Un anno in più che mi arriva addosso così, quasi di
sorpresa. Eh sì, perché non ti aspetti mai di invecchiare
veramente e per quanto cerchi di prepararti al fatto che i mesi
passano e con loro gli anni, non ti abitui e non vai a
pensare che altre due mezze dozzine di mesi se ne sono scappate
via, a rifugiarsi in un luogo per arrivare al quale non
troveremo mai più la via.
E' stato un anno di litigi, di emozioni, di ansie, di stress, ma
di grandi soddisfazioni; di risate, di amicizie nuove e di
rancori da dimenticare. Come scordare le mille parole, scritte o
soltanto pronunciate, gli sguardi, le promesse... la paura
quando quest'estate non sono stata bene, l'efficienza di chi mi
era vicino e che si è preso cura di me, senza rinfacciarmi mai
a che cosa aveva rinunciato pur di starmi accanto!
E poi le foto, le sere con il naso in sù a guardare le stelle
che disegnavano carri magici nel cielo... ed i giorni pieni di
sole, con nuvole rosa ed azzurre che si rincorrevano e rondini
che erano tornate ancora una volta ad annunciare la primavera e
che non erano più soltanto dei disegni ingialliti dal tempo sui
miei vecchi quaderni delle elementari.
E quell'albero che vedo dalle mie finestre, carico d'età e
piegato in avanti come un vecchio nonno canuto e stanco, che
perde e riacquista le foglie ad ogni nuova stagione e che chissà
quante ne ha viste dall'alto del suo sapere.
Ed
il gabbiano che ormai si è appropriato del tetto di fronte a
casa mia e che svolazza con assoluta naturalezza intorno alle
persone, andando a posarsi, non senza incutere un certo timore
reverenziale, sui tetti delle macchine.
Ed
i gatti che, da ogni dove, sono arrivati nel mio giardino a
guardarmi dal basso quando li chiamo con rumori affettuosi di
baci lanciati più al ricordo della mia affettuosa gattina che a
loro...
Ed
i libri che, a turno, ho tenuto sul comodino, leggendoli a poco
a poco, a seconda del tempo a disposizione...
Il tempo, questo strano personaggio, a volte amico, a volte
nemico: mi porta in regalo ogni anno un po' di sé e mi dice che
mi ha dato ciò che aveva a disposizione, ma che tornerà
puntuale a riprenderselo!
Ed
allora io cerco di usarlo al meglio, chiamando gli amici,
circondandomi delle persone che mi sono più care, donando
sorrisi, parlando con tanta gente... so che lui fuggirà
comunque come sabbia dalle mie mani, ma non lo biasimo per
questo, perché è ciò che lo rende più prezioso ai nostri
occhi.
Ho un altro anno a disposizione. Ho una tavolozza bianca, con
solamente pochi cenni tracciati a matita qua e là... vado a
preparare la tavolozza, così da poter iniziare il dipinto già
da domani, con la speranza di saper scegliere i colori migliori,
un po' vivaci e sgargianti, un po' pastello, dall'animo
delicato.
E se anche non ne uscirà fuori un capolavoro assoluto, vorrei
almeno la certezza di averlo disegnato io...