Il
Fascismo e la sua storia
Movimento politico sorto in Italia, fondato il 23 marzo 1919, in
Milano, da Benito Mussolini. Organizzato con lo scopo di
combattere sul terreno ideologico l'organizzazione democratica
dello Stato parlamentare, non fu ritenuta adatta ai tempi. Il
movimento ebbe dapprima scarso successo, ma gli errori del
socialismo e le violenze degli attivisti, conosciute come squadre
rosse, determinano nel paese e specialmente nei ceti borghesi,
uno stato di terrore di fronte alla minaccia comunista. Mussolini
seppe sfruttare tale stato d'animo, tanto più facilmente quanto
più i vari Ministeri che si succedettero si dimostrarono
incapaci a tenere alto il prestigio dello stato. Le forze
capitaliste finanziarono il movimento che organizzò le
cosiddette "squadre
d' azione" per fronteggiare i disordini promossi
dai socialisti e dai capi delle organizzazioni operaie; tra gli
uomini politici liberali e cattolici si fecero sempre più
numerosi e simpatizzanti per il fascismo, e cosi anche tra i
combattenti. Nelle elezioni del 1921 il fascismo conquistava
trentaquattro seggi; nell'ottobre del 1922 Mussolini tentava la
scalata al potere e su nomina del Re e dei capi dei partiti
politici otteneva l'incarico di costituire un Ministero di
concentrazione, cui parteciparono i popolari i liberali e alcuni
indipendenti anche in rappresentanza delle forze
combattentistiche. Fu illusione di molti che, secondo le
promesse, il Mussolini avrebbe ristabilito l'ordine, disciolte le
proprie squadre, posto fine alle violenze private e governado
democraticamente, tanto che il Parlamento, confortato dalla
stampa e dalla pubblica opinione, concesse al Governo i pieni
poteri per due semestri successivi. Nelle elezioni del 6 aprile
1924, svoltesi secondo un progetto proposto e presentato
dall'Acerbo al Parlamento che lo approvò, riusci' vittoriosa la
lista del Blocco Nazionale che oltre ai fascisti comprendeva
quasi tutti i liberali e parecchi cattolici. Forte della
maggioranza assicuratasi, benché dopo l'uccisione del deputato
socialista Giacomo Matteotti (10 giugno 1924) l'opinione pubblica
si volgesse per qualche tempo contro il fascismo, al Mussolini fu
facile trasformare il suo Governo in dittatura, il che avvenne
con parvenze legalitarie mediante le leggi. Accettata
passivamente dalla maggior parte dagli Italiani, avversata da
pochi spiriti liberi e dai comunisti, confortata dal consenso
spesso entusiastico ed ammirativo di Governi, di uomini politici
e ceti dominanti stranieri, la dittatura fascista sfociò nel suo
fmassimo splendore nella seconda guerra mondiale, che il popolo
italiano subi' impreparato e renitente, ma contro gli inutili
lutti della quale cominciò a reagire soltanto quando le
sconfitte militari patite su tutti i fronti, le città
indiscriminatamente bombardate, il territorio metropolitano
invaso (1943), fecero cadere anche le più tenaci illusioni.
Mussolini, abbandonato dalla pubblica opinione, posto in
minoranza da un voto dal Gran consiglio del fascismo, poté
essere rimosso dalla sua carica dal Re che chiamò il Badoglio a
formare un nuovo Ministero (25 luglio). Dopo l'armistizio (8
settembre 1943), invasa gran parte d'Italia dai Tedeschi,
Mussolini fu liberato dalla prigionia e messo a capo di un nuovo
partito fascista e del governo illegale della repubblica sociale
italiana creata dai Tedeschi, rovesciata dalle truppe italiane e
alleate nell'aprile 1945. Il fascismo tentò di darsi una
giustificazione dottrinaria, ma la sua ideologia risultò un
coacervo di disparate concezioni dello Stato e della politica. Al
fascismo italiano si ispirano similari movimenti stranieri.
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