Favole, racconti e storie di Natale

Una strana storia di Natale

 

Esiste un luogo immerso nel silenzio dove la neve scende continuamente dal cielo. I boschi e i fiumi sono tutti bianchi e ghiacciati. Si riesce a scorgere solo il comignolo di una casetta di legno con una finestrina illuminata; lì abita Babbo Natale.

 

Una sera fredda e ventosa il bell’omone, avvolto nella sua calda giacca rossa, era fuori vicino alla porta.

Aveva un bastone in mano e cercava di liberare il tetto dal peso della neve. Quando ebbe terminato si avvicinò alle sue renne, le accarezzò, raccolse dei ceppi per il fuoco ed entrò in casa.

Era ora di cena e, stanco ed affamato, si sedette. La mattina era andato a ritirare la posta giù in città; guidare la slitta contro il gelido vento di dicembre lo aveva raffreddato molto. Aveva proprio bisogno di una tazza di cioccolato bollente!

Confortato dal pensiero della cena, si avvicinò alla dispensa per prendere del cioccolato.

Sfortunatamente sullo sportello della dispensa, la mattina aveva lasciato un biglietto: "Niente cioccolato! Niente dolci! Ricordati che sei a dieta!!"

Allora, anche se a malincuore, si preparò una minestra di verdure. In realtà era tutt'altro che grasso, decisamente diverso dalle solite descrizioni: era piuttosto alto e solo d'inverno metteva su un po' di pancia e le sue guance diventavano più tonde.

Dopo cena decise di smaltire un po' di posta: non aveva ancora finito di leggere le lettere arrivate la settimana scorsa e quella mattina aveva ritirato altri tre sacchi!

La sua segretaria, che veniva ogni martedì dal paese vicino, aveva diviso le lettere in tre gruppi: quelle facili, quelle difficili, quelle impossibili.

Cominciò a leggere. I suoi malinconici occhi azzurri si addolcivano, sorridevano grazie ai candidi desideri dei bimbi, poi d’un tratto si rattristavano... Amava molto il suo lavoro, anche se talvolta la tristezza e i desideri disperati di alcuni bambini e anche di qualche adulto, rattristavano il suo cuore forte e paterno e si sentiva impotente. Ma in realtà, venire a contatto con i sinceri desideri dei bimbi gli dava soprattutto gioia.

Le lettere dal mucchio "facile" erano veramente facili: trenini, bambole, scatole di matite... le solite cose.

Prese una lettera dal mucchio delle "impossibili": "Caro Babbo Natale,  vorrei una macchina per fare le nuvole. Te l'ho già chiesta l'anno scorso, ma secondo mia mamma la pentola a pressione che hai mandato fa le nuvole... Per piacere, vorrei vedere nuvole paffute e batuffolose! Regalami una vera macchina per fabbricare le nuvole! Grazie Martino"

Babbo Natale si grattò la testa, perplesso. Come accontentare il bambino? Alla fine prese il foglio azzurro per le richieste speciali e fece richiesta per "un lungo viaggio in aereo in una giornata nuvolosa e senza vento".

Nella lettera di accompagnamento scrisse: "Caro Martino, mi dispiace per l'inconveniente dell'anno scorso: questo è tutto quello che posso fare!" O.K., archiviato anche questo!

Sbadigliò, si alzò per ravvivare il fuoco e passando di fronte alla finestra dette un'occhiata fuori: gli abeti scuotevano i loro rami con forza e gli apparivano così scuri e sofferenti da fargli desiderare di tornare alle sue lettere. Decise di lavorare per un'altra mezz'ora. La pila delle lettere non sembrava diminuita molto.

Mentre cercava di metterle in ordine ne notò una particolare: era scritta su carta da lettera colorata e con uno sfondo di caramelle e bastoncini zuccherati. La prese. Quando vide il mittente strabuzzò gli occhi: si trattava della Befana.

Curioso, aprì la lettera: "Caro Babbo Natale, cerco marito. Alla mia età è molto difficile trovarne uno, aggiungendo il fatto che non sono molto carina, direi che è quasi impossibile. Tu esaudisci tutti i desideri e sono certa mi saprai aiutare. Lo vorrei intelligente, buono, premuroso, con modi di fare paterni e che assomigli ad Alain Delon. In caso non lo trovassi, va bene anche somigliante a Paul Newman. Grazie mille in anticipo, Befana."

Babbo Natale si grattò la testa disperato e pensò: "...intelligente, buono, premuroso, con modi di fare paterni e che assomigli ad Alain Delon... Accidenti, anche questo è un desiderio impossibile da esaudire."

Per la Befana aveva sempre nutrito una certa simpatia e anche qualcosa di più. La incontrava nei cieli, non la trovava poi così bruttina come lei si definiva e le sembrava coraggiosa sulla sua scopa, ma non aveva mai osato avvicinarla e corteggiarla.

Timidamente gettò un'occhiata allo specchio appeso la muro. Avrebbe potuto soddisfare la descrizione dell’uomo ideale per la Befana?

"Paterno, sono paterno...", pensò.

"Chi può essere più paterno di Babbo Natale? Intelligente, buono, premuroso? Chissà, certo non assomiglio ad Alain Delon."

Deluso e un po' amareggiato, fu tentato di risponderle che lei non somigliava certo ad Sophia Loren!

Ma Babbo Natale non è mica un’agenzia matrimoniale! Perché mai la Befana si rivolgeva proprio a lui? Decise di rimandare la risposta e di andare a dormire.

Quando si svegliò, la mattina era una giornata stranamente nebbiosa. Si alzò e andò alla finestra, osservando stupito tutta quella nebbia.

La richiesta della Befana gli martellava insistentemente in testa. Un pettirosso si posò sul davanzale e becchettò il vetro della finestra. Lui la aprì, gli fece una carezza e finalmente un sorriso gli illuminò il viso.

Aveva deciso: niente lavoro quella mattina! Sarebbe andato a fare una camminata nei suoi amati boschi. Uscì e cominciò a camminare sulla neve soffice. Adorava l'odore degli abeti, i colori del bosco e il bianco della neve. Si sedette su un tronco e immediatamente una coppia di scoiattoli venne a salutarlo. Giocò con loro, poi sparirono.

Rimase seduto un altro po' e cominciò a disegnare qualcosa sulla neve: una scopa con una figura, snella e piccolina, sopra di essa. Aveva deciso: avrebbe cercato di avvicinare la Befana.

Si alzò, si sentiva più energico ora che aveva deciso e tornò a casa. Si rimise a leggere le lettere con rinnovato entusiasmo e dopo due ore ne aveva letto una buona parte. Pranzò di nuovo con zuppa di verdura: voleva essere in forma più che mai adesso. Poi salì sulla slitta, attaccò le renne e partì.

Andò nei principali uffici postali a ritirare la posta e fingendo indifferenza, chiese alcune informazioni sull'orario della Befana. Chiese se fosse già passata e si rifiutò di prendere tutta la posta per avere una scusa e tornare nella speranza di vederla. Poi tornò a casa.

Il giorno dopo si svegliò presto, lustrò la sua slitta fino a farla brillare e partì di nuovo. Questa volta fu fortunato: nell'ufficio postale finalmente incontrò la Befana.  

Stava discutendo con uno degli impiegati perché non voleva darle la sua posta. Era nuovo dell'ufficio e sosteneva che la vera Befana era molto più vecchia di lei.

La Befana stava cercando disperatamente di mostrargli i suoi documenti: "Controlli il mio passaporto se non mi crede!", stava ripetendo.

"E' capace di leggere? Guardi! Nome: Befana, cognome: De Calza"

L'impiegato la guardava dall'alto in basso: "E' un semplice caso di omonimia. Lei non può essere così vecchia…"

Ad un certo punto la Befana se ne andò sbattendo la porta.

Babbo Natale, che aveva seguito la scena un po' in disparte e con una certa apprensione, si affrettò ad uscire. Pensò che la Befana doveva avere un bel caratterino per arrabbiarsi in quel modo; in fondo l’impiegato le aveva detto che sembrava molto più giovane! Solitamente alle donne fanno piacere i complimenti…

Cercò d’inseguirla ma prima di avere slegato le renne, la Befana era già in cielo e presto la perse di vista. Lanciò le renne a folle velocità e in qualche minuto riuscì a raggiungerla. C'era un vento freddo e piuttosto forte e la Befana sembrava un po' in difficoltà. Lui le si affiancò con la sua slitta.

"Oh, buongiorno, signorina Befana. Brutto tempo, vero? Posso offrirle un passaggio sulla mia slitta? Stiamo andando nella stessa direzione."

La Befana lo fissò con i suoi grandi occhi scuri; era piuttosto di malumore e i suoi occhi sembravano umidi.

"Sì, grazie", sussurrò e si arrampicò sulla slitta. Rimasero silenziosi per un po' mentre la slitta volava e il vento sibilava gelido intorno a loro.

Era imbarazzata a causa della lettera? Babbo Natale le lanciò un'occhiata: era proprio carina così piccola e terribilmente imbronciata. Indossava uno scialle a righe multicolori che era nettamente in contrasto con l'espressione truce del suo viso. Non resistette alla tentazione di prenderla un po' in giro.

"Hum, ha un rapporto così buono con tutti gli impiegati della posta?", le chiese.

Lei lo guardò interrogativa e s’incupì ancora di più. Dopo qualche minuto di silenzio rispose alla domanda di Babbo Natale.

Disse: "Mi dispiace di non avere potuto ritirare tutta la mia posta; quest’anno non potrò esaudire i desideri di tutti i bambini. Alcuni il 6 gennaio avranno una terribile sorpresa... non troveranno nulla dentro la calza."

Allora lui intenerito dalla sua dolcezza e sensibilità, la rassicurò dicendole che nel pomeriggio avrebbe parlato al direttore di quell’ufficio postale. Era un suo grande amico e sicuramente sarebbe riuscito a convincerlo della vera identità della Befana. Poi le raccontò dei numerosi contrattempi che aveva avuto con gli impiegati delle Poste e riuscì a farla ridere. Le disse che una volta aveva incontrato un tizio che pretendeva di essere Babbo Natale ed era talmente credibile, bello ciccione e con una tale barbona bianca, che l'impiegato aveva creduto a lui.

Quando raggiunsero l'Appennino vicino all’Abetone, la Befana dovette scendere. Ringraziò Babbo Natale per il passaggio e lui la salutò con un sorriso.

Quando Babbo Natale quella sera giunse a casa sua, era molto tardi, ma non era stanco, anzi... si sentiva stranamente leggero e aveva un bel sorriso stampato sulle labbra.

Natale si avvicinava ed i giorni seguenti fu molto indaffarato; riuscì comunque a tornare spesso all’Abetone... e a dare qualche passaggio a Befana.

Chiacchieravano e ogni tanto lui la stuzzicava teneramente e sempre con galanteria. Parlavano di tutto e si scambiavano spesso sguardi d’intesa.

E mentre la slitta sorvolava il cielo, la stima reciproca cresceva e anche i sentimenti...

Il cielo non era mai apparso così bello; le nuvole mettevano dolcezza nei loro cuori, mentre la pioggia li commuoveva come se le gocce, nella loro allegra danza, fossero lacrime di felicità.

Arrivò Natale e, sebbene Babbo si dirigesse spesso in Italia, non riuscì per diversi giorni a vedere  la Befana. Che si fosse ammalata? Sempre in cielo, con quel freddo, lei così piccolina e fragile...

Una sera andò all’Abetone dove sapeva che lei abitava. Con la sua slitta stette sospeso in aria per circa un'ora, nella speranza di scorgerla.

Stava quasi per rinunciare quando fu attratto da schiamazzi provenienti dal paese. Incuriosito e un po' ansioso per la Befana, si diresse verso quel luogo.

Quando si avvicinò vide che un gruppo di ragazzacci stava tirando sassi contro una casetta e gridavano: "Vecchietta, l'hai fatta la calza?"... e giù risate.

Fuori di sé dallo sdegno, Babbo Natale scese dalla slitta, pronto a correre in suo soccorso... Ma non ce ne fu bisogno...

La Befana era uscita dal retro della casa, era salita sulla scopa e stava gettando carbone su ciascuno di loro.

Babbo Natale tirò un urlo così forte che lo sentirono anche in altri paesi. Poi si diresse verso la casa della Befana.

La trovò che piangeva silenziosamente.

Quando lo vide, lei lo guardò un attimo in silenzio e gemette: "Sigh! Sigh! Sono brutta, vecchietta e ho anche i brufoli! Forse anche i bambini più buoni mi disprezzano… mi aspettano solo perché porto i dolci."

Babbo Natale la guardò, colpito da tanta amarezza e rispose: "Ma cosa dici, quei ragazzi sono sciocchi. I bambini ti adorano, ricevo spesso lettere che chiedono notizie di te. E poi ricordi che l’impiegato della Posta? Ti ha detto che sembri più giovane! Vuoi sapere un’altra cosa? A me i tuoi brufoletti piacciono molto… E ehm… per me sei bellissima."

Allora lui si avvicinò, la tenne stretta stretta e lei ricambiò l'abbraccio.

Da allora non si sono più lasciati. Si sono sposati e vivono in Finlandia nella casetta di Babbo Natale. A Befana piace molto la neve e la natura incontaminata. Babbo le ha procurato un bel vestitone di lana pesante e degli stivaletti caldi in modo che non prenda freddo. Si vogliono un mondo di bene e sono molto felici.

Tutti i giorni fanno lunghe camminate e si divertono a giocare con gli animaletti del bosco.

La Befana, che è una bravissima cuoca, prepara a Babbo Natale piatti sani ed appetitosi e lui non deve fare più la dieta.

A dicembre lo aiuta nel suo lavoro e appena può anche lui le dà una mano. Si scambiano consigli e a volte anche doni.

Babbo Natale s’incupisce solo quando alla televisione trasmettono un film con Alain Delon e fa di tutto per cambiare canale.

Befana allora si mette a ridere e lo rassicura, sussurrandogli: "Alain Delon non ha queste belle braccione robuste e calde!", e si rannicchia sul suo petto sbaciucchiandolo tutto.

 

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