BLOCCO 5 - BLOCCO 6

Nelle seguenti sale si trovano gli oggetti ritrovati dopo la liberazione appartenuti ai con-dannati a morte. Si tratta di paramenti di ebrei, scarpe e valigie con i cognomi e gli indirizzi degli ebrei deportati al campo di concentramento, bacinelle, protesi, occhiali, spazzole, ecc.

SALA 1, PIANOTERRA

Parte degli internati dei convogli che arrivavano al Kl Auschwitz era portata direttamente al campo senza essere sottoposta a selezione. Li morivano in seguito alla fame, alle esecuzioni, al lavoro sovrumano, alle punizioni, alle micidiali condizioni igieniche, agli stenti, alle malattie e alle epidemie. Il campo di concentramento comunicava loro, fin dal primo giorno, di "essere giunti ad un campo di concentramento in cui l'unica uscita è quella dei camini dei forni crematori".
Al campo erano condotti anche quei pochi ebrei degli enormi convogli riconosciuti abili al lavoro nella selezione effettuata dai medici delle SS. Ai nuovi arrivati venivano confiscati i vestiti e qualsiasi effetto personale, si rasava loro i capelli, sottoponendoli in un secondo tempo alla disinfezione ed al bagno. Alla fine di queste operazioni venivano contrassegnati con un numero e registrati. Inizialmente ogni detenuto veniva fotografato in tre pose diverse. Nel 1943 fu introdotto il tatuaggio; il Kl Auschwitz era l'unico campo di concentramento nazista dove i numeri di matricola dei prigionieri venivano tatuati.
A seconda dei motivi dell'arresto i detenuti erano contrassegnati da triangoli di diverso colore, cuciti sulle casacche degli internati insieme al numero di matricola. Una parte degli internati portava triangoli di colore rosso assegnato ai prigionieri politici.. I triangoli neri erano destinati agli zingari ed ai detenuti ritenuti asociali dai nazisti. Agli studiosi delle Sa-cre Scritture erano destinati dei triangoli viola, agli omosessuali rosa ed ai criminali verdi. La sottile casacca carceraria non proteggeva gli internati dal freddo; i cambi di biancheria si succedevano ad intervalli plurisettimanali e persino mensili, e gli internati non avevano la possibilità di lavarla. Ciò era causa di diffusione di epidemie e di diverse malattie, in particolare del tifo petacchiale, della febbre tifoidea e della scabbia.

SALA 2, PIANOTERRA

Per tutto il periodo di esistenza del KL Auschwitz sono stati registrati circa 400.000 detenuti di entrambi i sessi e di diverse nazionalità, prigionieri bellici sovietici, detenuti a scopo correzionale e detenuti alloggiati nel blocco n.11 a disposizione del tribunale speciale di polizia presso la Gestapo a Katowice. Le lancette dell'orologio del campo scandivano impietosamente e monotonamente il tempo che restava da vivere al detenuto
Dal gong della mattina a quello di sera, da una scodella di minestra all'altra, dal primo ap-pello fino a quello in cui le spoglie del detenuto erano contate per l'ultima volta. Uno dei tormenti della vita del campo erano gli appelli durante i quali si controllava il nu-mero dei detenuti. Duravano a volte per ore, in alcuni casi anche più di dieci ore (può ser-vire da esempio l'appello del 6 luglio 1940, prolungatosi per ben 9 ore). Le autorità del campo ordinavano spesso appelli punitivi durante i quali gli internati dovevano stare a lun-go rannicchiati o in ginocchio, e si verificavano casi in cui si ordinava di tenere le mani al-zate in alto per qualche ora.

SALA 3, PRIMO PIANO

Oltre alle esecuzioni ed alle camere a gas, un efficace mezzo di sterminio era il lavoro. I detenuti erano utilizzati in diversi settori lavorativi. Inizialmente lavoravano all'ampliamento del campo di concentramento livellando il terreno, costruendo nuovi blocchi e baracche, strade, canali di prosciugamento. Successivamente cominciò a far sempre più uso di detenuti, quale manodopera a basso costo, l'industria del III Reich.
Ai detenuti spesso era ordinato di eseguire il lavoro in fretta, senza un attimo di riposo. I ritmi di lavoro, le razioni alimentari da fame e le continue percosse e angherie accresce-vano la mortalità. Durante il ritorno al campo delle squadre di lavoro i morti ed i feriti dai manganelli e dalle pale venivano trascinati, trasportati su carriole e sui carri.
Ai lavori più pesanti apparteneva quello al rullo compressore, un modello che fa parte dell'esposizione. Il primato nell'occupazione dei detenuti spetta al gruppo industriale tede-sco IG Farbenindustrie che costruì a Monowice, vicino a Oswiecim, una fabbrica per la produzione di gomma sintetica e la raffinazione della benzina: la Buna - Werke.

SALA 4, PIANOTERRA

Il valore dell'alimentazione quotidiana nel campo era di circa 1300 - 1700 calorie. A colazione il detenuto riceveva circa ½ litro di "caffè", ovvero un decotto di erbe, a pranzo circa 1 litro di minestra senza carne, spesso cotta con verdure avariate. La cena consisteva in circa 300 - 350 grammi di pane nero duro come pietra, in quantità irrisorie di un altro alimento e da un liquido d'erbe o "caffè". Il lavoro pesante e la fame causavano l'esaurimento totale dell'organismo. La carenza di alimenti sufficienti portava spesso alla morte per fame. Le fotografie collocate sulle tavole a muro, scattate dopo la liberazione del campo, mostrano detenute di un peso che varia dai 23 ai 35 Kg.

SALA 5, PIANOTERRA

E' difficile oggi immaginare le scene tragiche che si svolgevano quotidianamente nel campo di concentramento. Gli ex detenuti artisti nella loro creazione, hanno cercato di rendere l'atmosfera di "quei giorni". Sono le loro testimonianze, rappresentate in forma plastica, raffiguranti diverse scene della vita del campo. Nel museo si trova una ricca collezione di questa tematica.

SALA 6, PIANOTERRA

Ad Auschwitz erano presenti anche bambini portati al campo insieme agli adulti. Erano soprattutto bambini ebrei zingari, ma anche polacchi e russi. Nel campo ricevevano lo stesso trattamento degli adulti. La maggior parte dei bambini ebrei perì nelle camere a gas immediatamente dopo l'arrivo. Pochi selezionati, erano condotti al campo, dove erano soggetti allo stesso rigore degli altri. Alcuni bambini (ad es. i gemelli) servivano da cavie per gli esperimenti criminali. Gli altri dovevano lavorare duramente. I bambini condotti al campo di concentramento erano registrati e spesso contrassegnati come prigionieri politici. Le loro fotografie si trovano nella sala insieme a quelle dei bambini salvati dall'esercito sovietico.

Blocco 7