Favola

Biancaneve e i sette nani

 

C'era una volta, tanto tempo fa, in un paese lontano, un grande e magnifico castello. In questa splendida dimora viveva un re, saggio e giusto, insieme alla regina ed alla loro splendida figlia Biancaneve.

Purtroppo, accadde che un giorno la buona regina s'ammalò e morì. Dopo qualche tempo il re si risposò: la nuova moglie era bellissima, tanto che la sua bellezza era famosa in tutto il reame. Ma era anche altrettanto vanitosa e cattiva: trattava male i suoi sudditi e soprattutto Biancaneve.

Era così superba che non poteva nemmeno sopportare l'idea che ci fosse nel regno una donna più bella di lei.

Ogni giorno, nascosta in una torre, interrogava il suo specchio magico chiedendogli: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?"

E lo specchio rispondeva: "O mia regina, dal bosco alla collina, la più bella sei sempre tu!"

Così continuò per alcuni anni, finché, un brutto giorno, lo specchio diede una risposta diversa: "Esiste una bambina, dal bosco alla collina, è figlia di un re ed è più bella di te!"

La regina urlò dalla rabbia e si fece dire immediatamente dallo specchio chi fosse l'odiata rivale. Come udì che si trattava di Biancaneve, andò su tutte le furie e chiamò il guardiacaccia del palazzo.

In tono minaccioso disse all'uomo che avrebbe dovuto immediatamente portare Biancaneve nel bosco ed ucciderla: se non avesse obbedito sarebbe stato anch'egli ucciso.

Il povero guardiacaccia non sapeva che cosa fare, il re era partito per un viaggio ed egli non aveva altra scelta se non obbedire.

Uscì allora in cerca di Biancaneve e la trovò in riva ad un torrente che passeggiava spensierata. Molto serio in volto, la prese per mano e la condusse nel bosco.

Dopo un breve cammino, l'uomo si fermò ed esclamò: "Biancaneve, sei in grave pericolo! La regina mi ha ordinato di ucciderti, ma io non lo farò. Ma ora, salvati e fuggi il più lontano possibile... Addio e buona fortuna!"

A quelle parole la fanciulla fuggì terrorizzata. Biancaneve era così confusa che non sapeva dove andare. Camminò a lungo finché imboccò un sentiero che la condusse davanti ad una piccola casetta tra i fiori.

La fanciulla bussò alla porta e non udendo nessuna risposta, entrò piano piano. Si ritrovò in una stanzetta disordinata con una tavola già apparecchiata: c'erano sette piccoli piatti, sette piccoli bicchieri e sette piccoli panini. Nella stanza accanto, invece, vide sette piccoli lettini, tutti ben rifatti. La fanciulla si sedette sul primo lettino e, sfinita dal lungo cammino, cadde in un sonno profondo.

Dovete sapere che in quella casa vivevano sette nani, erano tutti fratelli ed ogni giorno si recavano insieme a lavorare nella miniera del bosco.

Ormai era scesa la sera ed i sette nani stavano tornando a casa. Appena giunti davanti alla porta, videro che era aperta, si precipitarono dentro e, con loro grande stupore, trovarono Biancaneve che dormiva.

I sette nani rimasero fermi in silenzio a fissare la fanciulla, senza sapere che cosa fare, finché Biancaneve aprì gli occhi e sorrise a quelle sette faccine rosse che la osservavano con curiosità.

La ragazza raccontò ai sette nanetti per filo e per segno tutto ciò che le era accaduto, disse che stava fuggendo dalla regina cattiva e che non sapeva dove nascondersi. Così chiese ai suoi nuovi amici se poteva restare con loro, almeno per una notte.

I sette fratelli si consultarono e decisero che non potevano certo rifiutarsi di aiutare una principessa in pericolo.

"Non ti preoccupare Biancaneve", disse il più grande dei fratelli, "potrai restare per tutto il tempo che desideri. Qui sarai al sicuro ed in cambio potrai aiutarci a badare alla casa. Abbiamo bisogno di una sorellina che si occupi di noi!"

La mattina successiva, Biancaneve preparò ai nanetti una deliziosa colazione. Come ogni giorno, i nani presero i loro attrezzi e si prepararono a partire per la miniera. Prima di andare fecero mille raccomandazioni a Biancaneve.

"State tranquilli, piccoli amici miei", replicò dolcemente la fanciulla, "non parlerò e non aprirò a nessuno... e voi tornate presto che vi farò trovare una squisita cenetta!"

Tranquillizzati, i sette nani partirono fischiettando su per la montagna, mentre Biancaneve li salutava con la mano. Cominciò per la fanciulla un periodo spensierato: i nanetti le volevano molto bene e lei si rendeva utile in mille modi: cucinava, teneva in perfetto ordine la casa, cuciva e sistemava i loro vestiti.

Un giorno la regina interrogò il suo specchio magico: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è adesso la più bella del reame? Dimmi, sono di nuovo io?"

"Oh no, mia perfida regina! rispose lo specchio.

"Esiste ancora quella bambina più bella di te. Biancaneve è viva ed abita nel bosco insieme ai sette nani."

La regina furibonda si chiuse nel suo antro magico ed iniziò a mescolare degli strani ingredienti velenosi in un pentolone. Nel malefico intruglio immerse infine una bella mela rossa, poi si travestì da vecchina e si diresse alla casa dei nani.

"Buongiorno", le disse Biancaneve quando la vide dalla finestra, "mi dispiace ma non posso aprire a nessuno."

"Non importa, volevo solo regalarti questa bella mela rossa", rispose la vecchina. E così dicendo porse a Biancaneve il frutto avvelenato.

La fanciulla lo prese e cominciò a mangiarlo. Non appena ebbe dato un morso, sentì la testa girare vorticosamente, le gambe tremare e cadde a terra come morta! La regina scoppiò in una risata maligna e si allontanò soddisfatta.

Verso sera i nani tornarono come sempre a casa. Quando videro Biancaneve priva di vita sul pavimento, si precipitarono attorno a lei, cercando disperatamente di risvegliarla.

Tutto fu inutile: la fanciulla sembrava immersa in un sonno profondo come la morte e nulla servì a liberarla dall'infernale incantesimo. Per diversi giorni i nani piansero sconsolati, ma, non potendo fare nulla per salvarla, decisero di costruirle una bara.

Ne fabbricarono una stupenda, tutta di cristallo, per poter sempre guardare la loro cara Biancaneve. I sette nani sistemarono la bara nel loro giardino, sopra ad una piccola roccia circondata da profumati fiori.

Per molti anni continuò a dormire nella sua preziosa bara, finché, un bel giorno di primavera, un bellissimo giovane dal cuore buono e generoso passò per caso davanti al giardino dei sette nanetti.

Era un principe che stava tornando al suo castello.

Appena vide la bellissima fanciulla addormentata, si fermò incuriosito e domandò: "Chi sarà mai questa splendida giovane?"

"Il suo nome è Biancaneve", risposero in coro i nanetti che vegliavano costantemente su di lei.

"Per colpa di un terribile incantesimo è destinata a dormire per sempre!"

Così i nanetti raccontarono al principe tutta la storia della malvagia regina e della mela avvelenata.

"Se solo potessi fare qualcosa per alleviare il vostro dolore!", mormorò il principe intenerito dal loro racconto.

"E' una fanciulla talmente dolce e bella che vorrei darle un bacio prima di andarmene..."

E così fece. Accadde allora una cosa straordinaria: la giovane aprì immediatamente gli occhi, sospirò e sorrise al bel principe ed entrambi si innamorarono al primo sguardo.

"Mio salvatore!", gli disse Biancaneve.

"Ti ringrazio, con il tuo amore hai spezzato l'incantesimo della regina!"

Poi Biancaneve vide i nanetti impazziti dalla gioia, li abbracciò e diede a ciascuno un bacio. Senza poter aspettare nemmeno un giorno di più, il principe chiese subito a Biancaneve di sposarlo e di andare a vivere nel suo castello.

La fanciulla accettò e le nozze vennero celebrate nella più grande gioia.

Biancaneve, pur diventando regina, rimase sempre semplice e dolce, così come l'avevano conosciuta i nanetti quando si era persa nel bosco.

Il principe fu un re buono e giusto e amò Biancaneve per tutta la vita.

E la strega cattiva? Ignorando l'accaduto, continuò a domandare: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?"

Finché un giorno lo specchio rispose: "Sappi che Biancaneve è ancora viva, si è sposata con un principe ed è mille volte più bella di te!"

"Ah, specchio traditore!", urlò la malvagia regina gettandolo a terra.

"Non è vero! Non è vero! Dimmi che sono io la più bella del reame!"

Ma lo specchio, ormai in frantumi, non poteva più risponderle. Così la regina, chiusa nella sua torre, continuò a strepitare ed a gridare verde di rabbia e brutta come una strega per tutta la vita.

 

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