I REATI
Gli orribili e disumani crimini e le sanguinose rapine perpetrate dai
briganti sono
Alle
ore 2 di notte, una famiglia, composta dai coniugi e da 5 figli, mentre dorme tranquillamente nella masseria , sente picchiare all'uscio. I figli
escono
"A circa le ore 20 del giorno 23 dell'or caduto
luglio ci trovammo in un nostro fondo... occupati a raccogliere le messe, quando
si portarono colà tre individui armati ed a cavallo ...Costoro con minacce di
morte c'imposero di seguirli, chiedendo ingenti somme per il nostro
riscatto"(1), dichiara un sequestrato; "Verso le ore 23 del giorno nove
decembre ultimo (1864) mentre mi rattrovava innanzi la mia masseria .... fui
aggredito da cinque briganti armati ed a cavallo, che io conobbi... tutti di
qui. I medesimi a viva forza mi menarono seco loro nel bosco Castiglione, dove
mi tennero sequestrato per quattordici giorni".
"Allorchè fui preso dai briganti innanzi la mia
masseria fui veduto da" alcuni testimoni "tutti di qui", dichiara
un altro. E ancora, "Ieri verso le ore 13 io (2) con mia moglie mi
trovavo infondo che tengo in affitto da questo Comune... quando si avvicinarono
quattro briganti armati che io conobbi pè miei paesani... i quali dopo aver
preso una giumenta di mia proprietà che colà teneva imposero a me ed a mia
moglie di seguirli. Costretti dalla forza dovemmo ubbidire". Ci portano in
una masseria "e qui trovammo altre nove malfattori fra cui una donna. 1
medesimi furono da me conosciuti... Io mi feci a pregare perché mi avessero
rilasciato, volevo anche baciarli, ma non vollero, dicendo che sarebbe stato un
tradimento ....
"Trascorsa un'altrora m'imposero di seguirli, e
giunti al punto detto Coste di Bisaccia, sotto la Speca due di malfattori che mi
seguivano ingrillarono i loro fucili. Io subito mi voltai indietro, e vidi
Pasquale Nigro, ed uno di Rocco di Anzano, mi fu imposto di camminare, e non
appena mi rivoltai l'Anzanese scaricò il suo fucile contro di me, colpendomi in
mezzo ai reni, di guisa che la palla mi uscì sotto la zuava sinistra. Né di ciò
contento disse al Nigro, tira anche tu, ed il Nigro tirò colpendomi sulla nuca
del collo. Io al primo colpo stramazzai a terra. Quei barbari non erano ancora
sazii del mio sangue, ed altro colpo mi venne tirato, senza che avessi osservato
chi lo esplose. Quest'ultimo colpo non mi offese. Dopo di ciò credendomi morto
Mi ha visto pure in quello stato Donato Fierro... il quale
mi ha dato un po' d'acqua a bere. Verso le 18 son venuti a rilevarmi mia
moglie..., mio figlio..., ...miei parenti i quali profittando di un momento che i
briganti attaccati dalla forza si sono allontanati da quel sito, ove erano
ricomparsi da molto tempo mi hanno (collocato. una scala e mi hanno qui condotto
nello stato in cui mi vedete (3).
Nel mattino del 15 ottobre 1863 "io (4) e mio
figlio..., e mia figlia... ben per tempo uscimmo dal paese, e ci recammo in un
nostro fondo ...per accudire ai bovi che aravano la terra. A circa le ore 15
all'improvviso ci vedemmo circondati dieci briganti armati, ed a cavallo...
Subito mia figlia fuggì, e scampò dalle loro mani, ma né io, né mio figlio
potemmo avere la stessa sorte.
Fummo condotti nel bosco Monticchio, ove giungemmo alle
ore ventuno. Allorché fummo catturati i malfattori dissero - ad alcuni presenti
- che avessero fatto sapere all'altro mio figlio ... o ad altri della famiglia,
che per esser noi rilasciati dovevano mandare una forte somma di denaro. 1
malfattori che ci sequestrarono verso le ore 24 ligarono me, e mio figlio. Nel
corso della notte, e propriamente alle ore 4 e mezza riuscì a mío figlio di
sciogliersi, nel mentre i malfattori dormivano
I malfattori quantunque avessero ricevuto i 45 Napoleoni
pure non vollero rilasciarmi, e pretendevano altri 1488 ducati, e grana 50, ma
poi coi miei pianti si contentarono di altri ducati 488,50 e pretesero pure la
giumenta, un due colpi, due vestiti interi da uomo, un orologio. Ritornarono
quindi i due incaricati. Arrivarono a circa le ore ventuno, e consegnarono ai
briganti altri ducati 438,50 nonché un orologio, dicendo che la giumenta
richiesta si trovava nella masseria di esso Terlizzi in contrada Speca. I
Malfattori però dissero che l'orologio non era buono, e lo respinsero. Si
presero i ducati 438,50 e pretesero gli altri 50, ossia il compimento della
somma già stabilita. Pretesero pure un cappotto. Intanto non mi vollero neanche
rilasciare. Fu perciò che il Dell'Api, ed il Terlizzi furono licenziati. Il
brigante Ortone però disse al Terlizzi che avesse fatta una strada diversa da
quella che avevano battute, senza dirgliene la ragione. Il Terlizzi non se ne
brigò ne punto ne poco, e col Dell'Api fecero la stessa strada. Allontanatisi
alquanto sopravvenne il brigante Canio Tibonna di Calitri, e tutto adirato
chiedeva ove era l'andrettese. Avendomi scorto si cacciò uno stile, e mi tirò
un colpo al fianco sinistro, ma il brigante Ortone gli tiene il braccio, di
guisa che io riportai una leggiera ferita. Il Zibonna sempre irritato dicendo
che il Terlizzi scovriva tutte le cose loro, e voleva farli prendere dai
soldati, si pose ad inseguire il Terlizzi, ed il Dell'Api.
Nell'allontanarsi il brigante Ortone gli disse: "vedi
di non uccidere quello povero padre di famiglia. e quest'anno gli abbiamo
ricattato 223 ducati"(5) . Indi rivoltosi a me disse: "Mo che arriva a
Nicola l'uccide".
Infatti poco dopo, senza che nulla io avessi veduto per il
folto della boscaglia
Il dì seguente i malfattori mi dissero che il Terlizzi
era stato ucciso, e che avevano ricuperata la giumenta, ed il due colpi, nonché
due abiti che pretendevano da me .
...Finalmente passati altri giorni venne nuovamente il
Dell'Api e Luigi di Cosmo presso la riva dell'Ofanto, ed avendo portate i
cinquanta ducati, l'orologio, ed il cappotto, dico meglio dopo tre giorni mi
dissero i malfattori che avevano ricevuto i cinquanta ducati... Da ultimo
trascorsi altri tre giorni il Dell'Api e Luigi Di Cosmo vennero verso la riva
dell'Ofanto, e portarono il cappotto e l'orologio che consegnarono ai briganti,
e così fui liberato".
"Questa notte verso l'ora tre, i briganti circa al
numero di 15 assalirono le masserie di Francesco Rainone, Angelo Antonio
Pennella ...tutte poco lontano l'una dall'altra ricattando i proprietari di esse
portandoli seco loro, e lasciavano detto... che il riscatto per questi infelici
doveva essere portato nel bosco di Pietra Palomba.
Le masserie ove ciò avvenne erano distante da questo
abitato circa un miglio, contrada Matinella, contrada opposta e lontana più di
due miglia a quella ove è stazionato il distaccamento dei bersaglieri nella
casina Zuccardi ".
"...non giungendo il denaro, il brigante Argentieri
ordinò ad un suo compagno di tagliare ai ricattati le orecchia, ed a tale uopo
gli dette il coltello. Infatti a Panfilo
(1)Catturano
il villico Domenicantonio Di Guglielmo e la matrigna Rosa Maria Nigro, intenta
(quest'ultima) a spigolare. Durante il sequestro che avviene alla presenza di 8
persone, "II masnadiero dimandava [alla donna/ come stava in salute".
I malcapitati vengono rilasciati il 31 luglio dopo aver pagato la somma di
ducati 25.
(2)
Agostino Senerchia fu Pasquale di anni 44, contadino,
impossidente.
(3)Agostino Senerchia muore dopo qualche mese per
le ferite riportate. Il cadavere viene trasportato nel campanile della Chiesa
dove due periti medici eseguono l'autopsia. Pasquale Caruso, massaro di
(5) ) Terlizzi
viene arrestato per complicità. Fu catturato nel mese di febbraio dai briganti
e tenuto per 5 giorni. Fu liberato in seguito al pagamento del riscatto. Fu
catturato dai briganti una seconda volta il 4 settembre ma non sporse
querela.