Corso di Restauro Pietro Edwards, prof. Vanni Tiozzo
“Direi che quando il supporto presentazionale, sia l’originale o no, non cambia la quantità e qualità di informazione estetica o concettuale dell’opera, la sostituzione, opportunamente curata, può avvenire senza turbare l’integrità del messaggio. Ed è sciocco continuare a considerare con principi ed intendimenti vecchi opere fatte con intendimenti diversi.” - Gianni Colombo, Strutturazione pulsante, 1959-61, in I Colombo. Joe Colombo1930-1972. Gianni Colombo 1937-1993, catalogo della mostra, a cura di Vittorio Fagone, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo, 19 febbraio-14 maggio 1995, Mazzotta, Milano, p. 40
Ma proviamo a chiederci: cosa cambierebbe nell’attività di restauro se si trovasse un manoscritto di Giotto, ad esempio, in cui venga manifestata la Sua preferenza per la ridipintura delle Sue figurazioni piuttosto che una integrazione che evidenzi la discontinuità pittorica?
1963 - “la confusione fra tempo extratemporale o interno dell’opera d’arte e tempo storico del riguardante, diviene assai più grave e dannosa quando si produce — e si produce quasi sempre — per le opere dell’attualità stessa in cui viviamo; per le quali sembra legittima e inderogabile quella consustanzialità alle aspirazioni, ai fini, alla moralità e alla socialità dell’epoca o di una certa frazione di questa, che deve riconoscersi legittima, ma non perentoria, solo se sentita dall’artista come premessa all’atto di individuazione simbolica dell’oggetto. Comunque al di fuori di quella sfera liminare del processo creativo, non può ricercarsi né richiedersi all’artista moderno più che a quello antico. … E’ il restauro di ripristino, che vuole abolire quel lasso di tempo."
C.Brandi, Teoria del restauro (Lezioni raccolte da L. Vlad Borrelli, J. Raspi Serra e G.Urbani), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1963.