C’era una volta una
piccola città di nome Hamelin. I suoi abitanti erano sempre
vissuti felici, ma da qualche tempo regnava una gran confusione!
Hamelin, infatti, era stata invasa dai topi! Non c’era solo
qualche topolino nelle cantine, ma centinaia di musini sbucavano
da ogni angolo: si intrufolavano nelle cucine, saltavano dalle
finestre aperte, correvano lungo i tetti delle case, sui
cornicioni, si inseguivano per le scale…
I cittadini erano
disperati e decisero di rivolgersi al sindaco della città,
radunandosi nella piazza davanti alla sua finestra per
protestare.
"La città è
piena di topi!", gridavano infuriati.
"Ormai ci sono più
topi che bambini! Bisogna trovare al più presto una
soluzione."
Il sindaco si affacciò
alla finestra cercando di sorridere, ma in realtà non sapeva
proprio che cosa fare e cominciava ad agitarsi.
Mentre stava cercando
di farsi venire un’idea, sentì tre leggeri colpetti alla
porta. Aveva una gran paura che fosse un cittadino infuriato.
"Posso
entrare?", chiese una strana vocetta.
"Avanti...",
rispose il sindaco un po’ preoccupato.
Entrò un buffo
personaggio con un vestito azzurro a righe, delle scarpe con una
lunga punta ed un cappello con la piuma.
"Sono venuto a
liberare la città dai topi. Io possiedo un potere magico... con
la mia musica posso condurre con me oggetti, animali e
uomini", incominciò l’uomo.
"Allora tu sei la
mia salvezza!", esclamò il sindaco contento.
"Arrivi proprio al
momento giusto! Se riuscirai davvero a far sparire tutti questi
topi ti ricompenserò generosamente, lo prometto."
"Non preoccuparti,
tornerò presto", rispose sicuro di sé il Pifferaio.
"Vedrai, fra meno
di un’ora, in tutta Hamelin, non incontrerai più neanche un
topo!"
Così uscì dal
municipio e si incamminò verso la piazza del paese impugnando
il suo piffero magico. Poi, si fermò a pensare, come per
ricordare una melodia particolare, e sotto gli occhi incuriositi
di grandi e bambini incominciò a suonare una canzoncina molto
allegra, seduto vicino ad una fontana di pietra. Immediatamente,
come per magia, un fiume di topolini attratti da quelle note
bizzarre, uscì dalle case ed invase la piazza: saltellavano
tutti intorno al Pifferaio!
Senza smettere un solo
istante di suonare, incominciò a camminare svelto,
attraversando la città a grandi passi verso il fiume che
scorreva poco lontano. Gli abitanti di Hamelin si chiedevano
stupiti chi fosse quell’omino che incantava con la sua musica
persino gli animali.
Tutti correvano nelle
strade, seguendo quello strano corteo e si arrampicavano sugli
alberi per vedere meglio.
Intanto il Pifferaio
continuava ad allontanarsi seguito da centinaia di topi e si
dirigeva alle porte di Hamelin.
Arrivato al fiume, si
fermò di colpo sulla riva, lasciando che i topi si tuffassero
nell’acqua. In pochi minuti sparirono tutti!
Come aveva promesso,
non si trovò più un solo topo in tutta la città. Anche i
gatti, che se ne stavano nascosti da tempo, non credevano ai
loro occhi e cominciarono a festeggiare nelle strade.
Il sindaco invece,
prendendosi il merito di tutto, si ritirò soddisfatto nel
municipio.
All’improvviso, come
la prima volta, si udirono alla porta tre leggeri colpetti: era
il Pifferaio Magico.
"Buongiorno",
disse tranquillo, "il mio compito è finito!"
Appena il sindaco lo
vide entrare, si finse molto sorpreso e rispose: "Posso
fare qualcosa per te?"
"Sono venuto a
ritirare il compenso che mi ha promesso."
"Compenso? Ma, ma
di che cosa stai parlando?", esclamò il sindaco.
"Io non ti ho
promesso proprio niente."
"Aveva dato la
sua
parola d’onore! Ha detto che mi avrebbe ricompensato
generosamente se avessi liberato dai topi la città di Hamelin!",
rispose il Pifferaio seccato.
"Non mi ricordo di
averti mai detto questo", disse il sindaco imbroglione
scoppiando in una fragorosa risata.
"Comunque ora
tutti i topi sono morti e non torneranno di certo. Ti ringrazio
molto anche a nome di tutta la città e ti faccio tanti auguri!
Ora puoi andare."
"Sta molto
attento", mormorò allora il Pifferaio con un viso
minaccioso, "non prenderti gioco di me perché questa volta
potrei suonare una melodia molto diversa..."
Senza aggiungere altro
se ne andò con uno strano sorriso.
Scese nelle vie di
Hamelin e cominciò ad attraversare la città con passo deciso
ed il suo piffero di legno in mano.
Arrivato nella piazza
in cui aveva suonato la prima volta, si fermò per un momento a
pensare, come per ricordare una melodia e cominciò una
canzoncina allegra, un po’ diversa dalla prima.
All’improvviso tutti i bambini, ma proprio tutti, iniziarono a
correre fuori dalle case, incantati dalla sua musica e dalle
note magiche. Seguivano il buffo omino con le scarpe a punta e
la piuma sul cappello, dimenticando i loro giochi e quello che
stavano facendo.
Presto un allegro
corteo di centinaia di bambini attraversava la città, proprio
come era successo con i topolini!
La musica infatti
trascinava i piccoli sempre più lontano, attraverso i prati ed
i boschi, finchè giunsero ai piedi di un’immensa montagna.
Il Pifferaio subito
cambiò melodia e magicamente, una porta di pietra cominciò ad
aprirsi.
Entrò svelto e tutti
lo seguirono, soltanto uno di loro era rimasto indietro perché
era un po’ lento.
"Ehi, Pifferaio!
Bambini! Aspettatemi! Voglio venire anch’io con voi!",
gridava, ma la misteriosa porta di pietra ormai si era chiusa.
In quel momento,
arrivarono di corsa i genitori ed il bambino raccontò ogni
cosa.
Restarono fino a sera
ad aspettare, ma nessuno rispondeva e decisero di tornare a
casa.
L’unico bambino
rimasto ad Hamelin era davvero triste e si sentiva terribilmente
solo senza nessuno con cui giocare. Il suo unico desiderio era
raggiungere gli altri bambini.
Così una mattina,
senza dir niente a nessuno, si allontanò, ripercorrendo il
sentiero che aveva fatto quel giorno con i suoi amici.
Si era costruito con un
bastoncino di legno un piccolo piffero ed arrivato di fronte
alla grande porta di pietra, cominciò a suonare l’allegra
melodia del Pifferaio, che non aveva mai dimenticato.
Ad un tratto,
dall’altra parte della roccia, un flauto rispose alla sua
musica. Il bambino ricominciò a suonare e le note del piffero
magico risposero ancora.
La roccia della
montagna iniziò a tremare come la prima volta e la grande porta
lentamente si aprì. Tutti i bambini di Hamelin uscirono
correndo felici sui prati ed abbracciarono con gioia il bambino
che li aveva salvati.
"Il Pifferaio ti
vuole parlare", gli dissero.
Così, il piccolo
bambino entrò senza avere timore nella grande montagna, curioso
di scoprire il segreto della musica magica.
Intanto ad Hamelin il
sindaco se ne stava rinchiuso nel suo palazzo tremando di paura
per quello che aveva combinato... ma ormai era troppo tardi.
Nessuno rideva, nessuno
cantava più, non c’erano le voci dei bambini che giocavano
nelle strade e tutti erano preoccupati per il piccolo che era
partito solo e non era più tornato.
Improvvisamente, da
lontano, sentirono un allegro frastuono! I cittadini di Hamelin
si precipitarono a guardare cosa stava succedendo e videro un
corteo di più di trecento bambini che scendeva attraverso i
prati della grande montagna.
Tutti cantavano e
correvano allegramente, preceduti dal piccolo bambino che
stringeva tra le mani, con gli occhi che gli luccicavano dalla
felicità, un meraviglioso piffero di legno. Era proprio il
piffero magico che l’uomo con la piuma sul cappello gli aveva
regalato. Non vi dico gli abbracci, i baci, i salti di gioia dei
genitori!
Ad Hamelin si fece
festa per tre giorni e tre notti!
I bambini però non
raccontarono mai dove erano stati e che cosa avevano fatto in
montagna.
Il sindaco invece imparò
a mantenere le promesse!