Era
un angelo come tanti altri, ma era molto triste perche' era
custode e protettore di un bambino così discolo che non si era
mai visto. Si chiamava Alberto, era svogliato, disubbidiente,
qualche volta cattivo e tutte le volte il suo angioletto si
disperava e non sapeva più come fare per trattenerlo.
Finchè
un giorno ebbe un'idea grandiosa. Chiese un colloquio con Dio e
quando si trovò alla sua presenza fece la sua proposta. Chiese
il permesso di scendere sulla terra e di parlare con Alberto,
sicuro in questo modo di riuscire a convincerlo a cambiare vita
e a diventare un po' più buono. Dio ci pensò un po' ed infine
accordò all'angioletto il permesso di fare quest'ultimo
tentativo, ma con la promessa di non toccare la terra con i
piedi, altrimenti non avrebbe più potuto risalire in cielo.
L'angioletto allora chiese timidamente come avrebbe fatto a non
poggiare i piedi per terra, ma Dio non fece altro che sorridere
facendo gli auguri di buona fortuna.
L'angioletto
cominciò a girovagare per il cielo volando da una nuvola
all'altra pensando a come poter scendere sulla terra senza
toccarla con i piedi.
Ad
un tratto fu attirato dal vociare di alcuni angeli che stavano
giocando su di una nuvola attrezzata con un'altalena.
Immediatamente capì che aveva trovato lo strumento adatto per
la sua missione.
Aiutato dagli altri angioletti riuscì a costruire un'altalena
con le corde lunghe dal cielo alla terra. L'angioletto si
accomodò sul sedile e si raccomandò con gli amici di farlo
scendere lentamente e poi di trattenere le corde fino al suo
segnale di risalita. Per l'occasione aveva indossato il suo
abito migliore, quello delle grandi occasioni, un frac tinta
nuvola completo di bastone e cappello.
Cominciò
la discesa finchè non si trovò sospeso a mezz'aria in attesa
di Alberto, che non si fece attendere. Incuriosito dal
personaggio così strano subito si avvicinò domandando chi
fosse e come mai avesse la faccia così triste.
L'angioletto
iniziò la sua storia da quando era stato assegnato come suo
custode elencando tutti i dispiaceri che aveva passato per colpa
sua, e ad ogni nuova avventura aggiungeva un granellino di
sabbia sulla piccola bilancia che teneva in mano, la quale
pendeva inesorabilmente in un solo senso.
Alberto
lo ascoltò con attenzione; ma lui era furbo; non era mica un
bambino che credeva agli angioletti, e così con una alzata di
spalle fece per andarsene. L'angioletto disperato vedendo
sfuggire il suo protetto cominciò a chiamarlo dicendo che non
poteva scendere dall'altalena.
Alberto
si fermò, tornò indietro, guardò l'angioletto in lacrime e
gli disse che gli avrebbe creduto se gli avesse fatto vedere il
cielo sopra le nuvole. L'angioletto ci pensò un po', poi decise
che una vita salvata valeva pure una sgridata del "Gran
Capo".
Fece
salire Alberto sull'altalena e diede ordine ai suoi amici di
tirare su.
L'altalena
non si mosse.
L'angioletto
gridò più forte... ma non successe nulla.
Alberto
stava per prendersi la sua rivincita quando l'angelo cominciò
ad arrampicarsi su una delle corde. Svelto come un gatto anche
lui lo seguì dall'altra corda ed insieme salirono fino alle
nuvole. Quando arrivarono su, videro che gli amici erano tutti
addormentati e quindi non avevano udito il comando di risalita.
Ma
se loro avevano lasciato le corde dell'altalena, come mai non
era caduta sulla terra?
I
due si accorsero allora che le corde proseguivano in alto, su
un'altra nuvola. Ripresero a salire, arrampicandosi finchè non
spuntarono dall'altra parte.
Si
trovarono di fronte al "Gran Capo" che aveva le corde
dell'altalena legate ad un dito e li guardava sorridendo.
Alberto che era davanti si voltò indietro in direzione
dell'angioletto per chiedere spiegazioni e con immenso stupore
si accorse che il viso dell'angelo era diventato uguale al suo,
come una goccia d'acqua.
A
quel punto capì tutto, capì che era tutto vero quello che
aveva ascoltato dalla bocca dell'angelo, capì che era di fronte
a Dio e capì che di fronte a Dio tutti gli angeli custodi sono
visti con lo stesso volto degli uomini di cui sono custodi sulla
terra.
Ridiscese
trasformato e cominciò a mettere in pratica quello che tutti
gli avevano insegnato e lui non aveva mai seguito.
Un
giorno, molti anni dopo quando era già diventato grande, ripassò
nel luogo in cui aveva incontrato l'angelo e ci trovò ancora
l'altalena. Si sedette e cominciò a dondolarsi, felice di
sentirsi cullato dalla mano di Dio. Guardò in alto e vide sopra
la nuvola il "suo" angioletto sorridente con in mano
la stessa bilancia del primo incontro; questi cominciò a
versare la sabbia del piatto su Alberto trasformandola in una
pioggia di polvere dorata che ricoprì il suo cuore e lo riempì
di felicità.
Oggi
Alberto non ha più bisogno di andare a dondolarsi sull'altalena
per sentirsi vicino al Dio che è nei cieli, ma ancora oggi i
suoi bambini prima di addormentarsi alla sera vogliono ascoltare
la stupenda avventura del loro papà e del "suo"
angioletto.