Favole, racconti e storie di Natale

L'amnesia di Babbo Natale

 

Tanto tempo fa successe che Babbo Natale, al ritorno dalla consueta consegna dei regali, si imbattè in una tormenta di neve. Il vento spirava forte e il ramo di un albero, sradicato da una folata, colpì Babbo Natale alla testa, facendolo cadere dalla slitta.

 

Le renne, impaurite, continuarono la loro corsa verso la Lapponia. Arrivate a destinazione, quando gli gnomi videro la slitta senza il caro vecchio, si raccolsero in tondo e intonarono canti alla luna, girando su loro stessi, in uno strano girotondo.

Ma che fine aveva fatto Babbo Natale?

Vagò per giorni e giorni, in mezzo alla tormenta di neve, avvolto nei suoi panni e protetto dalla lunga barba bianca, mangiando quel poco cibo che aveva con sé.

Poi vide una casa e bussò. Aprì una vecchia che gli offrì riparo e alloggio.

Nei giorni che seguirono, Babbo Natale si godette il cibo e il tepore dell'abitazione. Era tranquillo e sereno. Ma quando la vecchia gli chiedeva chi fosse, lui non parlava. Non sapeva cosa rispondere. Non si ricordava assolutamente nulla. Restò ad osservarla, senza parole ma sorridente. 

Intanto, in Lapponia, gli gnomi erano sempre più preoccupati e tutte le notti, allo scoccare della mezzanotte, si riunivano in cerchio e lanciavano le loro invocazioni di aiuto alla luna, sperando che l'astro del cielo potesse aiutarli.

Ma il tempo passava, il Natale si avvicinava sempre di più e del capo, come loro erano soliti chiamare Babbo Natale, non avevano alcuna notizia. Si stava profilando un Natale triste per milioni di bambini di tutto il mondo, senza regali e senza felicità. 

Babbo Natale intanto, passò quei mesi nell'abitazione della gentile vecchietta, che continuava a dargli da mangiare e ad ospitarlo, felice di avere, finalmente, un po' di compagnia. Ogni tanto provava a rifargli la domanda, più per abitudine, ormai, che per altro. E il caro vecchio rimaneva sempre muto, sorridendo e non sapendo cosa rispondere. 

A inizio dicembre cominciarono ad arrivare, da tutto il mondo, le letterine dei bambini, indirizzate a Babbo Natale. Gli gnomi, come di consueto, si misero al lavoro e cominciarono a fabbricare i giocattoli richiesti, senza sapere chi li avrebbe consegnati e sempre più impauriti dalla prospettiva di un Natale senza doni.

Babbo Natale, intanto,  accudito dalla simpatica vecchietta, via via che la fatidica data del 25 dicembre si avvicinava, si sentiva sempre più inquieto. Non ne sapeva il motivo, ma sentiva che c'era qualcosa che non andava, che lui non avrebbe dovuto essere lì, dalla cara vecchia, ma altrove, chissà dove, a fare qualcosa.

Il 23 dicembre di quell'anno gli gnomi, come facevano tutte le notti, invocavano l'aiuto della luna. Non speravano più che qualcuno potesse ascoltarli. Erano quasi certi, ormai, che quello sarebbe stato il più triste dei natali per i bambini di tutto il mondo.

Nel frattempo, la cara vecchia aveva portato una tazza di camomilla al suo ospite, che la sera era solito coricarsi presto. Poi chiuse la porta della sua stanza e accese il camino, facendo bollire uno strano liquido blu in un enorme pentolone.

Quasi fosse una formula magica pronunciò queste parole: "Che le forze degli astri e del cielo possano dirmi chi è quel caro signore e che sappiano indicargli la strada per tornare alla sua vita."

Avrebbe dovuto farlo prima, lo sapeva, ma viveva sola da troppi anni e si era affezionata a quel caro vecchietto e gli voleva bene. Sentiva che quel vecchio, adesso, doveva partire per fare qualcosa di importante  che non poteva essere rimandato.

Fu così che nelle foreste della Lapponia cominciò a tirare un vento fortissimo che raggiunse la casa di Babbo Natale e ne spalancò la porta, terrorizzando gli gnomi.

Le letterine di Natale dei bambini si alzarono in volo e viaggiarono a lungo prima di raggiungere l'abitazione della cara vecchietta e depositarsi, in perfetto ordine, sul tavolo della cucina, accanto alla finestra.

Era la mattina del 24 dicembre. Babbo Natale si svegliò presto e si diresse in cucina. Grande fu la sua sorpresa nel vedere il tavolo ricolmo di lettere. Ne lesse una, poi un'altra.

Improvvisamente si ricordò di quello che accadde un anno prima ed urlò: "Io sono Babbo Natale ed è la vigilia di Natale!"

La vecchietta, al suono di quelle parole, uscì dalla sua stanza e si ritrovò davanti il suo ospite che la stava guardando, con gli occhi sgranati.

"E dire che lo sapevo che c'era qualcosa di speciale in te.", gli disse la vecchietta sorridendo.

"Devo scappare! E’ tardi!", disse lui.

Uscì fuori di casa emise un fischio e chiamò le renne una ad una. In un istante dal nulla sbucò la slitta. Babbo Natale sorrise e accarezzò le sue renne prima di montare sulla slitta diretta in Lapponia.

La vecchietta salutò tutti con un po' di tristezza nel cuore.

Quando gli gnomi videro arrivare Babbo Natale capirono che il Natale era salvo e si misero a fare un girotondo di ringraziamento alla luna.

 

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