Filastrocche e poesie di Natale

Babbo Natale preoccupato

 

Babbo Natale quest’anno

ha paura di un inganno:

preparando i suoi regali

pare che sian tutti uguali.

I bambini in tutto il mondo

pare chiedano a comando,

con lettere un po' noiose,

sempre le solite cose.

Strano, eppure un tempo,

le leggeva e senza scampo

c’era dentro un universo

e ogni sogno era diverso.

Si chiedeva per favore

e si dava in cambio amore:

chi una bambola, chi un orso

chi un trenino coi binari

ma eran tutti singolari.

L'orso si chiamava Orazio

e veniva dallo spazio

certo sì, era di pezza

ma unico della sua razza

era proprio una bellezza.

Il trenino poi viaggiava

su una rotta sempre nuova,

nell'intreccio degli scambi

con percorsi proprio strambi.

La bambola, chissà come

aveva poi un proprio nome,

scelto da ogni bambina

e non da una vocina

che esce dal televisore

e ti assale a tutte le ore.

Ora invece, che amarezza,

più nessun bambino apprezza

i regali un po' speciali:

hanno sogni tutti uguali!

Così Babbo Natale si scervella

in intensa riflessione

quindi dice: "Questa è bella!"

Ha scoperto la ragione!

Il motivo, ormai lo sa,

sta nella pubblicità

che per vender porcherie

riempie i bimbi di bugie.

Fa sembrare eccezionali

giochi che son tutti uguali,

e soltanto son piaciuti

a tirarli nei rifiuti.

Roba inutile di plastica,

neanche il cane se la mastica,

nessun bimbo è mai contento

ne ha uno, pensa a altri cento.

Così Babbo Natale s’è arrabbiato,

mai stato tanto infuriato,

dallo scherzo d’elfo Bruno

che versò sul suo barbone

quattro litri di profumo

e per una settimana

lo scambiaron per Befana.

Così pensa e ripensa,

ormai persa la pazienza

contro la televisione

ha preso la decisione:

"E allora per dispetto

io nel sacco non li metto,

così più nessuno avrà

giochi da pubblicità.

I giocattoli che porto

non saranno più uno scarto

ma sinceri desideri

che provengono dai cuori..."

 

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