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IN C U B I
State
leggendo il racconto breve "Il Cielo" di Arturo Ferrara Viotti,
già apparso in Iperspazio Racconti del sito Arte
e Letteratura . .
arturo
ferrara
"Evocazione"pastelli a cera e china, formato a4
Tutti
questi NON SONO. Per questo "sono stati". Ed in verità SONO perché "sono
stati". Medito su questa APPARENTE contraddizione chiamata VITA e sull'APPARENTE
SEGRETO chiamato MEMORIA.
(da miei Pensieri)
arturo
ferrara
"Al di là" olio su tavola in Arte formato 30 x40
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abarthur
diritti riservati
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Il
Cielo
di
Arturo
Ferrara
Non
guardava più il cielo, da tanto, troppo tempo ormai.S'era quasi
dimenticato di tutto quel movimento di nubi, lassù.
Forme che mutavano sempre aspetto, viventi esseri per i suoi occhi di
bambino che trovavano i Cavalieri dell' Apocalisse, i lupi, gli uomini
neri coi i quali gli adulti cercavano di spaventarlo e streghe, folletti,
maghi....
Tutti questi esseri, compagni della sua innata solitudine, gli erano
simpatici e li vedeva, nel cielo, o nell'ombra.
Cosa c'è di più bello del cielo e dell'ombra e di tutte
e due uniti: la Notte, la fantastica oscurità dove brillano le
stelle e infiniti mondi si rivelano pulsando, inviando segnali luminosi
alla mente che, solo per qualche istante, sembra comprenderli.
Ora
la notte la viveva nei suoi pensieri, ma una notte troppo, troppo oscura
anche per lui.Una tenebra che, in un vortice tremendo inghiottiva ogni
sua sensazione, pensiero, trasformando tutto in dolore, disgusto, assenza.
Questo nulla, questa annientante esperienza di giorni che passano senza
senso, situazioni che si ripetono, esseri violenti e volgari che si
fanno del male....era quasi divenuta una sola cosa con il suo essere
tanto che era diventato più triste vivere nel mondo, nella realtà
che svanire nei ricordi che poteva raggiungere solo in quell'inesistente
dimensione dove le forme non sono più forme, il tempo non scorre
più e la luce rallenta il suo corso, fino ad essere accessibile
alla umana lentezza. (Da tanto la realtà gli era sembrata correre
sempre più veloce di Lui, fino ad essere irraggiungibile).
Eppure sapeva, SENTIVA, che quella NON vita prendeva più di quel
che dava.... rubando i suoi ultimi sogni, spegnendo le sue idee.
All'improvviso gli venne in mente un volto di donna visto in un autobus
e, in particolare risentì un brivido pensando allo sguardo della
sconosciuta.Sembrava sapesse tutto di lui, i suoi occhi scuri come la
notte, in un istante avevano esaminato e giudicato tutta la sua vita.
Non sapeva però quale fosse il verdetto. Conosceva solo il suo
di giudizio ed era terribile, inappellabile.
Eppure quella donna era, lo percepiva,la sua unica ed ultima speranza.
Era scesa all'improvviso.... e non era riuscito a raggiungerla. Anche
se Lei aveva rallentato, consapevolmente un po' di volte l'andatura
e con brevi sguardi,lo aveva quasi invitato a proseguire nell'impresa....
Si era perso nelle vie oscure della città....Ma quale città,
quale mondo?
Dov' era, non gli pareva più la sua città... CHI era,
non riconosceva più se stesso, la propria forma e storia.....Non
c'era più nessuno in giro, di colpo era calata l'oscurità.Tutto
gli era estraneo,le case che intravedeva, le vie, le forme che pian
piano svanivano nel nulla. Allora sentì il bisogno di guardare
in alto, quel cielo che da tanto tempo non aveva più volto lo
sguardo.
Vide poche stelle ma pensò a ciò che gli avevano detto
da bambino che ogni stella è l'anima di una persona cara, scomparsa
e che ognuno di noi ha una sua stella che lo aspetta. Ne vide una particolare,
che sembrava brillare di più, in tanta tenebra, sembrava riconoscerlo....
Poi si senti preso per mano.Vicino aveva la donna vista nel pullman.Non
c'era bisogno di parlare aveva compreso tutto, anche l'inesprimibile.Salutò
quel che rimaneva della sua ombra, nel muro, di lato.L' ombra si alzò
il cappello (Lui non aveva mai portato un cappello)....e con quel semplice
gesto si liberò della sua schiavitù. Poi passò
oltre il muro,dentro il muro come fosse solo nebbia e velocemente dal
punto in cui era partito attraverso la terra intera tornando in se stesso,
la sua casa,avendo la netta percezione di tutto ciò che era successo,era
GIA' accaduto,l'umana storia,dalla prima forma di vita ad allora....
Ora poteva partire .....verso la sua stella...invisibile e leggero salire....o
forse, perchè no..scendere.... (non aveva importanza) .Dov' era
il dolore, l'odio, ogni passione che aveva accompagnato la sua insignificante
vita....occhi neri lo fissavano ,la donna al suo fianco era divenuta
una forma notturna e felina e disse con voce un po' roca ma molto femminile:
"Tutte le cose vivono soltanto nella Tua mente". A
tale frase rispose quasi automaticamente, quasi non ricoscendo la sua
voce ."E la mia mente vive ed esiste solo per Te"-
Questa frase lo liberò da quella situazione e si ritrovò,
solo nella sua stenza a fissare le azzurre pareti e non erano cielo....
Cosa importa pensò, prima di addormentarsi o forse prima di andare
a vivere la consueta parata quotidiana....
Il Cielo è dentro di me!
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