Molti, molti anni fa, in giorni così remoti che il loro ricordo
si perde nel tempo, sulla terra abitavano anche i giganti. E, in
quell’epoca lontana, regnavano la violenza, l’ingiustizia, le
guerre e le distruzioni.
Vedendo tutto ciò, Dio disse: "Spazzerò via dalla faccia della
terra ogni essere vivente; sono pentito di averli creati, perchè
gli uomini non commettono altro che atrocità e infamie."
Eppure, fra tanta malvagità, il vecchio Noè, che aveva allora
seicento anni, era invece un uomo giusto e buono.
Perciò, Dio lo avvertì: "La fine di tutti gli esseri viventi è
vicina, perchè scatenerò il diluvio. Ma con te, io voglio
stringere un’alleanza e sarà grazie a te che la vita rifiorirà
sulla terra. Dovrai costruire un’arca di legno di cipresso per
te, tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli. Farai
salire sull’arca anche una coppia di ogni specie di animali,
così che anche essi si salvino. Fai abbondante provvista di cibo
e foraggio, perchè devi sapere che farò piovere per quaranta
giorni e quaranta notti e le acque del diluvio sommergeranno
ogni lembo di terra."
Noè, con l’aiuto dei suoi figli Sem, Cam e Jafet, costruì
un’arca proprio come Dio gli aveva detto di fare, senza
trascurare nulla.
La fece di tre piani, incatramò le assi per renderle
impermeabili, aprì una grande porta su un lato e costruì un
tetto spiovente per permettere all’acqua di defluire. Poi salì
sull’arca e con lui, sua moglie, i suoi figli e le loro mogli.
Infine, Noè fece salire sull’arca una coppia di tutte le specie
viventi sulla terra e nel cielo, un maschio e una femmina di
tutti gli animali, perchè Dio voleva che nessuna si estinguesse.
Grande o piccolo, ognuno trovò il suo posto nell’arca, tutti gli
animali viventi fra terra e cielo: quelli che camminano, quelli
che strisciano, si arrampicano e volano.
Da ogni punto dell’orizzonte, dai più remoti confini del cielo e
della terra gli animali venivano, due a due, verso l’arca di
Noè. In lunghe, lunghe file, percorrevano lentamente la terra
intera.
Quando Noè e la sua famiglia furono entrati, e insieme a loro
una coppia di ogni specie vivente, allora Dio mandò il diluvio.
E in quel giorno, le sorgenti del suolo traboccarono le nubi del
cielo lasciarono cadere le loro acque.
Per quaranta giorni e quaranta notti la pioggia non cessò di
scrosciare.
Laghi e mari, torrenti e fiumi strariparono e le acque
sommersero la terra e sollevarono l’arca al di sopra dei flutti.
Ben presto la terra non fu altro che un’immensa distesa d’acqua
sopra cui galleggiava, sola sotto la poggia che scrosciava
incessante, l’arca di Noè.
Dentro, stretti uno accanto all’altro, gli animali aspettavano,
pazienti e tranquilli. Il cibo non mancava, perchè Noè aveva
fatto provviste in abbondanza.
I giorni scorrevano lenti: la pioggia sembrava non finire mai.
L’acqua inghiottì ogni casa, ogni villaggio, ogni città: non
lasciò alcun rifugio, nè tetto, nè torre, nè vetta di montagna.
Sembrava che le onde volessero salire fino al cielo.
Ma Dio non aveva dimenticato Noè e la promessa fatta.
Quando i quaranta giorni e le quaranta notti furono trascorsi,
fece alzare il vento e le sorgenti della terra e le nubi del
cielo smisero di versare le loro acque.
Poco a poco, le cime delle montagne emersero all’asciutto e
l’arca andò ad arenarsi sui monti dell’Ararat.
Tutto intorno la terra sembrava un lago senza fine. Acqua,
soltanto acqua a perdita d’occhio. E lassù, in cima alle alture,
l’arca.
Noè, allora, aprì una finestrella, liberò un corvo che volò via
impaziente. Ma ben presto tornò indietro perché non era riuscito
a trovare un luogo dove posarsi.
Noè provò a liberare una colomba, ma anche quella tornò subito
all’arca: l’acqua ricopriva ancora tutta la terra.
Sette giorni dopo, Noè la lasciò uscire di nuovo.
Questa volta, la colomba tornò solo all’imbrunire e teneva nel
becco un ramoscello di ulivo.
Noè seppe così che le acque si erano abbassate.
Aspettò ancora sette giorni e. quando la liberò, la colomba non
fece più ritorno: aveva trovato la terraferma.
Allora Noè tolse il tetto dell’arca e guardò fuori: la
superficie del suolo era asciutta e sulla terra la vita
riprese...
Noè spalancò la porta dell’arca e gli animali corsero fuori
all’aria aperta.
La lunga, lunga attesa era finita.
Quando Noè e la sua famiglia furono a loro volta usciti, Dio li
benedisse e parlò loro: "Non scatenerò mai più sulla terra le
acque del diluvio. Siate fecondi, moltiplicatevi e popolate la
terra. Ecco, pongo il mio arcobaleno fra le nubi in segno di
alleanza, un’alleanza eterna fra me e voi tutti gli esseri
viventi."
Un arcobaleno comparve allora fra le nubi e unì la terra al
cielo.