Le vicende storiche della città di Kaulonia non sono ancora molto chiare, alcuni
ricercatori ritengono che si tratti di una colonia achea fondata nel VII° secolo a.C. dall'ecista Tifone di Aegion, molto più probabilmente si tratta di una subcolonia fondata in
quel periodo dai Crotoniati per prevenire eventuali espansioni a nord della città di Locri. Infatti nel 388 a.C. quando Kaulonia si estese per 47 ettari con oltre 10.000 abitanti,
venne distrutta da Dionisio I di Siracusa che la sottrasse al controllo crotoniate cedendola a Locri, ma la città venne definitivamente distrutta dai Romani nel 205 a.C. proprio
perchè insieme a Crotone era alleata dei Cartaginesi resistendo fino all'ultimo alle centurie romane. Ci furono campagne di scavo nel 1912, 1913 e 1915 che permisero all'archeologo
Paolo Orsi di tracciare la topografia del sito. Orsi individuò la cinta muraria della
polis, l'acropoli (sul colle Piazzetta), gruppi di abitazioni, i resti di un tempio dorico a Punta Stilo, un piccolo edificio sacro sulla collina del Faro, una necropoli lungo il
vallone Bernardo e, nel 1916, un altro santuario sulla collina di Tersenale (Terzinale) fuori della cinta muraria conosciuto come la "Passoliera".
Dopo Orsi non si effettuarono scavi di rilievo per circa mezzo secolo. Ci furono soltanto scoperte occasionali e spesso non documentate. Bisogna aspettare il 1960 per registrare un
altro importante rinvenimento. Questa volta a opera del soprintendente De Franciscis. Vennero, infatti, alla luce alcuni ambienti di una casa ellenistica (la "Casa del Drago") a
sud-est della collina del Faro. In seguito ci furono altri lavori e studi. Le più recenti campagne di scavo sono quelle iniziate
nell'estate 2000. La prima è condotta dalla scuola "Normale" di Pisa nell'area sacra del tempio, la seconda dagli studenti dell'università di Reggio Calabria nell'abitato. Sono
stati già portati alla luce pezzi di frontone del tempio e i resti di una casa ricca (una panca in pietra della sala da pranzo e l'abbozzo di un mosaico). I giovani sono ospitati
nella scuola-campus intitolata a Paolo Orsi. Una parte dell'area è stata attrezzata a parco archeologico con percorsi pedonali.
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