Correva
l’anno 1969 e durante una bella serata calda e stellata, tre
ragazzini rumorosi e allegri erano sdraiati sul prato del
giardino di casa con il naso rivolto al cielo.
Osservavano
sognanti lo spazio sopra di loro, luminoso e ricco di mistero;
le innumerevoli stelle formavano un enorme cappello che pareva
proteggere le loro piccole teste.
Avevano la
folle presunzione di poterle contare tutte, ma proprio tutte,
una ad una. Si erano addirittura idealmente spartiti il cielo in
tre parti: il ragazzino al centro contava la parte centrale,
delineata dal “Grande Carro” da una parte e dalla Luna
dall’altra. Agli altri due ovviamente toccava la parte destra
per chi giaceva a destra e la parte sinistra per chi si trovava
alla sinistra.
Avevano
persino dei piccoli taccuini sui quali segnavano il numero ogni
qualvolta sospendevano la conta per fantasticare sul sistema
planetario.
Gli
argomenti spaziavano dalla composizione delle stelle, al fuoco
solare e alla luna avvolta dal mistero...
Prospettavano catastrofi dovute alla caduta di meteoriti o al
raggiungimento della terra da parte del sole. Si vedevano
proiettati in quel mondo oscuro in esplorazione e immaginavano
di indossare tute isolanti in grado di proteggerli dalle
variazioni atmosferiche. In cielo, si sa, il freddo aumenta ma
ipotizzavano anche il caldo in caso di vicinanza al sole.
Ripresero a
contare, contare, finché affaticati e assonnati subirono
l’influenza della luna che quella sera era piena e
particolarmente splendente.
Furono come
ipnotizzati e si videro proiettati proprio sulla luna,
camminare mano nella mano, impauriti e sopraffatti da tanta
luminosità.
Ad ogni
passo sollevavano una sottile polverina dorata che li immergeva
in un’atmosfera fatata. Più si muovevano più la luna diventava
gialla, di un giallo intenso. Allora iniziarono a correre
cospargendosi totalmente di fine sabbia magica.
Urlavano
euforici, increduli di essere stati i primi a mettere piede
lassù.
Quella sera
si materializzava un desiderio irrealizzabile, una fantasia più
grande di loro.
Poi uno dei
tre inciampò su un piccolo cratere proprio ai bordi della luna e
realizzarono quanto fossero lontani da casa. Videro il mondo
dall’alto e fu meraviglioso, ma inquietante nello stesso tempo.
All’improvviso piovve e i tre si alzarono in piedi rapidi per
scappare dalla pioggia, il prato era un acquitrino e l’erba
intrisa d’acqua.
Dalla
finestra di casa si udivano voci in agitazione; c’era tanta
gente nel salotto.
Cosa stava
accadendo? Cosa ci facevano i loro genitori con tutti i vicini?
Entrarono in
fretta e chiesero spiegazioni, ma la mamma li zittì: "Silenzio",
disse, "è successo un fatto straordinario, ascoltate..."
Si accorsero
che la televisione era accesa e un giornalista annunciava lo
sbarco sulla luna di tre astronauti, partiti a bordo della
navicella spaziale Apollo 11.
Neil
Armstrong
(comandante della missione),
Buzz Aldrin
(pilota) e
Michael Collins,
i primi uomini a mettere piede sulla luna!!!"
Il
giornalista parlava animatamente, raggiante per la felicità di
essere lui a dare questa esilarante notizia al mondo intero.
I tre ragazzini
rimasero immobili, sbalorditi. Non fiatarono per qualche minuto,
la bocca spalancata per la sorpresa.
La mamma ruppe il
silenzio e si chiese incuriosita: "Chissà che sensazione avranno
provato i tre astronauti?!?"
E i ragazzini in
coro esclamarono: "Una sensazione magica..."