CONZA DELLA CAMPANIA

Nella notte del quattro agosto 1863 due briganti, bene armati ed a cavallo si presentano nella masseria di Bonifacio Rosa di Conza, nelle vicinanze del bosco Pescara, e, con minacce d'incendio, impongono al proprietario di procurare una quantità di munizioni da guerra, vettovaglie e denaro. Il tutto dovrà essere pronto per la notte del 15 quando l'intera comitiva passerà per recarsi a Lioni per la fiera e ritirerà anche quanto richiesto.
L'autorità pubblica viene subito informata dell'accaduto e organizza un'imboscata per catturare i malviventi.
Non si conosce l'esito dell'operazione.
Nel territorio di Conza si muove anche il brigante Calabrese di Lioni. Il colono Francesco Cordasce di Teora, che vive nella masseria Zanzare, segnala alle autorità la presenza del bandito. II malvivente viene arrestato e fucilato.
I componenti la banda del malcapitato vogliono vendicare il loro compagno e organizzano una spedizione punitiva. Perciò, nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1863, mentre Cardasce dorme tranquillamente con la moglie e i figli, cinque briganti a cavallo si presentano nella sua abitazione e gli intimano di aprire immediatamente l'uscio: se non ubbidirà gli sarà incendiata la casa. Spaventato, il poveretto apre la porta. Ma appena si affaccia sull'uscio viene aggredito a colpi di pugnale e viene barbaramente ucciso.
Tra i cinque malfattori vi è Alfonso, fratello del brigante fucilato.

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