Un
giorno una ricca signora, impietosita dagli sguardi che Tonino
rivolgeva ad un pollo rimasto sullo spiedo di un girarrosto,
glielo comprò e glielo regalò. Tonino non aveva mai avuto a
che fare con un pollo intero ed il solo pensiero di poterlo
mangiare tutto lo emozionava.
Però
successe che, mentre cercava un posto adatto per consumare tanto
ben di Dio, incontrò un vecchietto povero ed affamato che gli
disse: "Non mi sembra giusto che mangerai da solo tutto questo
pollo, è troppo per te e potrebbe anche farti male."
Fu
così che Tonino un po' per pena e un po' per generosità, prese
il pollo e lo porse al vecchio.
Il
vecchietto allora gli propose uno scambio: il pollo in cambio di
un vecchio macinino.
Tonino
del macinino non sapeva proprio che farsene, tuttavia per non
offenderlo accettò. Che meraviglia! Nello stesso istante in cui
il macinino passava nelle sue mani, il vecchietto sparì.
Tonino
rimase a bocca aperta, sedette sotto un albero e cominciò a
pensare chi potesse essere quello strano vecchio e, pensando e
ripensando, si addormentò stringendo al petto il macinino.
Fu
proprio mentre dormiva che, inavvertitamente, girò la manovella
del macinino e tutto quello che stava sognando divenne realtà.
Immagina lo stupore di Tonino quando al suo risveglio trovò
materializzato tutto ciò che aveva sognato. Capì che il
miracolo altro non aveva potuto compierlo se non il macinino del
vecchio stregone.
"Chissà
di cosa ancora sarà capace quest’arnese."
Fece girare ancora
la manovella del macinino e disse: "Ora vorrei essere rivestito
con abiti nuovi."
Detto fatto, si ritrovò vestito di tutto
punto e felice.
Purtroppo
la felicità di Tonino era destinata a durare poco, infatti,
nascosti dietro una siepe stavano ad osservarlo, due brutti
ceffi. Erano due pirati che, sbarcati da una nave, girovagavano
alla ricerca di un ragazzino da rapire e portare sulla nave.
"Che fortuna!", pensarono i due,
"un ragazzino per fare le
pulizie a bordo ed un macinino magico, non è roba da tutti i
giorni!"
E
così dicendo si avventarono su Tonino, che sorpreso, non ebbe
nemmeno la prontezza di reagire. I pirati portarono Tonino sulla
nave e gli intimarono di consegnare al loro capo il macinino.
Tonino obbedì, il capopirata prese il macinino e credendolo un
attrezzo inutile, stava per buttarlo in mare, ma uno dei due
pirati lo fermò appena in tempo e gli spiegò i poteri del
macinino.
Subito il capo volle provarlo... provava a girare la
manovella e ordinare quello che voleva, ma il macinino non
eseguiva quanto gli veniva ordinato. Allora, i pirati pensarono
di farlo usare a Tonino, sicuramente a lui avrebbe obbedito.
Tonino impaurito disse:
"Cosa gli devo chiedere?"
"Monete
d’oro!", gli rispose il capopirata.
E così Tonino, girando
la manovella del macinino cominciò a dire: "Dammi monete,
dammi monete..."
La
nave era quasi piena d'oro quando disperato, dalle cucine venne
sul ponte il cuocopirata; era finito il sale e non sapeva come
fare per cucinare.
"Non preoccuparti", disse il capo,
"il bambino risolverà i nostri
problemi."
E
così fu, Tonino ordinò al macinino tanto di quel sale che la
nave, già carica di monete d’oro, divenne tanto pesante da
affondare con tutto il suo equipaggio.
Tonino
si mise in salvo e con poche bracciate fu di nuovo a riva dove
lo aspettavano tutti i cittadini di quel paese che, felici per
essere stati liberati da quei brutti ceffi, lo portarono in
trionfo per tutto il paese.
Ma
il macinino che fine ha fatto? E' ancora nella carcassa della
nave pirata che giace sul fondo del mare e non smette ancora di
dare tanto tanto tanto sale... ecco perchè il mare è salato.