alla ricerca di
colori, probabilmente arriccerebbe il naso.
Durante
la bassa marea, soprattutto quando questa raggiunge il livello
minimo, la piattaforma corallina si trova parzialmente
all'asciutto. Grossi
Alcionacei
del genere Sarcophyton e
specie di Sinularia e Cladiella giacciono completamente retratti nell'acqua bassissima. Il
sole picchia sugli Antozoi con un calore e un'irradiazione
micidiali, cosicché nelle pieghe di un Sarcophyton
trocheliophorum , può facilmente capitare di misurare una
temperatura di 40 °C o più.
Quando
alcune ore dopo, con l'inizio dell'alta marea, l'acqua più fresca
(24-26 °C), proveniente dal mare aperto, raggiunge la piattaforma
corallina sciacquando via le masse d'acqua con temperature fino a
35 °C, rapidamente il nostro Alcionaceo si gonfia. Si ingrandisce
di circa un quarto e si libera di una sottile patina a mo' di
pellicola, ricoperta di particelle di sporco. L'acqua, che con
l'aumentare dell'alta marea fluisce sempre più rapidamente sopra
il reef. inizialmente alza una notevole quantità di sedimenti
fini, cosicché in casi limite la visibilità quasi non tocca il
mezzo metro di profondità. Ma già dopo mezz'ora o un'ora l'acqua
è più limpida, e S. trocheliophorum apre i suoi splendidi polipi fini, muniti di Otto
tentacoli.
Anche
le numerose altre specie di Alcionacei, nonché altri Antozoi,
mostrano, in questo momento. la loro meravigliosa bellezza che
ricorda un albero in fiore.
Sole
e calore non sono gli unici fattori di un ambiente dalle
caratteristiche così estreme da influire sulla vita della fauna
nella piattaforma corallina. Le piogge. ai tropici spesso
sorprendentemente intense, perfino nel cosiddetto periodo di
siccità, addolciscono molto in fretta l'acqua marina sulla
piattaforma. portando la densità a 1016 o meno.
I
nostri Antozoi quindi devono, oltre tutto, patire un considerevole
choc dovuto alla variazione di densità. Questo comporta spesso la
distruzione di grandi colonie di Alcionacei che però
al contrario delle Scleractinia
non muoiono mai completamente. In genere cadono in
frantumi, portati poi via con la corrente, finché non finiscono
in una pozza di marea con acqua stagnante. Qui i pezzi si fissano
nel giro di poco tempo formando, quindi, nuove colonie.
A
seconda delle differenze di maree, la fauna della piattaforma
corallina viene coperta da uno strato d'acqua di 2-4 m o più. I
singoli polipi dei nostri Alcionacei, inizialmente molto corti, in
questo momento si allungano di 1-2 cm. Solo ora S. trocheliophorum
ha l'aspetto dei suoi consimili che vivono sempre sommersi
nella barriera subcostiera o nella laguna.
Tra
un S. trocheliophorum sulla
piattaforma corallina e uno nella barriera subcostiera,
costantemente sommersa da 3-4 m d'acqua (6-8 m con l'alta marea),
esistono notevoli differenze, sia nella forma che nel colore. Così
quasi tutti gli Alcionacei provenienti da acqua estremamente bassa
presentano una colorazione che, in genere, va dal beige chiaro al
giallo splendente; i polipi, spesso, mostrano anche uno scintillio
iridescente. I rispettivi parenti dell'acqua un po' più profonda
hanno, di regola, un colore tra il verde oliva e il marrone
caffellatte.
Le
ricerche hanno dimostrato che il colore negli Alcionacei della
piattaforma corallina è dovuto a sostanze di protezione che
risiedono nel tessuto e li difendono dai raggi UV. D'altro canto,
gli Alci onacei che vivono in acque più
profonde
posseggono più alghe simbionti, la cui elevata produzione di
ossigeno provocherebbe negli Antozoi d'acqua bassa
un'intossicazione.
Si
è potuto più volte osservare con quale rapidità le specie di Sarcophyton e di altri Alcionacei della piattaforma corallina
espellono le alghe simbionti per liberarsi dalla loro
considerevole produzione di ossigeno. Delle colonie, un giorno di
colore beige scuro, il giorno dopo mostravano un giallo
splendente. La piattaforma corallina non è l'unico biotopo di
vita degli Alcionacei. Anche la barriera subcostiera e la laguna
in molte regioni ricche di barriere coralline (Africa Orientale,
Sri Lanka. Mauritius, Mar Cinese Meridionale, Mar di Giava
Centrale, ecc.) ospitano una ricca fauna di Stoloniferi,
Telestacei, Alcionacei. Actinodiscidi e Zoantiniari. Però, nè
sulla piattaforma corallina, nè nelle altre zone menzionate
vivono tutti i tipi di Antozoi mischiati insieme. Proprio sulle
piccole isole coralline disabitate, tra Singapore e Sumatra, si è
potuto continuamente osservare molto bene, negli ultimi anni,
quanto sia differente la colonizzazione delle singole specie di
Antozoi sulle varie isole. Sebbene queste ultime, a un'analisi
superficiale del profano, sembrino tutte uguali. esistono dei
fattori ecologici tanto differenti da permettere lo sviluppo di
comunità animali e vegetali (di alghe) del tutto diverse.
Così
si possono osservare, soprattutto in zone influenzate da fiumi,
delle particolari “isole di alghe" con numerose specie di Caulerpa, alghe rosse con talli a forma di foglie e alghe brune,
principalmente del genere Sargassuin.
Qui la fauna è abbastanza povera, con alcune forme sempre
presenti su tutte le isole, come Actinodiscus
marroni, Alcionacei del genere Sarcophyton,
poche Zoanthiniaria, qua
e là un anemone simbionte dei generi Stoichactis
o Radianthus e
Madreporari dei generi Fungia,
Favia, T'rachyphyllia ed EuphyI1ia.
Si
è potuto poi osservare barriere di Alcionacei, in cui sia la
flora di alghe sia la colonizzazione con altri Antozoi sono
estremamente rade. Lì, dove si trovavano cinque o più specie di Actinodiscidae
e Zoanthiniaria, gli
Alcionacei erano molto meno presenti. Ma anche su un'isola
corallina più grande, con una superficie di qualche chilometro
quadrato e una ricca vegetazione di piante terrestri, la
colonizzazione di singoli tratti di barriera è molto differente.
Per
l'acquariofilo marino che si interessa di parametri fisico-chimici
ed ecologici, qui di seguito riporto alcuni valori che sono stati
misurati sulla piattaforma di una piccola isola corallina, nello
Stretto di Malacca, presso la costa di Sumatra. Va tenuto presente
che queste misurazioni sono sempre soltanto “istantanee" e
i valori oscillano. Comunque, è molto interessante vedere quanto
sia più stabile l'acqua nei nostri acquari se si confrontano le
loro condizioni ambientali con i biotopi naturali. Di certo la
buona allevabilità della maggior parte di Octocorallia dell'acqua bassa è da ricondurre al fatto che noi
siamo in grado di creare in acquario condizioni di vita più
uniformi di quelle spesso riscontrabili nei loro biotopi naturali. |