“CRONACHE
DI NAPOLI”
10
giugno 2002
NAPOLI
CAPITALE DEL MEDITERRANEO “RISPOLVERATA”
di
Achille della Ragione
cenni
biografici
Il
capitolo "Napoli capitale del Mediterraneo" è tratto dal libro "Le
ragioni di della Ragione", che raccoglie una scelta di lettere al
direttore inviate da Achille della Ragione, negli ultimi tre anni, ai
principali quotidiani italiani e campani ed inoltre una breve miscellanea di
articoli, recensioni, relazioni congressuali, lezioni e discorsi scelti
dall'opera omnia che l'autore licenzierà tra poco alla stampa in tre volumi.
Tutti i libri di Achille della Ragione sono reperibili a Napoli presso la
libreria Neapolis (di fronte alla chiesa di San Gregorio Armeno) e
presso Graphicus, via San Bartolomeo 46.
E’ di pochi giorni fa la notizia, riportata da autorevoli giornali
stranieri quali lo “Herald Tribune” ed il “Frankfurter Allgemain”, che
Napoli nell’immaginario popolare sta perentoriamente cessando di essere
considerata soltanto “pizza e mandolino” per configurarsi più
correttamente come un’antica e nobile capitale illuministica delle scienze
filosofiche e delle arti, la quale poco alla volta riemerge da un
ultradecennale sopore per assurgere ad un ruolo, che più le compete, di città
pilota del sud dell’Europa. |
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Napoli, città di
antica cultura e salde tradizioni , in equilibrio instabile tra un glorioso
passato e l’anelito a trasformarsi in una metropoli moderna capace di
amalgamare con sapienza “Ieri oggi e domani” potrebbe lanciarsi in
un’ardita ipotesi di sviluppo, che le spetta di diritto, non tanto per il
suo patrimonio storico-artistico e per le sue proverbiali doti umane di
saggezza e tolleranza,ma soprattutto per il suo tesoro più ambito quanto
misconosciuto:la gran massa di giovani, la più grande concentrazione di
energia vitale del mondo occidentale, una spettacolare risorsa fino ad oggi
umiliata ed ampiamente sottoutilizzata.
Le più recenti
proiezioni statistiche disegnano fra meno di vent’anni una variazione
demografica fra le due sponde del Mediterraneo quanto meno inquietante. E’
previsto infatti che la popolazione di pertinenza europea (Spagna, Francia,
Italia, Grecia ecc.) aumenterà di circa nove milioni, mentre le nazioni
nord-africane vedranno lievitare i propri abitanti di oltre centocinquanta
milioni di unità. Tenendo conto che il leggero incremento numerico che si
produrrà tra i paesi latini sarà del tutto virtuale, perché provocato in
larga misura da fenomeni immigratori extra-comunitari che andranno a
compensare la nostra denatalità
sempre più grave anno dopo anno, le preoccupazioni che la situazione possa
esplodere sono più che legittime. Bisognerà riuscire a governare una
situazione francamente ingovernabile. La soluzione di una problematica di così
impellente gravità rappresenta una sfida per la prossima generazione, ma
molti provvedimenti devono essere attuati subito, anche se è gia tardi. Tra
questi fondamentale la
creazione di un
importante centro decisionale europeo politico-finanziario situato nel
baricentro del Mediterraneo, in grado di indirizzare correttamente consistenti
flussi monetari, tali da far lievitare in loco occasioni di lavoro e di
sviluppo economico per le popolazioni nord-africane, allo scopo di arginare
ondate migratorie di dimensioni bibliche che finirebbero per stravolgere e
travolgere la nostra stessa civiltà.
Queste
improcrastinabili decisioni, come trapela sempre più tra i membri
dell’Europarlamento stanno per essere prese, anzi si sta allestendo un
programma di vasto respiro che preveda di identificare una città pilota in
grado di assumersi il ruolo, non solo simbolico, ma principalmente operativo
di capitale del Mediterraneo. Si vocifera sempre più insistentemente che la
scelta dovrebbe privilegiare Barcellona, una città che negli ultimi anni ha
avviato un prodigioso sviluppo urbanistico. Per Napoli, antica capitale, si
tratterebbe di una nuova beffa e di una grande occasione perduta in un momento
drammatico per la città, decapitata dei suoi pochi centri decisionali, uno
dopo l’altro, in ultimo, perdita gravissima, del Banco di Napoli,
colonizzato da una banca del nord.
E Napoli avrebbe
tutti i titoli, geografici, storici ed antropologici per candidarsi a capitale
del Mediterraneo, solo che volesse credere in questo ruolo, sorretta, impresa
improba, dall’opinione pubblica e dai suoi figli migliori, gli
intellettuali, che dovrebbero battagliare, al di là della propria fede
politica, affinché questo sogno possa realizzarsi. Sotto il profilo
geografico si può immaginare una grande città collocata in un baricentro più
strategico di quello partenopeo, con un porto attrezzato, pur con notevoli
margini di sviluppo, ed un entroterra ben collegato ad una efficiente rete
autostradale?
La nostra storia è
tra le più gloriose, anche se poco nota, ma l’aspetto peculiare più
pregnante della nostra civiltà è costituito dalla tolleranza che oggi che
oggi ci fa costruire a Ponticelli una grande moschea e che ci ha permesso nel
corso di duemila e cinquecento anni di fagocitare tutti gli invasori venuti da
Oriente e da Occidente e di recepire, in un mirabile crogiuolo, da ognuno i
lati positivi, respingendo quando possibile i negativi. Così dai Greci
abbiamo ereditato, oltre alla finezza del ragionamento ed all’amore per la
conversazione, quella capacità di arrangiarsi che distingue il napoletano, ed
inoltre una non sopita attrazione paganeggiante verso il mondo dei morti e dei
riti esoterici, tanto da far convivere senza problemi nelle catacombe di San
Gennaro un enorme fallo, simbolo della fertilità, al Cristo risorto.
Dagli Spagnoli, oltre
alla camorra con le sue immutate regole, giunta tra noi
nel XVI secolo, abbiamo trasfuso nel nostro codice genetico l’amore
per il sangue e per la barocca gestualità, il fuoco della follia e la
profondità dello sguardo. E tanto abbiamo ereditato a volte senza
accorgercene da egiziani e Normanni, da Angioini ed Austriaci. Nello stesso
tempo il nostro spirito libertario ha impedito a potentissimi imperi di
dettarci leggi e costumi in disaccordo col nostro carattere, così i Romani
non riuscirono ad imporci la loro lingua e gli Spagnoli, caso unico al mondo,
fallirono, nonostante un ripetuto impegno, nel tentativo di introdurre presso
di noi l’odiosa Inquisizione. Napoli capitale del Mediterraneo è un sogno
malizioso, ma non proibito, la cui realizzazione è in gran parte nelle nostre
mani se una volta tanto intellighenzia e politici, sindacalisti e mass-media
facessero fronte comune per assicurare alla città una risorsa prodigiosa che
vale, oltre al prestigio, migliaia di posti di lavoro di cui tutti noi abbiamo
assoluta necessità.
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