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Le condizioni abitative, sebbene differenti nei vari periodi di esistenza del campo, furono sempre disastrose. I detenuti arrivati con i primi convogli dormivano sulla paglia sparsa sul pavimento di cemento, successivamente si usarono pagliericci. In una sala che poteva contenere a fatica 40 - 50 persone, dormivano circa 200 persone. I pancacci a tre piani in-trodotti successivamente non migliorarono le condizioni abitative; per ogni piano dei pancacci dormivano in genere due detenuti. Per coprirsi erano disponibili soltanto di ritagli di coperte sporche e lacere. Di migliori condizioni abitative godevano i prigionieri addetti a funzioni amministrative, ai quali di norma venivano assegnati locali separati. Nel campo madre la maggior parte degli internati abitava in blocchi in muratura ad un pia-no, a Birkenau, invece di baracche senza fondamenta, direttamente sulla terra acquitrino-sa. Il frammento di baracca in muratura realizzato in scala 1:1, mostra le primitive condi-zioni abitative di Birkenau. |
Nell'esposizione si trova il cavalletto originale per le fustigazioni, il paletto al quale venivano appesi i prigionieri e una forca mobile al quale si eseguivano le condanne a morte. Nell'ultima sala a destra è mostrato il destino dei prigionieri arrestati dalla polizia, deportati al KL Auschwitz ed alloggiati separatamente come categoria particolare di detenuti. |
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Nel settembre 1941 furono fatte qui prove di uccisioni in massa, morirono allora circa 600 prigionieri bellici sovietici e 250 detenuti malati dell'ospedale del campo. Nelle celle degli scantinati erano rinchiusi i prigionieri del campo e la popolazione civile sospettata di avere contatti con i detenuti e di averli aiutati nelle evasioni, i prigionieri condannati a morte e di coloro che erano ritenuti colpevoli di trasgressione del re-golamento del campo. Nei sotterranei si possono vedere tre tipi di celle punitive; la maggior parte sono celle comuni dove erano richiusi i prigionieri durante l'istruttoria. La cella 18 è una di quelle dov'erano sbattuti i prigionieri condannati alla "morte per fame", la cella 20 era una cella segreta, dove si verificavano casi di morte in seguito a soffocamento per mancanza d'aria. Nella cella 21 sono conservati i disegni che vi hanno tracciato i suoi prigionieri. |
Durante gli appelli, le SS contavano i detenuti verificandone la presenza. Agli appelli spesso si compivano pubblicamente esecuzioni capitali sulla forca mobile o su quella collettiva, una riproduzione della quale si trova sul piazzale. Il 19 luglio 1943 le SS vi impiccarono 12 prigionieri polacchi, colpevoli di aver avuto contatti con la popolazione civile e di aver aiutato 3 compagni nella fuga. |
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Il crematorio è situato al di fuori del recinto del campo di concentramento. Davanti alla sua entrata, nel posto dove nel periodo di attività del campo di concentramento si trovava la baracca della Gestapo, si può vedere la forca alla quale, il 16 aprile 1947, fu eseguita la sentenza di condanna a morte del primo comandante del KL Auschwitz Rudolf Hoss. Il locale più vasto del crematorio era l'obitorio, che fu convertito in camera a gas provvisoria. Qui, negli anni 1941 - 1942, furono uccisi i prigionieri bellici sovietici e gli ebrei dei ghetti organizzati dai nazisti in Alta Slesia. |
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Nell'altra parte dello stabile si trovano due dei tre forni crematori, nei quali venivano cremati 350 corpi nel giro di 24 ore, ricostruiti con elementi metallici tedeschi originali conservati. In ogni forno venivano gettati contemporaneamente 2 - 3 cadaveri. Il crematorio era stato costruito dalla ditta Topf und Sohne di Erfurt, la stessa che negli anni 1942 - 1943 montò i forni dei quattro crematori di Birkenau. Il nome della ditta è evidenziato su alcuni elementi in ferro dei forni. Il crematorio funzionò negli anni 1940 - 1943. |