In casa dei nonni di
Matteo, sulla mensola sopra al caminetto, c’è un orologio e
un portaritratti d’argento.
"Snif, snif"
"Snif? Snif? Ma tu
non dovresti fare Tic? Tac?", chiede stupito il
portaritratti.
"Ah! Già! Snif
Tic! Snif Tac!", risponde l’orologio.
"Mi sembra che ci
sia qualcosa che non va.", insiste il portaritratti.
"Sono
triste!", spiega l’orologio.
"Ora che ho
imparato a fare molte più cose degli orologi giovani, vogliono
buttarmi via!"
"Ma non è
possibile!", dice il portaritratti.
"Eccome se lo è,
l’ho sentito io con le mie lancette!", grida disperato
l’orologio.
"E cosa hai
imparato a fare?", chiede incuriosito il portaritratti.
"Io so saltare i
minuti e a volte mi riesce anche di andare indietro!",
disse tutto fiero l’orologio.
"Ma sei davvero
bravo allora! Non capisco come mai ti vogliano buttare
via!"
"Ma allora siete
pazzi tutti e due!", risponde il caminetto.
"Non lo trovi
bravo tu?", chiede il portaritratti.
"Lui ha un compito
ed è quello di segnare le ore e i minuti, se ogni orologio
segnasse il tempo come vuole, sai che caos comporterebbe? Gente
che non sa più che ore sono, che non riesce a capire cosa è il
tempo di fare, vi sembra una cosa fantastica? E come se io
invece di riscaldare mandassi aria fredda sarebbe
inconcepibile!" spiega il caminetto.
"Visto da questa
prospettiva ha ragione lui, non trovi orologio?"
"Beh, si
effettivamente, ma ora che cosa posso fare per rimediare? Io no
voglio essere buttato via!"
"Dobbiamo
escogitare un piano!", interviene il caminetto.
"Si, si, un
piano!", ripete il portaritratti.
"Vediamo un
po’… potresti esercitarti nei tuoi salti quando i nonni non
ci sono, ma riusciresti a correre abbastanza velocemente o
avanti o indietro e riportarti all’ora esatta quando loro
entrano nella stanza?", chiede il caminetto.
"Certo è un
giochetto da niente!", grida con entusiasmo l’orologio!
"Grazie caminetto!
Tu si che sei un genio!"
"Sento delle voci... stanno arrivando!", grida con voce stridula il
portaritratti.
"Orologio sei a
posto?", chiede il caminetto.
"Sì, faccio le 4
in punto!", dichiara felice l’orologio.
Il nonno entrò nella
stanza col piccolo Matteo.
TIC TAC TIC TAC TIC TAC
Il bambino attratto dal
ticchettio dell’orologio chiese al nonno di prenderglielo.
Il nonno prese
l’orologio e si sedette sulla poltrona vicino al caminetto con
Matteo in braccio.
"Questo orologio
è molto vecchio sai Matteo?"
"Senti nonno, non
offendiamo", pensò l’orologio.
TIC TAC TIC TAC TIC TAC
"Mi insegni a
leggere l’ora nonno?", chiese Matteo.
"Certo",
rispose il nonno.
"Ma guarda… ora
segna l'ora esatta, mi era parso che rimanesse indietro, meglio
così mi sarebbe dispiaciuto disfarmene, perché anche se non è
nuovo è un caro ricordo."
"Allora Matteo la
lancetta corta segna le ore e si leggono esattamente col
numerino dell’orologio sul quale è posata, in questo caso
sono le..."
"Quattro!",
grida Matteo.
"Bravo! I minuti
sono segnati dalla lancetta lunga e bisogna contare 5 minuti per
ogni numerino dell’orologio a partire dal numero 1 fino ad
arrivare dove si trova la lancetta lunga. Se la lancetta lunga
è sull’1 significa 5 minuti, sul 2 significa 10 minuti, sul 3
15 minuti e così via. Capito Matteo?", chiede il nonno.
"Sì, ora sono le
quattro e venti, vero nonno?", chiede il piccolo.
"Bravo Matteo!
Andiamo dalla nonna che è l’ora della merenda. Possiamo farci
dare un fettina della sua squisita torta di frutta!", disse
il nonno alzandosi dalla poltrona e dirigendosi in cucina con
Matteo per la mano.
"Nonno ti
piacerebbe se il tempo invece di andare avanti tornasse
indietro?", chiese il bimbo.
Il nonno rispose:
"No Matteo, perché mi sarei perso tutte le cose belle che
mi ha dato la vita e non vorrei perdere neppure tutte quelle che
vorrà offrirmi il futuro... compresa la fettina di torta della
nonna!"