Giuseppe Sarni di Morra, già soldato del disciolto esercito,
lavora come
garzone nella masseria di Nicola Zuccardi. I briganti Giovanni Porciello e Gabriele
Del Priore lo persuadono a far parte del brigantaggio. Il giovane aderisce e
si arruola nelle orde malavitose il 27 agosto 1863.
Alcuni giorni dopo le autorità competenti decidono di trasferire, per
misure prudenziali, dal convento di Deliceto a quello di Caposele, Antonio De
Giorgio, Ferdinando Massaro e Pasquale Staffa, tre laici Liquorini.
Il 2 settembre 1863, i tre da Deliceto si recano al Monastero di Caposele. Ma
durante il viaggio, in prossimità della masseria Zuccardi, presso 1'Ofanto,
sono aggrediti e derubati dai briganti della somma di £ 69.40, "e
di ogni altro arnese di cui erano forniti".
Il Direttore della Casa Ecclesiastica per le Province Napoletane vuole sopperire,
in qualche modo, al danno arrecato dai briganti ai laici e dispone, perciò,
la corresponsione di £ 60 ciascuno. Il denaro sarà prelevato dai
fondi dell'Amministrazione.
Le notizie fornite sull'accaduto sono però contrastanti. Infatti, il
Prefetto della Capitanata, interpellato a proposito, dichiara che l'aggressione
è avvenuta sul Formicoso, località appartenente al mandamento
di Bisaccia.
Perciò, prima di emettere il provvedimento, il responsabile dei religiosi
si rivolge al Prefetto di P.U. e lo prega di indagare su quanto è accaduto
e di comunicargli il risultato delle indagini (183).
Ricevuta la conferma destina il contributo, "con preghiera di darne partecipazione
agl'interessati per mezzo del Superiore del Convento dei liquorini di Caposele,
ovvero del Sindaco locale" (184).
Il 19 dicembre 1863, verso le due p.m., i briganti svaligiano il corriere postale
Angelo Sepe, di anni 32, di S. Angelo dei Lombardi, incaricato del trasporto
della corrispondenza dal Comune di Calitri al capoluogo. Questi, mentre ritorna
da S. Angelo dei Lombardi, nella contrada Abbazia di Calitri, viene aggredito
da 12 briganti a cavallo armati di fucili. I malfattori gli sottraggono tutta
la corrispondenza che gli era stata consegnata dal Segretario comunale con l'importo
delle lettere tassate e il costo di alcuni vaglia postali, circa £ 25
, e le missive private.
Con il postino viaggia un negoziante di cuoiami, Raffaele Durso di Donato, di
anni 37, viaticale del Comune di Solofra, al quale gli rubano tutte le mercanzie
(186). Rubano anche alla famiglia Tozzoli undici cavalli e appiccano il fuoco
a diverse abitazioni di coloni e a biche di fieno. Per questo i calitrani implorano
soccorso alle autorità. Molti cittadini di questo Comune, infatti, si
sono uniti ai briganti. Serpeggiano anche gravi dubbi su Zampaglione sospettato
di aver armato cento sbandati e di averli inviati nelle montagne di Calabritto.
183) Lettera della Direzione Speciale per le Province Napoletane,
5° Sezione, n. 37063, al Prefetto di Avellino, Napoli,3 ottobre 1863.
Archivio di Stato di Avellino, Prefettura, cart. 2, fast. 164.
184) Archivio di Stato di Avellino, Prefettura, cart. 2, fast. 164. 185) Archivio
di Stato di Avellino, Prefettura, cari. 3, fase. 234.
186) Archivio di Stato di Avellino , Prefettura, cart. 3, fase. 234.