<%@LANGUAGE="VBSCRIPT" CODEPAGE="1252"%> Le acque a Monreale, amministrazione municipale e interessi affaristici nel XIX secolo
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FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA

CORSO DI LAUREA IN LETTERE MODERNE

Criminalità organizzata e commercio dell'acqua
Le acque a Monreale: sistema idrico e fontane
Monreale: caratteri generali
Bibliografia
Premessa

Alla metà circa del secolo XIX il profilo del corso di S. Rosalia muta in maniera abbastanza significativa, e da un ruolo tornario del 1858 possiamo osservare alcune delle dinamiche succedutesi nei quasi 30 anni trascorsi dalla relazione del Marvuglia [1] . Rispetto al 1829 il numero totale degli utenti del corso scende di ventisette unità, con un calo significativo da 157 a 130 unità [2] . E’ difficile ritenere che in questi anni sia venuto meno il fabbisogno d’acqua, bensì è possibile ipotizzare un reindirizzamento dell’utenza cittadina. Infatti nel 1858 sono aumentate le strutture pubbliche da cui è possibile attingere acqua gratuitamente, e le fontane pubbliche dipendenti dall’autorità comunale diventano dodici, nel solo tratto del corso S. Rosalia [3] . Queste strutture pubbliche potrebbero essere di per se bastevoli per gli usi quotidiani della cittadinanza, per lo più sfornita dei necessari mezzi economici per portare l’acqua in casa propria [4] . Ancora, questo gran numero di fontane pubbliche può essere la risposta al generale impoverimento della popolazione, come anche alla sua crescente urbanizzazione e relativo aumento della natalità.

Il 1858 infatti rappresenta l’anno culmine delle nascite, che d’altronde segna il triennio 1857-1859, come un periodo in cui le nascite sono in rapporto quasi doppio con le morti [5] . Ancora il calo di utenti nel ’58 potrebbe invece trovare la sua spiegazione nel fatto che il vecchio tracciato del ’29 viene accorciato, se infatti nel 1829 arriva sino alle porte di Palermo in prossimità del villaggio della Rocca, nel 1858 il corso si ferma all’interno della stessa Monreale, nel quartiere Carrubella nella giarra della Collegiata [6] . Altrettanto significativo è il fatto che nel ruolo del ’58, il numero dei giardini cittadini segnati come attraversati dalla sorgente S. Rosalia diminuiscono da 10 a 6 [7] . Anche il numero dei punti di distribuzione dell’acqua è in diminuzione, o almeno come tale è segnato nel ruolo del ‘58 [8] . Evidentemente è finita l’epoca del piccolo giardino privato entro le mura della città, o almeno si col passar del tempo si è ridimensionato. Nel ’58 s’innesca di già il processo che di lì a qualche anno vedrà il fiorire del giardino agrumario, inteso come base del prospero commercio degli agrumi siciliani. Il giardino ora si trasferisce e prospera in campagna, fuori mura, e in quanto tale non raccoglie più acqua dal circuito idrico cittadino, che del resto non gli consentirebbe le annaffiature necessarie, divenendo in tal  modo una azienda agricola “moderna” [9] . Situati in aperta campagna ora i giardini godono degli spazi necessari e di tutta l’abbondanza d’acqua che serve loro, che non deve essere più condivisa con fontane pubbliche e utenza domestiche. A ben vedere tutte queste sono caratteristiche di un’agrumicoltura a carattere intensivo, come in effetti è quella monrealese della seconda del secolo XIX [10] .



[1] ASCM – Busta 554/76, ruolo di distribuzione dell’acqua relativo alle sorgenti interne, 15/05/1858. D’ora in poi questo ruolo del ’58 sara citato come CSR2, e una rappresentazione grafica mostrerà il suo percorso dalla sorgente alla fine.

[2] Ibid., il numero totale degli utenti dell’acqua è ottenuto confrontando i dati sparsi del ruolo del 1829 con questo del 1858.

[3] ASCM – Busta 554/76, ruolo di distribuzione dell’acqua relativo alle sorgenti interne, 15/05/1858, passim. In CSR2 le fontane lungo il percorso sono segnate dalla lettera A alla O.

[4] Potrebbe essere prova di questa ipotesi il fatto che in questo ruolo del ’58, a differenza di quello del ’29, il corso d’acqua non attraversi più nessuna casa privata, almeno stando ai dati riportati nel citato ruolo del ’58.

[5] ASCM – Busta 419, registro del movimento di popolazione, in formazione delle liste dei nati morti e dei matrimoni, 1820. Giova ricordare che l’anno successivo al ruolo in esame, 1859, Monreale tocca il suo picco massimo di abitanti per il decennio centrale del sec. XIX,  cioè 15.753. Per il movimento di popolazione per tutto il secolo XIX a Monreale cfr. grafici di popolazione. Per una comoda visione d’insieme dei dati sul movimento di popolazione cfr. i grafici Statistica e movimenti di popolazione a Monreale nel secolo XIX alla fine di questo paragrafo.

[6] ASCM – Busta 554/76, ruolo di distribuzione dell’acqua relativo alle sorgenti interne, 15/05/1858, passim. Cfr. CSR2.

[7] Ibid., cfr. CSR2 dove le fontane sono riportate con le lettere dalla a alla f.

[8] Ibid., il numero dello giarre scende dalle 30 del ’29 alle 15 del ’58, cfr. CSR2 dove le giarre sono riportate coi numeri 1-15.

[9] “La coltura degli agrumi (…) esce dai giardini urbani e periurbani, dove si era acclamata, per conquistare nuove terre: pianure costiere per lungo tempo abbandonate alla malaria e la pascolo invernale, e ora bonificate, in Aymard M., Economia e società: uno sguardo d’insieme, a cura di M. Aymard e G. Giarrizzo in La Sicilia, Torino, , p. 18, Einaudi 1987.

[10] Cfr. S. Lupo, Il giardino degli aranci, Venezia 2000, passim e C. Schifani, Economia delle trasformazioni fondiarie in zone agrumicole, in AA.VV. Economia delle trasformazioni fondiarie, Napoli, 1954 e  Utilizzazioni e costi dell’acqua per irrigazione in Sicilia, Palermo 1969.

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