C'era una volta
il Natale di quest'anno. Mamma Maria, come ogni anno, aveva la pancia gonfia,
perchè dentro c'era il piccolo Gesù, quasi pronto a venire al mondo.
Siccome
mancava una settimana, Maria disse al marito: "Peppino, ascolta, sento che
il piccolo sta per nascere: per favore cercami un buon posto per
partorire."
"Che
ne dici di un posto un po' più comodo, questa volta, Mariuccia?", disse
Giuseppe.
"Non
sei stanca ogni anno di mettere al mondo il bambino dove non c'è riscaldamento,
assistenza e nemmeno una piccola comodità? Un anno l'hai fatto nascere a
Belfast in mezzo agli spari... due anni prima in Amazzonia con
quell'umidità!"
"Lo
sai, Peppino", interruppe mamma Maria, "il nostro non è un bambino
che nasce in un posto qualsiasi: ha bisogno di molta attesa, di molto desiderio.
Non vorrai mica farlo nascere in una qualsiasi città, con tutto quel baccano,
traffico, roba colorata da vendere e comprare e tutti che sanno già quello che
vogliono comprare, perchè l'hanno visto nelle vetrine..."
"No,
no, Mariolina!", disse Giuseppe.
"Senti, ho un'idea! Non ti piacerebbe, quest'anno, tornare a Betlemme, dove il
Bambino è nato per la prima volta? Ricordi la grotta, l'asino, il bue e quella
brava gente che veniva e portava i doni, e poi gli angeli... Forse non è
rimasto proprio lo stesso, laggiù, però..."
Mamma
Maria sospirò: "La grotta, certo che la ricordo! Sì, mi piacerebbe... Và
a dare un'occhiata, Peppino."
E
Giuseppe, che faceva il falegname inventore, inforcò senza perdere tempo la sua
bicivoletta e schizzò nel cielo, verso la Palestina.
Arrivò laggiù abbastanza
in fretta, ma faticò un po' a trovare il posto, perchè era tutto davvero molto
cambiato. La grotta c'era ancora, ma era diventata un deposito per vecchi camion
e bidoni vuoti di benzina. Non c'erano più nè bue nè asino, ma solo un paio
di polli spelacchiati che beccavano vermetti neri di petrolio. E c'era un gran
via vai di gente armata, camionette militari, ambulanze con la sirena...
Giuseppe, un po' smarrito, si guardò intorno, risalì sulla sua bicivoletta,
tornò da Maria e le raccontò ogni cosa.
"La
grotta non è più quella, capisci, Mariuccia, e c'è un'aria così
minacciosa... Insomma, noi volevamo andare laggiù per stare un po' tranquilli,
non è vero?"
Mamma
Maria non rispose e accarezzò piano la pancia, che era grossa e tesa; ogni
tanto si vedevano piccoli movimenti lenti.
"Sì,
manca poco davvero,", disse poi, e alzò il viso.
"Peppino,
va a vedere se c'è un buon posto al Nord, dove vive Babbo Natale; è un
vecchione simpatico, cordiale e poi ci sono le renne, che sono un po' come
l'asino e il bue... Mi piacerebbe far nascere il bambino in una di quelle
casette di legno, nella foresta..."
Giuseppe
non se lo fece ripetere: mise un maglione pesante, inforcò nuovamente la
bicivolettta e volò. Scese proprio sopra la casa di Babbo Natale, in mezzo a
campi e boschi coperti di neve. Posteggiò vicino alla slitta e bussò. Nessuno
venne ad aprire, allora bussò più forte.
La
porta si aprì e apparve una signorina vestita come Babbo Natale, che disse:
"Cosa desidera?"
"Vorrei
vedere Babbo Natale... Sono Giuseppe, il marito di Maria."
"Ha
un appuntamento?"
"Beh,
io... credo di sì", disse Giuseppe, arrossendo per la piccola bugia.
"Si
accomodi, allora", disse la Ragazza Natale e lo accompagnò in un grande
salone stracolmo di pacchi, scatoloni, casse, imballaggi.
Al centro, chinato sul
computer, c'era Babbo Natale, pallido e agitato, che batteva tasti e scorreva lo
schermo con gli occhi arrossati.
"Ciao,
Babbo Natale!", disse Giuseppe quando gli fu vicino.
"Attenda
un attimo, per favore.", disse Babbo Natale.
"Sto navigando in
Internet..."
L'attimo
divenne lungo dieci minuti, venti, trenta...
"Babbo
Natale, io...", disse Giuseppe.
"Mi
dica in fretta, per favore!", disse il vecchione, senza alzare lo sguardo
dallo schermo.
"Beh,
Babbo Natale, sai che anche quest'anno... Insomma, sta per nascere il
bambino..."
"Il
bambino? Che bambino? Il nome, per favore", disse Babbo Natale,
picchiettandosi le labbra con le dita.
"Beh...
Gesù", rispose Giuseppe.
"G...E...S...U'",
digitò Babbo Natale.
"Vediamo:
no, qui non ho ordinazioni per questo Gesù... Il bambino non ha espresso
desideri, almeno non in modo corretto: non visualizzo nessun regalo per
lui."
"Ma
Babbo Natale, non si tratta di...", cominciò a dire Giuseppe; però Babbo
Natale non ascoltava più, e con la mano sinistra gli faceva cenno di andarsene,
mentre con la destra spostava velocemente il mouse.
Giuseppe
si alzò, passò fra pacchi e Ragazze Natale, uscì, rimontò in sella e pedalò
nel cielo.
Quando
ebbe sentito quello che era successo, mamma Maria rimase in silenzio come la
prima volta, tastando il pancione.
"E'
quasi ora Peppino", disse poi.
"Vai
a fare un giro per il mondo; trova un posto, un posto qualsiasi ma un buon
posto. Non c'è più molto tempo sai..."
Peppino
montò sulla sua bicivoletta e pedalò: fece un gran giro, scendendo qua e là a
guardare, e ad un certo punto capitò sull'Atlantico, poco lontano dall'Irlanda.
Ed ecco che la bicivoletta cominciò a fare strani rumori, a incepparsi e
Giuseppe finì in tuffo nel mare blu. Scese, scese e mentre scendeva si levò di
tasca un cacciavite e siccome era un falegname molto bravo e svelto, riparò il
guasto facilmente. Poi, pedalando a mezz'acqua, ritornò verso la superficie.
Era già a mezzo miglio dalla costa, pedalando sotto la superficie, quando vide
in un scoglio subacqueo una grotta bellissima, molto simile a quella di
Betlemme, con dentro un grosso tonno ed una tartaruga marina che dormivano.
Uscì, si scrollò e riprese a pedalare nel vento.
"Allora,
Peppino, hai trovato?", chiese mamma Maria al suo ritorno.
"Purtroppo
no, Mariuccina! C'è un bel posto, proprio bello, ma... ma è sotto il mare!"
"Ma
è davvero bello?"
"Come
la grotta di Betlemme, Mariuccina!"
"E
allora..."
E
mamma Maria, sorridendo, si accarezzò il pancione: e puff!, si ritrovarono
sotto il mare, in quella bellissima grotta. Lei non era più una donna, ma una
bellissima balena, stesa su morbidissime alghe, fra il tonno e la tartaruga
marina. E lì vicino c'era un grosso tricheco con i baffi, che nuotava qua e
là. E
nella pancia della balena qualcosa si muoveva, piano piano: presto sarebbe nato
un balenottero, bianco, vispo e sarebbe salito con la mamma in superficie a
respirare, a guardare il cielo, a giocare con gli altri balenotteri, i piccoli
tonni e i delfini.
Voi
dite la vostra, io ho detto la mia: Buon Natale a voi, a Giuseppe e a Maria.
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